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Può capitare di presentare la domanda di Assegno unico con ISEE sbagliato. Rompiamo subito ogni dubbio: si può rimediare. L’ISEE è un parametro molto importante che determina l’importo spettante.
Chi ha un indicatore con un valore eccedente una determinata soglia otterrà l’importo base che, nel 2025, è pari a 57,45 euro. Al di sotto del tetto massimo e con un meccanismo progressivo, in base alla propria fascia di appartenenza, si ha avrà diritto ad altri importi, fino al massimo che quest’anno è fissato a 200,99 euro.
Presentare ISEE difformi o con omissioni è una problematica molto comune, ma non irreversibile. Vediamo, allora, come rimediare all’errore. Intanto, ti consiglio la visualizzazione del video YouTube dal titolo ASSEGNO UNICO FIGLI ED ISEE ERRATO: COSA FARE? FATE ATTENZIONE A QUESTE COSE O RISCHIATE!, pubblicato da Speedy News Italia, che affronta la questione e spiega, molto semplicemente, come muoversi.
Cosa fare se la domanda di Assegno Unico è con ISEE sbagliato
All’inizio di ogni anno, centinaia di migliaia di cittadini si affrettano a richiedere l’ISEE aggiornato, presentando i documenti al CAF oppure richiedendolo in autonomia, online o sull’app. L’indicatore, infatti, è un parametro fondamentale per richiedere bonus e agevolazioni statali.
Un ISEE errato o incompleto può comportare il pagamento di un Assegno unico con un importo ridotto. Si tratta di un rischio che accomuna molte famiglie beneficiarie della prestazione.
Infatti, quando l’INPS rileva discrepanze oppure omissioni nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), procede a erogare solo l’importo base dell’assegno fino a quando il contribuente non corregge i dati o fornisce chiarimenti. Di conseguenza, c’è il rischio di ricevere un importo inferiore rispetto a quello che spetterebbe. Però, si può rimediare presentando la DSU aggiornata e corretta.
Prima di spiegare come, ricordiamo che l’ISEE è un elemento molto importante e da esso dipende l’importo spettante.
Come rimediare? Ci sono tre soluzioni, in base ai casi. Secondo la prima delle tre, se si ritiene che l’ISEE è corretto, occorre comprovarne la completezza presentando la documentazione all’INPS.
In base alla seconda soluzione se, effettivamente, l’ISEE è sbagliato, si deve presentare la DSU aggiornata. Infine, ci si può informare direttamente dal CAF che ha presentato l’ISEE e chiedere la rettifica della DSU con effetto retroattivo.
Come correggere l’ISEE
Rintracciate le possibili soluzioni, è il momento di capire come, di fatto, si dovrà correggere l’ISEE. Il primo passo è capire se le omissioni oppure le eventuali incongruenze riguardano i redditi oppure il patrimonio.
Analizziamo entrambe le eventualità. Se la discrepanza riguarda il reddito, la documentazione richiesta è quella fornita dall’Agenzia delle Entrate. Tale documentazione deve dimostrare l’inesattezza o l’omissione delle informazioni, come ad esempio nel caso di una Certificazione Unica errata.
Invece, se l’errore riguarda i patrimoni, la documentazione da fornire all’INPS è quella rilasciata dalla banca o dall’intermediario, come ad esempio l’estratto conto.
Si possono ottenere gli arretrati?
Se l’INPS, dopo aver esaminato la documentazione fornita, ritiene che il contribuente abbia diritto a un importo maggiore, procederà a ricalcolare l’Assegno unico in base agli importi effettivamente spettanti.
Inoltre, per i mesi in cui è stato versato solo l’importo minimo, l’Istituto provvederà anche a versare le eventuali differenze dovute.
Se l’ISEE viene regolarizzato entro la fine dell’anno, la famiglia ha diritto a ricevere il pagamento integrale delle mensilità, incluso l’importo minimo percepito, tramite un conguaglio.
Nel caso in cui non si adempie all’obbligo entro la fine dell’anno, il successivo anno la famiglia dovrà restituire le somme percepite in eccesso nei mesi in cui l’assegno è stato erogato per l’intero importo, prima che fosse ridotto all’importo base.
Per riassumere
Se la domanda per l’Assegno Unico è stata presentata con un ISEE errato, l’importo potrebbe essere ridotto. Per correggere l’errore, si può aggiornare la DSU o presentare la documentazione mancante all’INPS. Se l’errore riguarda i redditi, si devono fornire i documenti dell’Agenzia delle Entrate; se riguarda i patrimoni, i documenti bancari.
Dopo la correzione, l’INPS ricalcolerà l’importo dell’assegno e verserà gli arretrati. Se la regolarizzazione avviene entro l’anno, si riceverà un conguaglio. Se non si corregge, l’anno successivo si dovranno restituire le somme percepite in eccesso.
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