Il ciclone Chido che ha colpito l’isola francese di Mayotte sabato scorso ha assunto le proporzioni di un cataclisma provocando «diverse centinaia, forse migliaia» di vittime, secondo il prefetto locale. Nel dipartimento più povero di Francia, possedimento coloniale nell’arcipelago delle Comore nel canale del Mozambico, la catastrofe naturale si è amplificata radendo al suolo le bidonville che riempiono l’isola francese. «Si stima ci vivessero centomila persone», secondo Rémi Carayol, giornalista e autore del libro Mayotte. Département colonie (ed. La Fabrique, 2024).
Perché il ciclone ha fatto così tanti danni?
Perché Mayotte è piena di bidonville: senza quelle città di latta le vittime sarebbero state molte meno. Le case in muratura hanno più o meno resistito, le baracche sono state distrutte.
Nel suo libro utilizza il concetto di «necropolitica» elaborato dal pensatore camerunense Achille Mbembe. Come aiuta a descrivere quanto successo?
L’idea della necropolitica formulata da Mbembe consiste nel dire che lo Stato, in certe zone e in alcuni modi, ha creato dei «vivi-morti», degli esseri umani gestiti o amministrati dallo Stato ma destinati comunque a morte certa. Come non fossero veramente vivi. A Mayotte questo avviene nel momento in cui la Francia crea una frontiera. L’arcipelago delle Comore è composto da quattro isole colonizzate dalla Francia nel XIX secolo. Nel 1975 una maggioranza di mahorais (gli abitanti dell’isola di Mayotte, ndr) ha espresso la volontà di restare francesi, mentre le altre hanno votato per l’indipendenza. Fino al 1995, tuttavia, tra le isole non vi era alcuna frontiera. Quell’anno la Francia – che intende Mayotte come un vero e proprio dipartimento dove applicare le leggi nazionali – crea un visto per gli abitanti delle altre isole Comore, istituendo dal nulla una frontiera.
Da quel momento che succede?
Le persone cominciano a morire percorrendo il breve tragitto dalll’isola di Anjouan a Mayotte: misura solo 70 km ma improvvisamente diventa pericoloso. Arrivate a Mayotte le persone sono condannate a una forma di clandestinità perché non possono regolarizzarsi. Dalla metà degli anni duemila sull’isola si sviluppa una vera e propria caccia ai sans papiers. Nel 2006 ci sono 13mila espulsioni, una cifra enorme. Adesso annualmente sono espulse 23/25mila persone, quasi il 10% della popolazione è cacciata ogni anno verso Anjouan. Il 50% dei residenti sono considerati «stranieri», in realtà sono semplicemente comoriani delle altre isole dell’arcipelago in situazione irregolare. Sono loro che, in gran parte, vivevano nelle bidonville distrutte dal ciclone.
Dalla caccia ai sans papiers deriva quella che nel suo libro definisce «una spettacolare deriva xenofoba». Cosa intende?
Negli anni ‘60 il movimento che voleva una Mayotte francese ha sviluppato discorsi xenofobi nei confronti degli abitanti delle altre isole, additandoli come la fonte di tutti i mali. Nell’ultimo decennio questi discorsi si sono tradotti in voti. Alle ultime presidenziali l’estrema destra di Marine Le Pen ha ottenuto il 40% al primo turno e il 60% al secondo. È assurdo se si pensa che la popolazione di Mayotte è costituita principalmente da neri musulmani, che quindi votano un partito xenofobo e islamofobo.
Mayotte è l’unico territorio francese nel quale non vige lo ius soli. Perché?
La stragrande maggioranza dei politici di Mayotte sostengono da anni l’abrogazione a Mayotte di quello ius soli che in Francia è uno dei fondamenti della République e della costruzione di cittadinanza e nazionalità. Nonostante sia alla base del diritto francese da oltre duecento anni, l’estrema destra sogna di mettervi fine. Oggi a Mayotte un figlio di stranieri, per diventare cittadino francese, deve provare che alla nascita almeno uno dei genitori si trovasse sul suolo nazionale in situazione regolare da almeno tre mesi. A settembre scorso un deputato dell’isola ha proposto di abolire integralmente lo ius soli.
Questa tendenza prefigura un futuro prossimo per il resto della Francia?
I «territori d’oltremare» hanno sempre funzionato come laboratori per lo Stato francese, in particolare per quanto riguarda i diritti degli stranieri. Per l’estrema destra Mayotte non è solo un bacino elettorale, è un luogo dove sperimentare e far accettare l’inaccettabile. L’esempio dell’abolizione dello ius soli è particolarmente significativo: è un fondamento della République ma cancellarlo in un territorio specifico fa passare l’idea che sia possibile abrogarlo ovunque. Anzi, che sia perfino una buona idea.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link