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Sanità Pubblica vs Privata: un confronto in Umbria

Sanità Pubblica vs Privata – Un affollato incontro tenutosi sabato 18 gennaio presso la Sala Polivalente di Allerona ha acceso i riflettori sul tema cruciale della privatizzazione della sanità e dei suoi impatti sul sistema socio-sanitario italiano, con particolare attenzione al contesto umbro. L’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi sindaci del comprensorio orvietano, tra cui il sindaco di Allerona Luca Cupello, patrocinatore dell’iniziativa, Simone Barbanera (Fabro), Daniele Longaroni (Castel Viscardo), Valentino Filippetti (Parrano), Sebastiano Caravaggi (Montegabbione), il consigliere comunale di Orvieto Federico Giovannini, la consigliera di Allerona Antonella Graziani, l’assessore di Allerona David Governatorini e il vicesindaco di Fabro Diego Dini, ha registrato anche la presenza del consigliere regionale Francesco Filipponi, in rappresentanza della Regione Umbria, e di esponenti dei Comitati per la salute pubblica di Terni e Città della Pieve.

L’incontro, animato dagli interventi del Dott. Carlo Romagnoli e David Proietti, ha offerto una comparazione dettagliata tra l’offerta sanitaria pubblica e quella privata nel territorio. L’analisi condotta ha evidenziato come l’approccio privatistico si concentri prevalentemente su pratiche diagnostiche e terapeutiche specialistiche e mirate, mentre il sistema socio-sanitario pubblico si dimostra l’unico in grado di farsi carico del paziente per l’intera durata del suo percorso, soprattutto in caso di patologie croniche.

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Attraverso l’analisi di parametri quali la qualità del servizio, le modalità di accesso, la gestione complessiva della domanda di salute e, non ultimo, il costo delle prestazioni, è emerso come il sistema sanitario pubblico risulti più efficiente rispetto a quello privato. Questa evidenza scientifica, secondo i relatori, impone una ricalibrazione delle politiche sanitarie, con una decisa virata verso una co-programmazione effettivamente partecipata dei servizi socio-sanitari e un’inversione di tendenza rispetto all’attuale depauperamento dei territori e all’accentramento amministrativo.

L’analisi storica ha ripercorso le tappe fondamentali della trasformazione del sistema sanitario italiano, a partire dalla Legge 421/1992, che ha trasferito la gestione della sanità dallo Stato centrale alle Regioni, fino alla trasformazione delle Unità Sanitarie Locali (USL) in Aziende Sanitarie Locali (ASL). Questo passaggio, pur ritenuto valido in altri settori, ha mostrato delle criticità nel contesto della sanità e della cura della persona. L’applicazione di una logica aziendale, infatti, si concilia difficilmente con le esigenze di un sistema che dovrebbe porre al centro il benessere del cittadino.

A conclusione dell’incontro, è stata presentata una bozza di piattaforma per il rilancio delle politiche di salute pubblica, basata su tre pilastri fondamentali: la co-programmazione partecipata, che coinvolga attivamente i cittadini nella definizione dei servizi; un effettivo ruolo dei cittadini nella governance dei servizi socio-sanitari, per garantire una maggiore trasparenza e accountability; e il contrasto alle politiche di depauperamento dei territori e di accentramento amministrativo, per assicurare una distribuzione equa dei servizi su tutto il territorio.

La partecipazione e l’interesse dimostrato durante l’incontro hanno generato una diffusa soddisfazione tra i presenti, che hanno espresso l’impegno a proseguire le azioni di sensibilizzazione e di proposta. È stato sottolineato come la qualità delle politiche di salute pubblica dipenda dall’azione congiunta di cittadini attivi e di amministratori sensibili alle esigenze del territorio. L’evento di Allerona si configura quindi come un importante momento di riflessione e di confronto, volto a promuovere un sistema sanitario più efficiente, accessibile e vicino alle esigenze dei cittadini. La discussione ha posto l’accento sulla necessità di un approccio che valorizzi il ruolo del pubblico nel garantire un diritto fondamentale come quello alla salute, in un’ottica di equità e di universalità di accesso alle cure.



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