Cosa succede con il vino nei ristoranti dopo il nuovo codice della strada

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Entrato ufficialmente in vigore lo scorso 14 dicembre, il nuovo codice della strada prevede tolleranza zero per chi guida in stato di ebbrezza. A quanto pare, le misure stanno già avendo un effetto sul consumo di alcol – in particolare vino – in ristoranti, bar, locali e cantine. Il primo grido d’allarme è arrivato dai ristoratori: hanno segnalato un calo dei consumi. Tuttavia, passato l’effetto sorpresa, c’è chi si è già organizzato per trovare soluzioni per continuare ad essere attrattivo per la clientela, tra navette e vini senza alcol.

Diamo prima un’occhiata alle novità previste dal codice della strada per il consumo di alcol.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

  • Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si ha una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con sospensione della patente da 3 a 6 mesi;
  • se il tasso alcolemico è tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con una doppia sanzione, detentiva e pecuniaria, oltre alla sospensione della patente da 6 mesi a un anno;
  • se il tasso alcolemico supera gli 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con una sanzione detentiva e una pecuniaria, e con la sospensione della patente da uno a due anni;
  • per i neopatentati, poi, le norme già in vigore prevedono un tasso alcolico zero per tre anni;
  • tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano alla decurtazione di 10 punti dalla patente. E tra le sanzioni c’è anche l’obbligo di installare sulla macchina l’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero.

Il consumo di vino nei ristoranti e nelle cantine 

Nella zona di Bologna, Paolo Pezzoli, gestore della “Corte dei molini” a Castel Maggiore e presidente del neonato Consorzio di tutela dei ristoranti di Bologna, spiega a BolognaToday: “Durante le festività non ho notato differenze significative nei consumi rispetto agli anni scorsi, ma dall’ultimo dell’anno sì: alcuni clienti hanno deciso di rinunciare persino al calice di vino, dicendo che era meglio evitare per non rischiare”. E da Roma, Alberto Martelli, del ristorante “La Carbonara” a Campo de’ Fiori, osserva: “Prima a pranzo un bicchiere era quasi la norma. Ora? Zero. E le famiglie che ordinavano due bottiglie si fermano a una”. 

L’associazione Fiepet Confesercenti Modena segnala un significativo calo delle vendite di alcolici nei ristoranti e nei bar, con una riduzione compresa tra il -10% e il -20% dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada. E per questo propone l’installazione (incentivata) di etilometri nei pubblici esercizi per consentire ai clienti di effettuare controlli preventivi prima di mettersi alla guida. “Quello che è evidente è la mancanza di collegamenti alternativi indispensabili per chi non vive e lavora nelle grandi città. Dove non ci sono taxi e metropolitane a disposizione, diventa molto più difficile muoversi con mezzi alternativi all’automobile privata”, sottolinea a La Stampa Daniela Cinelli Colombini, imprenditrice del vino e fondatrice di Cantine aperte.

Il dibattito sui vini senza alcol

L’attenzione è puntata anche sui vini senza alcol, considerati da alcuni un’alternativa valida per chi vuole mettersi al volante. Paolo Castellati, segretario generale dell’Unione italiana vini, ha spiegato: “Finalmente possiamo produrre vini dealcolati in Italia. Entro l’anno prevediamo 50 impianti attivi. È una rivoluzione”. I numeri sembrano promettenti: “Il 21% degli italiani è interessato ai vini dealcolati, una percentuale che sale al 28% tra i giovani tra i 18 e i 34 anni”.

Microcredito

per le aziende

 

Ma c’è chi su questo tema la pensa diversamente, in difesa della tradizione vinicola italiana. Roberta Ceretto, produttrice dell’omonima cantina ad Alba, ha le idee chiare: “Per me è un ossimoro. Il vino è tradizione, cultura, un rituale che va ben oltre il semplice bere. Come si può chiamare barolo qualcosa che non ha nemmeno alcol? È un vino che si gusta con calma, in momenti di tranquillità, e non è certo pensato per gli eccessi. È un prodotto che racconta un territorio e una storia. Non riesco a immaginare un abbinamento serio tra un cibo e un calice senza alcol”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link