A Bari le lamentele sono diffuse e continue. Città sporca, bidoni strapieni, discariche a cielo aperto in periferia. Ma quanto è da addebitare al servizio e quanto alle cattive abitudini dei cittadini? Intanto vediamo quali sono i costi e i servizi che l’Amiu offre. Per il trattamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani il costo è di 19.630.073 euro, per la raccolta (compresi i porta a porta già avviati) 33.273.734 euro, lo spazzamento costa 20.300.837, altri servizi come diserbo suoli, disinfestazione, rimozione graffiti, videosorveglianza 2.199.476, per il porta a porta appena cominciato a Torre a Mare, S. Giorgio e S. Anna 491.389.
Per il 2024 il Comune di Bari ha conferito all’ Amiu 75 milioni e 895.509 euro. Stessa cifra è prevista per il 2025 ma distribuita un po’ diversamente. Per trattamento-trasporto e smaltimento Rsu la spesa sarà di 17 milioni e 512.757 euro, per la raccolta cifra identica a quella del 2024, idem per lo spazzamento e per “altri servizi”, varia quella del porta a porta di Torre a Mare, S. Giorgio e S. Anna che dai 490mila circa passa a 2.608.705, dato che il servizio coprirà l’intero anno. L’Amiu svolge il servizio di igiene urbana garantendo quotidianamente la raccolta dei rifiuti, il trattamento e il conferimento in discarica e lo spazzamento di strade e marciapiedi. A questo si aggiungono il ritiro degli ingombranti, dei Raee, pulizia di spiagge, della fogna bianca, derattizzazione, pulizia di 12 mercati giornalieri, 9 settimanali e 7 cimiteri cittadini.
Il personale
Per svolgere questa mole di lavoro l’Amiu può contare su 742 dipendenti che non sono tanti, soprattutto nel periodo estivo, fra ferie e aumento delle presenze turistiche. Quello della carenza di personale è uno dei problemi che ha fatto andare in affanno l’azienda ma presto le cose miglioreranno. «Ultimamente in Consiglio c’è stata l’approvazione dell’adeguamento del nostro contratto, la variazione Tari e l’autorizzazione ad ampliare i servizi aggiuntivi. Questo – afferma la presidente Antonella Lomoro – ci autorizza a fare le nuove assunzioni. Ci sarà un incremento di 9 unità per far integrare il porta a porta a Torre a mare e stiamo riprogrammando i servizi per capire come estendere l’orario di lavoro a chi è già in organico. Quindi ampliare l’orario dei part-time e assumere nuovo personale perché servono figure aggiuntive». E i part time sono una sessantina. Il bilancio Amiu 2023 si è chiuso con un passivo di 574mila euro circa e a pesare maggiormente sui costi è lo smaltimento dei rifiuti “tal quali”. Il punto è che più rifiuto indifferenziato si produce, più sarà alta la Tari che già è fra le più care d’Italia da poco aumentata del 7%. Smaltire l’indifferenziato in discarica costa, mentre il rifiuto differenziato rappresenta un guadagno per l’azienda. Fra l’altro l’impianto lavora al 50%. «Ora l’impianto tratta la metà dei rifiuti che potrebbe trattare e non riesce a coprire neanche integralmente la produzione dei rifiuti di Bari. Il nostro obiettivo – sottolinea Lomoro – è aumentare la raccolta differenziata quanto più possibile. Mentre sulle frazioni recuperabili noi prendiamo dai consorzi di filiera un corrispettivo, sull’indifferenziata spendiamo per trattare i rifiuti prima di portarli in discarica e paghiamo lo smaltimento in discarica».
Le emergenze
Ma oltre alle emergenze da affrontare e la carenza di personale da più parti si richiede un salto culturale. «Il problema è anche culturale – afferma l’assessore all’Igiene urbana, Elda Perlino – io cerco di spiegare che laddove le città sono pulite è perché i cittadini le lasciano pulite. In zona via Amendola dove ci sono “isole ecologiche” spontanee dove c’è di tutto e di più compresi i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche) ebbene la mattina è tutto molto pulito ma dopo un’ora i cassonetti sono pieni, stracolmi. È uno sfregio alla città. Se chiedo il doppio passaggio al giorno all’Amiu, si pagherà il doppio. Il doppio passaggio comunque – continua Perlino – lo vogliamo sperimentare per le utenze non domestiche. Il problema dell’igiene per il sindaco e per me è primario».
Altro fenomeno sempre più diffuso è quello della migrazione, gente di altri Comuni o quartieri dove si fa la differenziata, che lascia i rifiuti in zone periferiche creando discariche a cielo aperto o nei cassonetti. Poi il problema dei roghi. «Abbiamo mappato 19 siti – riferisce l’assessora Perlino – ci sarà un tavolo tecnico».
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