Socialisti francesi pronti al compromesso. Nfp in crisi

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Piccole scosse in vista di un assestamento, probabilmente precario e al meglio a tempo, dopo il terremoto del voto di sfiducia che ha fatto cadere Barnier. Giornata di consultazioni all’Eliseo, ieri, dopo l’intervento tv del presidente giovedì sera, alla vigilia delle celebrazioni per la riapertura di Notre Dame, un momento di sospensione della crisi interna, dove Emmanuel Macron sarà il cerimoniere per accogliere a Parigi una cinquantina di leader mondiali, con contatti diplomatici in vista (il principale tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump).

UNA DELEGAZIONE del Partito socialista, composta dal segretario Olivier Faure e dai capigruppo socialisti in Parlamento, Boris Vallaud e Patrick Kanner, è stata ricevuta all’Eliseo, per il momento unico partito di sinistra invitato. Il Ps sembra disposto a fare una mossa di apertura: un «contratto a durata determinata», ha precisato Faure, per un nuovo governo a guida di sinistra, con compromessi da parte di tutte le forze del Fronte repubblicano.

L’europarlamentare Raphaël Glucksmann, «non candidato a niente», si è detto disposto a partecipare all’elaborazione di un contratto con i macronisti e con «tutti coloro che accettano di allontanarsi dalla manomissione di Marine Le Pen», cioè con la destra Lr, in vista dell’unica maggioranza possibile del Fronte repubblicano.

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«Macron non ha assolutamente chiesto al Ps di distaccarsi dalla France Insoumise» ha messo le mani avanti Faure. Ma la mossa del Ps ha suscitato una levata di scudi tra gli alleati del Nuovo Fronte Popolare, anche se l’Eliseo ha fatto sapere che ci saranno prossimamente contatti anche con gli Ecologisti, il Pcf e La France Insoumise. Il Ps ha chiesto a Macron anche un «nuovo metodo» per costruire dei compromessi. Jean-Luc Mélenchon ha sparato a zero: «Niente di quello che dice o fa Faure è in nostro nome». Immediata reazione di Faure: «Non ricevo mandati da Mélenchon, parlo a nome del Ps e dell’interesse della Francia». Il coordinatore Lfi, Manuel Bompard, attacca: «Svegliatevi, rispettate gli elettori» e parla di «tradimento» del Ps che «sta uccidendo il Nfp».

IL PROCESSO AL PS “social-traditore” è iniziato, il Nfp è in alto mare. Sandrine Rousseau, ecologista, dice al Ps «non perdetevi, abbiamo bisogno di tutti per costruire un’alternativa a sinistra». La leader écolo, Marine Tondelier, suggerisce «vigilanza». Ma il segretario del Pcf, Fabien Roussel, ammette che l’applicazione di tutto il programma Nfp non è realista: «Siamo perfettamente coscienti che nessuna coalizione ha la maggioranza assoluta, cosa che obbliga ogni gruppo politico a lavorare a dei compromessi».

Le posizioni restano distanti. L’obiettivo minimo è un accordo di “non censura”, per evitare che il prossimo governo cada al primo ostacolo. Ci sono ragioni strutturali e ideologiche per il Ps, su posizioni opposte alla destra sulla riforma delle pensioni e l’immigrazione. Sulle pensioni, un punto identitario a sinistra, Faure ha fatto un passo: «Sono cosciente che ci sono dei soldi da trovare, prima di abrogare cominciamo a cercare dei finanziamenti e durante questo periodo congeliamo la riforma».

ATTACCHI ARRIVANO da destra. Per Bruno Retailleau, ministro repubblicano degli Interni, «la destra non potrà fare nessun compromesso con la sinistra, che è venuta a patti con Lfi, rifiutato di denunciare le folli derive di Mélenchon dopo il 7 ottobre e ha votato una mozione di censura irresponsabile». Ma tra i républicains si apre uno spiraglio, a condizione che il primo ministro sia di destra, «si potrebbe lavorare con deputati di sinistra».

Per il Ps la strada è comunque in salita. Dietro l’accordo del Nfp c’erano ragioni strutturali e anche elettorali. Solo la proporzionale potrebbe dare respiro ai socialisti, che in caso di elezioni anticipate con il sistema attuale, senza un’intesa Nfp, rischia di perdere i tre quarti dei deputati (oggi 66). Nel 2026 ci sono le elezioni municipali e la sinistra divisa potrebbe perdere importanti città, Nantes, Rennes, Marsiglia, Montpellier. L’estrema destra in queste ore è marginalizzata, accusata da Gabriel Attal di Ensemble di essere la causa della debolezza della Francia, senza governo, che deve incassare la sgradita firma del trattato Ue-Mercosur. Marine Le Pen attacca la destra che cerca accordi con il Ps: «Era solo fumo negli occhi, sono io la vera destra» afferma, accusando Macron di «cercare dei tappetini europeisti».



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