Perugia contro la guerra con ‘La casa brucia’

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L’Umbria e Perugia si mobilitano per fermare la guerra e l’ invio di armi in Ucraina e Medio Oriente. Con la campagna nazionale ‘La Casa Brucia’ è stata predisposta una mozione da presentare in tutti i Consigli comunali, in scuole, università e luoghi di lavoro della regione per fare pressione sulle istituzioni nazionali.

A Perugia è stata presentata la campagna nazionale di mobilitazione popolare per fermare tutte le guerre, La Casa Brucia, promossa a livello regionale dall’associazione Umbrialeft e dall’associazione ‘Il coraggio della pace – Disarma’.

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Alla conferenza, moderata da Stefano Vinti di Umbrialeft, sono intervenuti Fabio Barcaioli, assessore alla Pace della Regione Umbria, Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia e responsabile Pace di Anci nazionale e Claudio Grassi, coordinatore nazionale dell’associazione ‘Il coraggio della pace – Disarma’.

“Proponiamo – ha riferito Claudio Grassi una mobilitazione popolare per dire ‘no’ alle guerre attraverso una campagna nazionale che faccia sentire la voce di tutti i cittadini italiani che condividono il ripudio della guerra scolpito nell’articolo 11 della Costituzione”.

“Abbiamo tre obiettivi. Il primo ha sottolineato Grassiè che stiamo lavorando ad una petizione affinché il Parlamento non voti il rinnovo dell’invio di armi in Ucraina, perché riteniamo che la scelta di continuare a mandare armi in quel paese, abbia dimostrato che non ferma la guerra, ma la alimenta, quindi è necessario cessare l’invio delle armi ed aprire il tavolo delle diplomazie e delle trattative”.

“Il secondo punto – ha detto Claudio Grassi –  è che in tutti i consigli comunali, in tutte le assemblee elettive, le scuole e le università, in tutti i luoghi di lavoro, siano messi in votazione e approvati ordini del giorno/mozioni/delibere che chiedano provvedimenti concreti per porre fine alla guerra in Europa e Medio Oriente.  Sono necessari: stop all’invio di armi in Ucraina e rigetto della direttiva politica che punta a imporre la vittoria di una parte a danno dell’altra; stop all’invio di armi; sanzioni politiche, diplomatiche ed economiche nei confronti di Israele”.

“Chiediamo – ha aggiunto Claudio Grassi – che questi documenti, espressivi della volontà popolare, siano inviati ai rappresentanti del Governo italiano e delle forze politiche presenti in Parlamento per indurre il nostro Paese a compiere scelte coerenti in direzione del cessate il fuoco e della soluzione pacifica delle controversie”.

“Riteniamo – ha ribadito Grassisi debba creare una mobilitazione nel paese, anche perché, come detto, la maggior parte della popolazione in Italia è contraria all’invio delle armi e bisogna quindi dare rappresentanza a questa maggioranza, con una vasta mobilitazione. In Umbria abbiamo già avuto riscontri positivi. L’Umbria è una regione da sempre schierata per la pace ed alcuni comuni hanno già approvato la mozione e stiamo lavorando affinché venga presa in considerazione e possibilmente votata in tutti gli altri comuni della regione”.

Il primo Comune dell’Umbria ad avere già approvato la mozione La Casa Brucia è quello di Marsciano (Pg)

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Con la giunta regionale di Stefania Proietti, è stato reintrodotto anche l’assessorato alla pace.

“Come si pone la Regione Umbria rispetto a questa tematica ha evidenziato l’assessore regionale alla pace Fabio Barcaioli lo mostra già la decisione di aver riaperto l’assessorato alla Pace che la giunta precedente aveva depennato”.

“Oggi – ha detto Barcaioli – parliamo di disarmo: il presidente Mattarella nel discorso di fine anno ci ha ricordato che nel mondo vengono spesi 2.400 miliardi di dollari per l’acquisto di armi e questo è un abominio se si pensa che è una cifra otto volte maggiore di quella che noi spendiamo per mitigare gli effetti del cambiamento climatico”.

“L’Italia – ha continuato Fabio Barcaioliè arrivata all’1,5% del Pil per spese militari e dobbiamo salire al 2% perché ce lo chiede la Nato. Noi vogliamo cambiare completamente tendenza e andare verso un disarmo generalizzato. Dobbiamo far tornare la parola ‘guerra’ nei cassetti della storia e dobbiamo iniziare a discutere di trovare altre soluzioni diplomatiche ai conflitti che ci sono nel mondo”.

La memoria pacifista di Perugia è stata ribadita dal sindaco della città Vittoria Ferdinandi

“Parlare di pace a Perugiaha dichiarato la sindaca Vittoria Ferdinandinon può che riportarci alla memoria Aldo Capitini che diceva che: ‘la non violenza è il futuro dell’umanità’. La non violenza non è un atteggiamento contingente, ma è un atteggiamento radicale. La pace non è solo assenza di guerra, ma è costruzione di società basate sulla giustizia sociale, l’equità e il dialogo”.

“Il mio impegno ha ricordato Ferdinandi – come sindaca e come delegata alla pace di Anci nazionale è quello di fare delle nostre comunità e delle nostre città luoghi di costruzione di pace, portando la cultura della pace all’interno delle scuole. Investire sulle generazioni future è il più grande investimento che possiamo fare, trasmettendo un’idea chiara di cultura pacifista e non violenta, e lavorare sulla grande radice di mediazione culturale di cui la nostra città è erede grazie alle sue due università”.

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“L’obiettivo – ha concluso Vittoria Ferdinandi è fare di Perugia, insieme ad Assisi, un grande luogo della cooperazione internazionale e del dialogo. Il disarmo è una prospettiva necessaria, non è più possibile continuare a distinguere tra fini e mezzi. Un fine nobile come quello della pace non può essere perseguito con dei mezzi non nobili come quelli della guerra e delle armi”.



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