Torino-Parigi: ripartono i treni, ma si ferma la Ferrovia alpina. Il governo ha tagliato i fondi

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Christian Benna

A rischio il servizio che porta sui binari 36 mila camion, merci pericolose sui Tir

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Torino-Parigi, si torna a viaggiare in treno: partenza il primo aprile alle 7.11 o alle 16.40 e arrivo a Gare de Lyon in sei ore. Ma il biglietto di andata e ritorno sarà per soli passeggeri. Perché le merci, soprattutto quelle pericolose, rischiano di rimanere a terra, a bordo dei tir dopo che il governo ha deciso di tagliare i fondi all’Autostrada Ferroviaria Alpina.

Ieri, a 18 mesi dall’incidente del tunnel del Frejus che ha interrotto i collegamenti ferroviaria Italia-Francia, il gruppo Fs ha annunciato che dal primo aprile potranno ripartire i Frecciarossa: 4 corse giornaliere, 2 da Torino e 2 da Parigi.
 
Dopo mesi di polemiche, sul fronte piemontese, per i ritardi sui lavori ripristino della galleria colpita da una frana nella Valle della Maurienne nell’agosto 2023 e per il caos dei trasporti merci, tutte dirottate su gomma, riapre la linea storica ferroviaria che collega Italia con la Francia. 




















































«Grazie alla collaborazione con Parigi sono lieto di confermare la riapertura del Frejus ferroviario entro la fine di marzo, come promesso», ha detto il ministro ai Trasporti Matteo Salvini. Ma la ripresa del collegamento sui binari potrebbe non riguardare l’Afa, l’Autostrada Ferroviaria Alpina che con i suoi tre viaggi giornalieri gestisce il trasporto merci su ferro equivalenti a 30 mila camion l’anno.

Il governo infatti ha approvato nell’ultima manovra finanziaria una riduzione dei contributi di 2,5 milioni per la società italo-francese, partecipata da Mercitalia e Sncf.
   
«Il nostro obiettivo è tornare ad operare ma a queste condizioni sarà molto difficile. Siamo rimasti fermi per quasi due anni», spiega Andrea Accastelli ceo di Afa. Il lungo stop del Frejus ha messo in ginocchio molti operatori. Alcuni, come Ambrogio Trasporti, hanno dovuto inventarsi nuove rotte, attraverso la Svizzera, con costi più alti, pur di non perdere i clienti.
Afa, unica compagnia a trasportare semi-rimorchi sui binari, invece è rimasta inattiva.

«Grazie al nostro servizio togliamo dalla strada più di 30 mila Tir l’annoe soprattutto merci pericolose. Senza un sostegno economico non vedo come si possa ripartire», continua Accastelli. La riduzione della spesa prevista dal ministro ai Trasporti Matteo Salvini era dovuta al fatto che i treni sono rimasti fermi. Il servizio Afa è sussidiato non in quanto tale ma solo per i convogli effettivamente gestiti.
 
Il ferroutage Italia Francia vale circa il 50% dei trasporti merci su rotaia del Piemonte. Ed è il cuore dell’Interporto di Orbassano, il sito logistico che dovrebbe diventare l’hub di smistamento della Torino-Lione quando arriverà l’alta velocità. «Se non riparte Afa, non riparte neanche il terminal intermodale di Sito Logistica. Ed è un problema per noi operatori come per tutte le imprese che esportano del territorio», spiega Enzo Pompilio d’Alicandro, ceo di Sito Logistica.

Livio Ambrogio
, presidente di Ambrogio Trasporti, lamenta lo stato di abbandono del trasporto merci su treni in Italia. «La chiusura del Frejus ci ha danneggiato enormemente e abbiamo perso un sacco di soldi. Ci aspettavamo compensazioni, invece non ci è arrivata neanche una pacca sulla spalla», spiega l’imprenditore.

Il Piemonte dei trasporti e delle infrastrutture fatica a uscire dall’isolamento. Ieri il tunnel autostradale del Frejus è stato temporaneamente interdetto a mezzi pesanti e bus per la chiusura della autostrada A43 a Orelle, in Francia, a circa 15 chilometri dall’imbocco della galleria che porta in Italia, per «problemi tecnici alla rete antincendio». Lunghe code di Tir si sono dirette verso il traforo del Montebianco, riaperto da pochi mesi. Per l’apertura della seconda canna del Frejus bisognerà aspettare fino a giugno.


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