Dalle fosse oceaniche più profonde alle dorsali vulcaniche sottomarine, Alvin è da oltre cinquant’anni uno strumento chiave per esplorare gli angoli più remoti degli oceani, contribuendo a svelare i segreti nascosti sotto la superficie del mare
Alvin rappresenta una pietra miliare nell’esplorazione oceanica. In servizio dagli anni ’60 presso il Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), questo sottomarino scientifico ha completato oltre 5100 immersioni, permettendo scoperte rivoluzionarie negli abissi marini. La sua capacità di raggiungere profondità fino a 6500 metri lo rende uno strumento unico, in grado di esplorare il 99% dei fondali oceanici mondiali.
Tecnologia al servizio della scienza
Classificato come Human Occupied Vehicle (HOV), Alvin può ospitare tre persone durante ogni missione: un pilota e due ricercatori. Opera in simbiosi con la nave da ricerca R/V Atlantis, l’unica attrezzata per il suo lancio e recupero.
Dopo il suo più recente aggiornamento nel 2023, Alvin è dotato di tecnologie all’avanguardia: un sistema di imaging ad alta risoluzione con camere 4K, illuminazione LED ad alta efficienza, bracci robotici di precisione per il campionamento e una suite di strumenti scientifici che lo rendono un vero e proprio laboratorio mobile sottomarino. La sfera abitabile in titanio garantisce la massima sicurezza dell’equipaggio anche alle massime profondità, mentre cinque oblò offrono una visuale panoramica dell’ambiente circostante.
Una giornata tipo nelle profondità
Le missioni di Alvin seguono un protocollo rigoroso. La giornata inizia all’alba con le procedure di lancio, che richiedono un’équipe specializzata e un sistema di rotaie e carrucole per il posizionamento in mare. Alvin impiega diverse ore per scendere sui fondali e durante l’immersione, l’interno del sottomarino diventa un ambiente quasi surreale, con luci ridotte al minimo per risparmiare energia e temperature che scendono vicino allo zero.
Prima di ogni immersione, il personale scientifico deve completare un addestramento specifico. Le procedure di sicurezza sono rigorose e includono sistemi di emergenza come riserve di ossigeno sufficienti per tre giorni. Ogni missione viene pianificata nei minimi dettagli, con briefing preparatori che definiscono obiettivi, percorsi e operazioni da svolgere.
Le scoperte scientifiche
Gli oceani, che coprono il 70% della superficie terrestre, nascondono ancora molti segreti. Si stima che solo il 20% dei fondali sia stato mappato in dettaglio, e la presenza di strutture come i seamounts (si ipotizzano tra 100.000 e 150.000 vulcani sottomarini di altezza superiore ai 1.000 metri) rende fondamentale l’utilizzo di strumenti come Alvin per l’esplorazione diretta.
Grazie ad Alvin infatti, i ricercatori hanno potuto studiare fenomeni geologici fondamentali, come l’attività vulcanica sottomarina e la formazione della crosta terrestre.
Un esempio significativo è il progetto OASIS (Off-Axis Seamounts Investigations at Siqueiros) del 2015, durante il quale è stata esplorata una catena di vulcani sottomarini lunga oltre 200 km vicino alla Dorsale dell’Est Pacifico. Chi scrive ha partecipato personalmente a questa missione scientifica, condotta da un team internazionale guidato dalla professoressa Patricia Gregg della University of Illinois at Urbana-Champaign (USA), sperimentando in prima persona le straordinarie capacità di questo veicolo nell’esplorazione delle profondità marine. Durante questa missione, come in molte altre, Alvin ha permesso di raccogliere campioni di rocce e dati essenziali per comprendere l’evoluzione geologica dei fondali oceanici.
Alvin oggi: dalla ricerca all’educazione
Oggi Alvin continua a essere uno strumento fondamentale non solo per la ricerca oceanografica ma anche per l’educazione scientifica. Il sottomarino effettua circa 100 immersioni all’anno, supportando una vasta gamma di ricerche in biologia marina, geologia, chimica degli oceani e archeologia sottomarina.
Attraverso il programma NDSF (National Deep Submergence Facility), Alvin è disponibile per ricercatori di tutto il mondo, permettendo studi che spaziano dall’osservazione di ecosistemi profondi allo studio di processi geologici attivi, dalla documentazione di relitti storici all’analisi di fenomeni legati al cambiamento climatico. La sua capacità di trasportare ricercatori direttamente sul campo di studio continua a fornire opportunità uniche per scoperte scientifiche che altri metodi di ricerca, come i veicoli autonomi, non possono garantire.
Alvin rappresenta quindi molto più di un semplice sottomarino: è un simbolo dell’esplorazione scientifica e della nostra capacità di spingerci oltre i confini conosciuti. Le sue immersioni continuano a fornire dati preziosi per la comunità scientifica, contribuendo a svelare i misteri che si celano nelle profondità degli oceani.
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