AGI – Un incubo lungo 15 mesi. Per Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher, per le loro famiglie e i loro amici, il 19 gennaio 2025 è sicuramente un giorno indimenticabile. Il giorno del ritorno alla libertà, alla vita. Dimenticare più di 500 giorni nelle mani di Hamas non sarà affatto facile. Ci vorrà del tempo, forse tanto. Ma l’incubo, il maledetto incubo cominciato il 7 ottobre 2023, è finito. La notizia ufficiale, arrivata qualche ora dopo rispetto all’orario di liberazione previsto dal cessate il fuoco, anche questo in vigore in ritardo, è stata diffusa prima dalla Croce Rossa e subito dopo dall’esercito israeliano, che in un comunicato ha reso noto che i tre ostaggi liberati da Hamas hanno “attraversato il territorio israeliano accompagnati dalle nostre truppe. Poco fa, accompagnati dalle forze Idf (militari) e Isa (agenzia di sicurezza), gli ostaggi liberati hanno attraversato il confine con il territorio israeliano.
Hamas ha dichiarato che osserverà il cessate il fuoco a Gaza finché Israele farà lo stesso, poche ore dopo l’entrata in vigore della tregua. “Noi e le fazioni della resistenza dichiariamo il nostro pieno impegno all’accordo di cessate il fuoco, sottolineando che tutto ciò è subordinato all’impegno del nemico”, ha dichiarato Abu Obeida, portavoce del braccio armato Ezzedine al-Qassam, in un video messaggio.
Gli ostaggi rilasciati sono attualmente in viaggio verso un punto di prima accoglienza nel sud di Israele, dove saranno sottoposti a una prima valutazione medica”. Il portavoce militare, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato alle tv che gli ostaggi sono “nelle nostre mani e stanno tornando a casa. I nostri cuori – ha aggiunto – sono ora con tutti i prigionieri ancora detenuti in condizioni disumane e attendiamo il loro ritorno”.
La notizia della liberazione della tre giovani donne è stata prima diffusa da alcuni media, poi smentita da fonti di Israele, e dopo pochi minuti ufficializzata. La consegna dei tre ostaggi alla Croce Rossa, di fatto, è stata ritardata da numerosi militanti di Hamas che praticamente, in piazza a Gaza, hanno bloccato il transito del mezzo dell’organizzazione umanitaria.
Le immagini dei media, in diretta da Gaza, sono state seguite con applausi, lacrime e abbracci tra la folla a Tel Aviv. Molte persone si sono riunite nella citta’ in attesa del rientro delle tre donne, con scene di grande gioia all’ufficializzazione della liberazione. Lacrime, gioia e grande festa anche nel video, pubblicato dall’Idf, nel momento dell’incontro delle tre donne liberate con le loro madri e i loro parenti. “Il personale e il personale medico dell’Idf accompagnano i rimpatriati che saranno sottoposti a una prima valutazione medica. I rappresentanti dell’Idf accompagnano i familiari all’ospedale e forniscono loro aggiornamenti regolari”, ha scritto l’esercito israeliano.
Dopo le prime visite mediche e gli incontri con il team degli psicologi. Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher faranno rientro a casa. Per ricominciare a vivere, e per dimenticare 15 mesi d’inferno.
Biden: “Oggi le armi hanno taciuto”
Il presidente Joe Biden ha accolto con favore il cessate il fuoco in atto tra Israele e Hamas a Gaza, affermando che la “regione è stata fondamentalmente trasformata”.
“Dopo tanto dolore, morte e perdite di vite umane, oggi le armi a Gaza hanno taciuto”, ha dichiarato il presidente uscente durante una visita in South Carolina, poche ore dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco.
Al Jazeera, 69 donne e 21 minori i palestinesi liberi oggi
Al Jazeera ha ottenuto un elenco dei nomi dei 90 prigionieri palestinesi che saranno rilasciati oggi come parte del primo scambio con gli ostaggi a Gaza. L’elenco comprende 69 donne e 21 minori, 76 prigionieri provenienti dalla Cisgiordania e 14 da Gerusalemme Est. Il palestinese piuù giovane fra i rilasciati di Israele: è Mahmoud Aliowat e ha 15 anni, scrive il Times of Israel citando l’AP. Tra i prigionieri da rilasciare c’è Khalida Jarrar, 62 anni, membro di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, una fazione di sinistra con un gruppo armato che ha compiuto attacchi contro gli israeliani. Human Rights Watch ha affermato che i ripetuti arresti fanno parte della più ampia repressione israeliana dell’opposizione politica non violenta. Anche Dalal Khaseeb, 53 anni, sorella dell’ex secondo in comando di Hamas Saleh Arouri, è sulla lista, fornita da Hamas. Arouri è stata uccisa in un attacco israeliano in un sobborgo meridionale di Beirut nel gennaio 2024. E’ stata inserita nella lista per il rilascio anche Abla Abdelrasoul, 68 anni, moglie del leader del FPLP Ahmad Saadat, ora detenuto, che ordino’ l’assassinio del ministro del turismo israeliano Rehavam Ze’evi nel 2001 e che sta scontando una condanna a 30 anni di carcere.
Dopo 15 mesi di guerra nella Striscia di Gaza, entra in vigore un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, seguito dal rilascio degli ostaggi, alimentando le speranze di una pace duratura nonostante l’avvertimento di Benjamin Netanyahu. Poche ore prima della scadenza, fissata per le 08:30 ora locale, il Primo Ministro israeliano ha avvertito che si tratta di “un cessate il fuoco temporaneo” e che Israele conserva “il diritto di riprendere la guerra se necessario e con il sostegno degli Stati Uniti”.
Secondo i termini dell’accordo raggiunto negli ultimi giorni della presidenza di Joe Biden, le ostilità devono cessare e 33 ostaggi israeliani devono essere rilasciati, in una prima fase distribuita su sei settimane.
In cambio, Israele rilascerà 737 prigionieri palestinesi, secondo il Ministero della Giustizia israeliano, mentre l’Egitto riferisce che “più di 1.890 prigionieri palestinesi” saranno rilasciati durante questa prima fase. Secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, la prima fase prevede anche il ritiro di Israele dalle aree densamente popolate di Gaza e un aumento degli aiuti umanitari al territorio, che secondo le Nazioni Unite è minacciato dalla carestia. Le autorità egiziane hanno specificato che l’accordo prevede “l’ingresso di 600 camion di aiuti al giorno”, tra cui 50 camion di carburante.
Durante la prima fase, verranno negoziati i termini della seconda fase, che dovrebbe portare al rilascio degli ultimi ostaggi, prima della terza e ultima fase dedicata alla ricostruzione di Gaza e alla restituzione dei corpi degli ostaggi morti in prigionia.
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