Laturo: il borgo che rinasce tra le Marche e l’Abruzzo

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Da qualche anno la parola “borgo” va di moda, ed è certamente un bene. Negli elenchi dei “borghi più belli”, però, accanto a tanti piccoli o piccolissimi centri che meritano a pieno quel nome, compaiono realtà più grandi. Tutte bellissime, certo, ma che sono probabilmente un’altra cosa.

La definizione di “borgo”, invece, sta perfino larga a Laturo, un microscopico centro a 830 metri di quota, sedici case circondate dai boschi che scendono dalla Montagna dei Fiori. Siamo in comune di Valle Castellana, in Abruzzo, a qualche chilometro dal confine regionale con le Marche. Per arrivarci a piedi occorre un’oretta, sia partendo da Olmeto e da Valzo, sia scendendo da Settecerri.

Fino agli anni Sessanta, a Laturo vivevano tra le 100 e le 150 persone. C’erano la scuola elementare e due chiese, uomini e donne lavoravano nei campi e nei boschi, in estate pecore e mucche salivano ai pascoli della Cordella. Per raggiungere il mercato di Ascoli Piceno occorrevano circa tre ore a piedi. Per quello di Teramo, scavalcando la montagna, ce ne volevano almeno dieci. Si partiva la sera, si arrivava all’alba, si faceva quel che si doveva fare al mercato, ci si rimetteva in cammino per tornare.

Poi, intorno al 1962, Laturo viene abbandonata. Prima che gli abitanti se ne vadano fa in tempo ad arrivare la corrente elettrica. La strada carrozzabile no, si ferma a Valzo, tre quarti d’ora di cammino più in basso. Le case abbandonate, in pochi anni, si trasformano in ruderi invasi dai rovi e con i tetti crollati.

La riscoperta di Laturo inizia una quindicina di anni fa. Pasquale Iannetti, guida alpina di Teramo, porta i suoi clienti ad arrampicare a San Vito, e spesso, per completare la giornata, scende a piedi fino al borgo. Nel 2012, in una tesi per un master, suo figlio Eugenio, architetto, inizia a parlare concretamente di un recupero.
Intanto, però, Laturo ha già iniziato a rinascere grazie a Federico Panchetti e ad altri giovani, in maggioranza marchigiani, che si innamorano del borgo, iniziano a visitarlo, restaurano e utilizzano per la notte l’unico edificio ancora in piedi. Sono loro a ripulire i sentieri che arrivano da Settecerri e da Valzo, e proseguono verso gli altri borghi-fantasma della Montagna dei Fiori come Balzo, Vallinquina e Pescomaggiore.

Grazie all’esempio degli Amici di Laturo, sezioni del CAI e altre associazioni inseriscono il borgo-fantasma tra le mete delle loro escursioni. Poi ci sono gare di corsa in montagna e di mountain-bike ed eventi come quelli del Festival dell’Appennino, organizzato dalla Provincia di Ascoli Piceno.

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Tutti gli anni, a dicembre, il Natale di Laturo porta centinaia di appassionati di montagna nel borgo e nella chiesetta restaurata, dove una foto ricorda Pino Sabbatini, guida alpina di Teramo scomparsa al Gran Sasso dieci anni fa. Spesso si tratta di un’escursione elementare. Nell’ultima edizione, il 22 dicembre 2024, l’innevamento abbondante ha reso necessari le ciaspole o gli sci da scialpinismo.

Da qualche giorno, tramite la pagina Facebook Borgo di Laturo o il sito www.borgodilaturo.it, gli Amici del piccolissimo centro invitano gli appassionati di montagna a dare loro una mano anche nel 2025. “Da almeno 10 anni siamo impegnati nello stesso sogno. La nostra associazione si batte per salvare questo piccolo borgo immerso nei boschi e mai raggiunto da strada carrabile”, si legge.

“In questi anni abbiamo dato la possibilità a molti di voi di visitare questa piccola perla prima irraggiungibile. Dai primi mesi dal nostro arrivo, quando non passava nessuno, a oggi, come si evince dal “Diario del Passante” (il libro delle firme, ndr), ogni weekend dimostrate di essere in tanti. Educate famiglie, anziani con nipoti, sportivi in bici o a piedi si regalano alcune ore di stupore e di silenzio in un luogo unico”, prosegue il testo.

“Avete capito bene! Laturo di Valle Castellana, Teramo è un luogo unico in Appennino. Dall’atto costitutivo dell’associazione fino a oggi la mission del gruppo non è cambiata. Adotta Laturo, rivivi storie e tradizioni, ripopola con rispetto la montagna minore”.

Chi vuole investire un po’ di soldi per “adottare” Laturo può acquistare un rudere o entrare in comproprietà, scrivendo per chiedere come fare a borgodilaturo.it. Tutti gli altri sono invitati a diventare soci (attraverso www.borgodilaturo.it) dell’Associazione Amici di Laturo per essere informati su eventi e manutenzioni.

Tramite il sito è possibile fare una donazione libera per contribuire a sostenere le mille sfide quotidiane di Laturo. I contributi, ormai da anni, vengono spesi per la manutenzione del verde sui sentieri principali (Valzo-Laturo e Settecerri-Laturo), per la manutenzione del verde all’interno del borgo, per altre manutenzioni (muretti, tabelle, chiesa, fontanile, crolli, lampioni, latrina…) e per la preparazione e la gestione degli eventi periodici.

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Oggi si stanno accantonando i fondi per dotare Laturo di un locale comune sempre aperto, la “Stalla del passante”. Ogni vostro contributo è una simbolica pietra posata per il suo salvataggio!” Così termina l’appello a dare una mano firmato da Federico Panchetti e dagli Amici di Laturo per l’avvio della stagione sociale 2025. Ci associamo a loro con il cuore. Forza Laturo!



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