«Vinceremo il ricorso al 99 per cento», dice sicuro Vincenzo De Luca ripetendolo un paio di volte. Come se debba rimanere tutto impresso nella pietra più che negli animi dei consiglieri. Prima lo dice a tutto il desco, poi direttamente guardando il capogruppo del pd Mario Casillo come se dovesse portare questo messaggio ai vertici nazionali. È il succo della riunione, a porte chiuse ovviamente, con i capigruppo che dura poco più di un’ora e vede parlare solo il governatore. Che è tonico, quasi un coach che deve galvanizzare la sua squadra prima di un match decisivo. E questa partita per De Luca lo è eccome.
Salerno, appello del Psi: «Ripartiamo da De Luca e la coalizione sia unita»
«Dobbiamo stare uniti, compatti. Tutta la coalizione. Senza cedere di un millimetro», ripete l’ex sindaco più volte annunciando pure come sono stati nominati, con delibera di giunta, i tre legali (Giandomenico Falcon, Marcello Cecchetti e Aristide Police) che sosteranno le ragioni di palazzo Santa Lucia davanti alla Consulta. Regione Campania contro esecutivo Meloni per il terzo mandato che De Luca vuole a tutti i costi, come il collega Luca Zaia, ma non il governo che ha impugnato la norma campana. E non c’è giorno che un amministratore non si schieri dalla parte dei governatori, al di là degli schieramenti politici. «Sono d’accordo con Zaia e De Luca: prendere lezione da chi da 30 anni è in Parlamento, anche no», dice ieri, ad esempio, il sindaco di Milano Giuseppe Sala. E non esclude, lui a capo di una giunta di centrosinistra, di provare un tris: «Mai dire mai…».
Terzo mandato De Luca, Caldoro: «Per coerenza deve ricandidarsi»
LO SCENARIO
«Presidente ma iniziamo proprio alle 17.17?», esordisce un consigliere. «Il 17 mi ha sempre portato fortunato», risponde De Luca: non si cura nemmeno del fatto che al tavolo della sala De Sanctis sino in 13. Ma tanto non si deve certo cenare. Al centro lui, con accanto il fedelissimo delle strategie elettorali Nello Mastursi, e attorno 11 consiglieri di maggioranza. Tra capogruppo e rappresentanti dei partiti politici. Grandi e piccoli. Più defilati gli uomini del suo staff e il vicegovernatore Bonavitacola che ha convocato la riunione.
Mancano, ovviamente, i grillini, oggi all’opposizione, che invece la segretaria nazionale del Pd vorrebbe alleati per la sfida delle regionali mettendo fuori gioco proprio De Luca («Serve costruire un’alternativa», ha ripetuto proprio l’altra sera la Schlein). Lo sa bene De Luca. E chiarisce più volte come si giocherà sino in fondo questa partita, convinto che alla fine la norma per far ripartire i suoi mandati da zero, avrà il via libera della Consulta. «Ancora non ho capito perché se la prendono con noi. In ultimo l’hanno adottata anche Piemonte e Marche ma nessuno ha osato fiatare», rimarca il governatore, facendo notare come in questa partita non è da solo. «Prendete Luca Zaia: ho idee politiche opposte alle sue ma non può essere che uno ha voti e consensi in Veneto e non possa ricandidarsi. Che sia il terzo o il quarto mandato…».
E chi si aspettava attacchi diretti alla Meloni, alla Schlein o al Pd rimarrà deluso. Niente ieri sera. Perché verrà spiegato anche dopo in un comunicato stampa c’è «la consapevolezza di essere nel pieno della legalità, a fronte dell’unica vera anomalia che è quella del Governo nazionale, che ha violato il principio costituzionale della “legge uguale per tutti”». Solo ad un tratto se la prende con chi, ma senza fare nomi, «ormai si sveglia e parla del terzo mandato e della Campania…Senza averne titolo alcuno». E via, ancora, in modalità coach. Quindi «squadra unita», «coalizione unita», in vista del lavoro da fare. Dall’altra parte, i consiglieri, non osano nemmeno proferire parola. Nessuno obietta sui tempi di decisione della Consulta o su altri nodi che pure li rendono nervosi.
Alla fine, come sempre, è il solo De Luca a parlare magnificando il lavoro fatto e quello da fare. A cominciare dall’apertura dei cantieri. Non solo i nuovi ospedali ma, soprattutto, l’opera a cui tiene di più: la nuova sede della Regione. «Presenteremo a breve il progetto alla Stazione Marittima». E, quindi, nessuno stop o passo indietro. Figuriamoci. D’altronde anche ieri mattina a margine di un taglio del nastro ribadisce che il suo lavoro non si può fermare. «Questi signori di Roma non si rendono conto che non si tratta di De Luca, ma bloccare questo lavoro significa danneggiare in maniera drammatica i cittadini campani. Non so come farglielo capire». Poi si vedrà per la Consulta o per le elezioni. I giudici, molto probabilmente, si esprimeranno nei mesi di aprile o maggio sul ricorso del governo Meloni. Intanto il centrodestra attacca. «Sono alla frutta se arrivano ad invocare il principio che la legge è uguale per tutti perché la legge regionale che il governo ha impugnato dice che l’unico che fa eccezione è De Luca», attacca il senatore di Fdi Antonio Iannone; «solo una sceneggiata poltronista», aggiunge il capogruppo della Lega Severino Nappi.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link