Aree per rinnovabili: “Il progetto di legge rischia di frenare la transizione energetica in Abruzzo”

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“Serve un approccio più coraggioso e inclusivo, si rischia penalizzazione dal punto di vista economico”

ABRUZZO. “Il Progetto di Legge regionale sulle Aree Idonee non sta andando nella giusta direzione – dichiara Silvia Tauro, Presidente di Legambiente Abruzzo – limitandosi a porre divieti, ma rinunciando a una programmazione concreta e concertata per le energie rinnovabili sul nostro territorio.  Queste norme rischiano di avere pesanti conseguenze dal punto di vista della transizione ecologica ed energetica della nostra regione, con ricadute importanti su famiglie e imprese, per cui oggi contenere i costi energetici è un elemento fondamentale di ripresa e sviluppo.”

Legambiente Abruzzo, audita in Commissione consiliare “Territorio, Ambiente e Infrastrutture”, chiede così di ridiscutere l’impianto del Progetto di Legge 45/2024 di iniziativa della Giunta regionale, sull’individuazione di aree idonee all’installazione e promozione di impianti rinnovabili sul territorio abruzzese.

L’emergenza climatica è ormai una realtà che non può essere ignorata. Il 2024 ha registrato un nuovo record della temperatura, con un superamento senza precedenti della soglia di 1,5°C sopra i livelli pre-industriali. Le Nazioni Unite, nel loro recente rapporto “The Global Threat of Drying Lands”, ci avvertono che oltre tre quarti delle terre emerse del pianeta sono diventate più secche, con l’Europa meridionale e il Mediterraneo particolarmente vulnerabili. In Italia, gli eventi climatici estremi sono aumentati vertiginosamente, con pesanti impatti sull’agricoltura, sulle infrastrutture e sull’economia delle aree colpite. 

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In questo contesto di crescente emergenza, la transizione verso un sistema energetico basato sulle fonti rinnovabili diventa non solo una necessità, ma una priorità assoluta. Non c’è futuro senza un cambiamento radicale nelle politiche energetiche, in grado di ridurre le emissioni di gas serra e di garantire l’indipendenza energetica del Paese. Tuttavia, a giudizio di Legambiente, il progetto di legge presentato dalla Regione Abruzzo rischia di trasformarsi in una vera e propria moratoria nascosta per le energie rinnovabili, penalizzando la capacità della nostra regione di rispondere alla sfida climatica dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.

Legambiente Abruzzo, che da sempre si batte per una transizione energetica giusta e sostenibile, esprime forti preoccupazioni per il testo proposto dalla Giunta Regionale (DGR n. 790-C del 03/12/2024). Sebbene siano previsti importanti passi in avanti nella semplificazione delle procedure autorizzative, la proposta presenta limitazioni che rischiano di compromettere lo sviluppo delle energie rinnovabili in Abruzzo e di rallentare l’attuazione degli obiettivi di decarbonizzazione, che non possono guardare solo al 2030, considerando che per attuare una vera transizione avremo bisogno di molti più megawatt di quelli attualmente previsti.

“In particolare, il disegno di legge stabilisce che le aree idonee per gli impianti siano solo quelle marginali o degradate – continua Silvia Tauro – con una visione riduttiva che esclude a priori, e senza opportune valutazioni, le potenzialità di una molteplicità di aree individuate con clausole troppo ampie e vaghe, che rischiano anche di essere inefficaci dal punto di vista dell’applicazione della norma, allontanando anche i progetti e gli investitori migliori dal nostro territorio. ”

Legambiente rileva ancora come non si distingua chiaramente tra fotovoltaico a terra e agrivoltaico, una distinzione non scontata per l’agrivoltaico semplice, e che non si può risolvere con un semplice rimando alla normativa nazionale, rendendo incerta l’applicazione di una tecnologia che sta guadagnando sempre più attenzione per il suo potenziale di coniugare energia rinnovabile e agricoltura. Inoltre, vengono imposte rigide fasce di tutela che escludono vaste porzioni di territorio dalle aree idonee, limitando la possibilità di installare impianti, anche in prossimità di siti industriali, strade e reti di distribuzione. Le restrizioni su queste aree, senza un adeguato supporto scientifico, sembrano più un ostacolo che una tutela per il paesaggio e l’ambiente.

Ancor più critico è il fatto che il disegno di legge non affronti in modo adeguato la questione della retroattività, altro fattore che genera incertezze per il futuro e un clima di instabilità, che rischia di scoraggiare ulteriori investimenti nel settore delle energie rinnovabili. 

Inoltre, la proposta di legge non tiene conto della crescente importanza dell’eolico, limitando l’installazione di impianti in prossimità di aree tutelate con un vincolo arbitrario di 3 km, senza assumersi la responsabilità di coordinare e gestire i progetti che in questo momento sono già in fase di valutazione nella nostra regione, in particolare nell’area del Vastese, in cui nuove installazioni e il revamping di impianti esistenti, se opportunamente integrati tra loro e con il territorio, rappresentano un’occasione di sviluppo presente e futuro per tutta l’area.

Legambiente chiede, pertanto, una revisione sostanziale del disegno di legge regionale, affinché venga adottato un approccio più coraggioso e lungimirante. Le aree idonee per la realizzazione degli impianti rinnovabili devono essere definite non solo in base alla marginalità dei terreni, ma anche sulla base di un’attenta valutazione scientifica, in grado di valorizzare tutte le potenzialità del territorio abruzzese, compreso l’utilizzo delle aree agricole per il fotovoltaico agrivoltaico. Non possiamo permetterci di escludere a priori intere categorie di aree senza una giustificazione tecnica chiara, anche alla luce del passaggio dal 1 gennaio 2025 dal Prezzo Unico Nazionale (PUN) al sistema basato su prezzi zonali, che potrà effettivamente favorire dal punto di vista economico solo le regioni con più energia rinnovabile installata.

Al contempo, è fondamentale che la legge promuova la partecipazione dei territori, favorendo il dialogo tra amministrazioni locali, cittadini e aziende, per costruire insieme un modello di sviluppo che rispetti il paesaggio ma che, al contempo, non freni l’avanzamento verso una piena transizione energetica. Le compensazioni, che pure sono previste, devono diventare occasioni per apportare vantaggi concreti alle comunità locali, contribuendo a costruire un rapporto positivo tra le energie rinnovabili e il territorio.

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 Legambiente Abruzzo invita quindi la Regione a rivedere la proposta di legge, per garantire che l’Abruzzo diventi davvero un esempio di sviluppo sostenibile, che integri in modo equilibrato il rispetto del paesaggio con le necessità della transizione energetica e che dia risposte concrete e tempestive alla grave crisi climatica che stiamo affrontando.



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