Il sismabonus rappresenta una delle agevolazioni fiscali più importanti per incentivare interventi di miglioramento e adeguamento sismico degli edifici. Al pari di quanto accaduto per altre agevolazioni edilizie, anche il sismabonus è stato oggetto di una serie di cambiamenti, in vigore a partire dal 2025.
Quando scade il sismabonus 85%? E soprattutto, come sarà strutturato il sismabonus nel 2025? A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno, è essenziale conoscere le aliquote aggiornate e le modalità di accesso al sismabonus per prima e seconda casa, ma è importante sapere anche quali sono le regole specifiche per i condomini.
Quando scade il sismabonus 85%?
A partire dall’1 gennaio 2017, è stata prevista la possibilità di detrarre dalle imposte sui redditi una parte delle spese sostenute per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche sugli edifici, sia di tipo abitativo che su quelli utilizzati per le attività produttive.
Parliamo del noto sismabonus, che ha permesso di recuperare fino all’85% delle spese affrontate, in base al tipo di intervento e al miglioramento delle classi di rischio sismico.
Parliamo al passato perché questa agevolazione non esiste più nella forma in cui l’abbiamo conosciuta fino a ora. Il sismabonus 85% è già scaduto, visto che è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024 e a partire da quest’anno saranno diverse le aliquote cui fare riferimento.
Come sarà il sismabonus nel 2025?
La legge di bilancio 2025 ha introdotto importanti novità per i bonus edilizi, contemplando rilevanti modifiche, con particolare riferimento alle regole di accesso, ma anche al tetto massimo e alle percentuali delle detrazioni.
Il sismabonus è stato prorogato fino al 2027, con l’applicazione di aliquote differenti nel corso del triennio. Anche nel 2025 l’agevolazione sarà accessibile alle persone fisiche, alle imprese proprietarie e a quanti hanno un diritto reale sull’immobile.
Il beneficio potrà essere goduto per gli interventi realizzati su edifici ubicati nelle zone sismiche 1, 2 e 3, e permetterà di beneficiare di una detrazione da ripartire in 5 quote annuali di pari importo. Una delle modifiche introdotte dall’ultima finanziaria riguarda il tetto di spesa, che sarà pari a 96.000 euro per chi ha un reddito fino a 75.000 euro.
Per chi supera questa soglia sarà definita una detrazione “su misura” sulla base del numero dei figli e dell’eventuale prole con disabilità. Una delle novità previste per il sismabonus nel 2025 è la possibilità di accedere a questa agevolazione anche in assenza di un miglioramento della classe di rischio sismico, che invece fino al 2024 ha rappresentato una discriminante per l’applicazione di aliquote differenti.
Diverso il discorso per il sismabonus acquisti, per il quale nel 2025, come nei due anni successivi, bisognerà rispettare la riduzione di una classe di rischio sismico per poter accedere alla detrazione. Da ricordare che per il sismabonus 2025 non è più possibile optare per lo sconto in fattura, come di fatto già accade dal 17 febbraio 2023.
Quali sono le aliquote del Sismabonus
Come accennato prima, una delle novità più rilevanti per il sismabonus 2025 riguarda le aliquote, visto che queste saranno ripartite in un numero di scaglioni inferiore rispetto a quanto accaduto fino alla fine del 2024.
In particolare, dal 2025 sarà prevista un’unica aliquota a prescindere dalla riduzione del rischio sismico, mentre l’entità della stessa cambierà a seconda dell’immobile oggetto degli interventi.
Sismabonus 2025 sulla prima casa
Nel caso di lavori relativi sull’abitazione principale, il sismabonus 2025 prevede una detrazione con un’aliquota pari al 50%, ma si scenderà al 36% nel 2026 e nel 2027.
Sismabonus 2025 sulla seconda casa
Maggiore sarà la stretta per le detrazioni relative ai lavori realizzati sulla seconda casa e in generale su abitazioni diverse da quella principale. Nel 2025 l’aliquota sarà pari al 36%, per poi ridursi ulteriormente e calare al 30% nel 2026 e nel 2027.
Sismabonus 2025 condomini e demolizione e ricostruzione
É doveroso evidenziare che il sismabonus 2025 prevede novità anche per i condomini, con la riduzione anche per quest’ultimi a una sola aliquota.
A partire da quest’anno, infatti, non ci saranno più le detrazioni al 75% e all’85% previste fino al 2024 per gli interventi realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali. Il sismabonus 2025 prevede anche per i condomini una detrazione al 50% nel caso di prima e al 36% per le altre tipologie, ossia abitazioni diverse da quella principale e immobili non residenziali.
Stessa sorte per il sismabonus 2025 demolizione e ricostruzione: in pratica si applicheranno le stesse aliquote del 50% e del 36% a chi acquisterà rispettivamente una prima o seconda casa in un edificio demolito e ricostruito appunto in chiave antisismica, da un’impresa che dovrà provvedere alla vendita dell’immobile entro 30 mesi dalla fine dei lavori.
Sismabonus: un esempio pratico
Guardiamo ora da vicino come funzionerà il sismabonus 2025, analizzando un esempio concreto con l’applicazione delle novità introdotte dall’ultima finanziaria. Ipotizziamo che una persona con un reddito annuo di 50.000 euro decida di realizzare degli interventi antisismici, spendendo 40.000 euro per la propria villetta, che rappresenta la sua abitazione principale.
Dal momento che il suo reddito annuo è inferiore a 75.000 euro e l’immobile oggetto dei lavori è prima casa, il contribuente potrà beneficiare di una detrazione pari al 50% della spesa, vale a dire 20.000 euro.
Questa somma relativa al sismabonus 2025 non sarà restituita dall’Agenzia delle Entrate in un’unica soluzione, ma sarà scalata in detrazioni Irpef in cinque rate annuali, ossia nella misura di 4.000 euro ognuna, per le spese sostenute nel 2025.
Ciò significa che se il contribuente in questione deve versare ad esempio 6.000 euro di tasse per l’anno di imposta 2025, sborserà in concreto solo 2.000 euro e la restante parte sarà coperta dalla detrazione relativa al sismabonus.
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