14 DICEMBRE ’24 – A ROMA DECINE DI MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO IL D.D.L. PAURA E INSICUREZZA

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Una manifestazione riuscita.

È questo il giudizio unanime della variegata compagine che ha dato vita alla dimostrazione di ieri a Roma contro il disegno di legge Piantedosi-Nordio-Crosetto. Più di 200 sigle hanno dato vita ad un corteo che, partito dal Piazzale del Verano, ha raggiunto Piazza del Popolo. Durante lo svolgersi della manifestazione tanti interventi a sottolineare la composita appartenenza dei manifestanti. Un lungo serpentone accomunato da uno scopo condiviso: la contestazione ampia e sociale al DDL c.d. Sicurezza, giustamente ribattezzato DDL Paura.

La campagna non è finita qui. Tre giornate di iniziativa sono già state indette per i giorni 10, 11 e 12 gennaio 2025 dalla Rete Nazionale No DDL “A pieno regime”. Noi GD, presenti sin dall’inizio della mobilitazione, ci saremo e invitiamo tutte e tutti a parteciparvi.

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Abbiamo scelto di aderire e partecipare al percorso di costruzione e alla manifestazione perchè il Disegno di Legge, a nostro avviso, si inserisce in una deriva neo-fascista che sta investendo non solo le istituzioni repubblicane, ma l’intera società, come abbiamo analizzato nella nostra ultima assemblea nazionale a Torino lo scorso novembre.

Avevamo auspicato la più vasta unità e mobilitazione tra forze sociali, sindacali e politiche, soggetti di movimento e società civile, al fine di combattere sul piano sociale, giuridico e costituzionale le politiche autoritarie, repressive e fasciste del Governo Meloni e la manifestazione del 14 dicembre è stata un tassello importante in questo percorso

Le motivazioni che ci hanno portato in piazza sono ben sono riassunte in alcuni interventi approfonditi su questo sito web del nostro collega avvocato Giuseppe Romano, membro Esecutivo GD,  riferiti all’impianto generale del DDL e in particolare con riferimento alla tematica delle occupazioni abitative, ai blocchi stradali e in generale al diritto a manifestare e dell’avv. Marina Prosperi, nostra associata del Foro di Bologna,  sul legame tra DDL e percezione della sicurezza.

Vi proponiamo alcune veloci riflessioni raccolte sotto il nostro striscione, durante il corteo.

Avvocato Mario Faggionato – GD Vicenza

Questo Disegno di legge criminalizza il dissenso, il che vuol dire che criminalizza la democrazia. Ciò fa criminalizzando chi il dissenso lo pratica nelle piazze, anche attraverso l’introduzione di una miriade di aggravanti di reati già esistenti.

C’è un insieme di norme che incentivano sostanzialmente la repressione. Lo fanno coccolando, per così dire, chi la repressione la pratica, cioè le Forze di Polizia. Ci sono una marea di norme come l’introduzione di aggravanti che stabiliscono delle difformità, delle differenze tra pubblici ufficiali e pubblici ufficiali che fanno parte delle Forze di Polizia, privilegiando quest’ultimi. Vengono introdotte, sotto questo profilo delle cose veramente incredibili come la tutela legale per le Forze di Polizia che commettono reati colposi nell’esercizio delle proprie funzioni oppure che consentono agli agenti e ufficiali di polizia di portare armi, senza licenza, al di là e al di fuori della propria attività di polizia. Tutte norme volte a facilitare la politica di repressione” (qui il collegamento al video: https://youtu.be/MwonvAfoXp0).

Avvocato Giuseppe Romano – Sezione veneziana dei GD “Emanuele Battain”

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“La parte più importante per cui oggi siamo così tante e tanti in corteo, è sicuramente il nuovo reato di blocco stradale che in una manifestazione come questa, se si sviluppa spontaneamente, potrebbe far si che le persone ne debbano rispondere: basta una deviazione dal percorso ufficiale perchè vengano tutti segnalati. Questo, unito alle norme inaccettabili sulle rivolte carcerarie e la resistenza passiva sta rimettendo nel circuito giuridico delle idee che noi dobbiamo contrastare fin dal loro nascere” (qui il collegamento al video: https://youtu.be/cY26jPfZAuY)

Avvocato Cesare Antetomaso – Sezione romana “Gianni Ferrara”

Un tratto particolarmente pericoloso oltreché feroce di questa congerie di norme liberticide è costituito dalla penalizzazione della resistenza passiva in carcere e nei centri per migranti, con condanne previste fino a cinque anni di reclusione. I luoghi nei quali le persone sono in condizioni di maggiore vulnerabilità in quanto private della propria libertà, potrebbero così costituire un laboratorio per la criminalizzazione di ogni forma di disobbedienza, come è stato per il Daspo, fuoriuscito dagli stadi, originario ambito di applicazione, e approdato nei centri urbani“.

Avvocata Aurora d’Agostino – Copresidente GD – Padova

“Siamo a Roma, stiamo arrivando adesso a Piazza del Popolo, al termine del corteo. Un corteo veramente riuscitissimo, migliaia e migliaia di persone che non so quantificare. I dati sicuramente divergeranno tra Questura e manifestanti, ma veramente c’è un’infinità di gente.

Credo che sia la più bella risposta che si potesse dare a un provvedimento disegnato, pensato intensamente da un governo che vuole riportarci ad un livello di repressione del dissenso che veramente credo possa essere datato 1950, questa la datazione più o meno esatta delle norme, peggiorative del codice Rocco, che questo governo vuol fare per rendere la polizia assolutamente intoccabile e il dissenso assolutamente non esercitabile” (qui il collegamento al video: https://youtu.be/bAVZKxyN9U8).

Ci siamo sentiti a nostro agio nella piazza di Roma, dentro la consapevolezza che quel che avviene dentro le aule di giustizia non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma l’intera società. Alla conclusione della manifestazione ci sentiamo ancor più impegnati a partecipare ai momenti di  contrasto all’approvazione del Disegno di Legge ed invitiamo i nostri colleghi a far sentire la nostra voce fuori e dentro i tribunali assieme alle forze sociali impegnate in questa battaglia di civiltà e libertà.

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