DDL nucleare “sostenibile”, un passo avanti o nel passato?

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Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha trasmesso a Palazzo Chigi il disegno di legge sul nucleare. Il provvedimento definisce il percorso per lo sviluppo di una nuova generazioni di impianti nucleari in Italia, ma non si pronuncia sulla questione delle scorie, nè sulla realizzazione del famoso deposito unico, necessario a stoccare i 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità provenienti da attività di uso civile.

SCARICA IL DISEGNO DI LEGGE

Testo Unico e Programma Nazionale entro il 2027

Annunciata più volte negli scorsi mesi, la legge delega sul nucleare è finalmente arrivata. L’Italia si prepara dunque al ritorno all’energia dell’atomo e lo fa con un provvedimento che incarica il Governo di legiferare in merito entro i prossimi 24 mesi. L’obiettivo è definire un Testo Unico che contenga tutti gli elementi ad oggi necessari per abilitare il nuovo nucleare quale tecnologia per la transizione, a partire dall’elaborazione e l’adozione di un Programma nazionale entro il 2027 

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Il nuovo quadro normativo

Il nuovo quadro normativo, incentrato sul concetto di “nucleare sostenibile“, finalizzato cioè a decarbonizzare il Paese, definisce un percorso ambizioso per lo sviluppo di una nuova generazione di impianti nucleari, caratterizzati da elevati standard di sicurezza e una gestione sostenibile del ciclo del combustibile. Il tutto condito da un’abbondante dose di demagogia che parla di cesura netta con il passato, le cui tecnologie risultano ormai obsolete e lontane anni luce da quello che oggi si propone. Ma quali sono le motivazioni di questa scelta destinata ad influenzare profondamente il futuro energetico del Paese? Cerchiamo di fare chiarezza.

Le motivazioni che hanno spinto al DDL sul nucleare sostenibile

Innanzitutto è necessario spiegare, a chi si chiede come mai si preferisca puntare sull’energia nucleare, più pericolosa, ma soprattutto costosa rispetto alle fonti rinnovabili, che il disegno di legge trasmesso a Palazzo Chigi si ispira al principio della neutralità tecnologica, che per l’attuale Governo riveste un’importanza primaria: le politiche energetiche e ambientali non devono favorire a priori una o più tecnologie specifiche, ma stabilire obiettivi chiari (a partire dalla riduzione delle emissioni di gas climalteranti), lasciando al mercato e agli operatori la scelta delle opzioni tecnologiche più efficaci e competitive. In secondo luogo, vi sono motivazioni di carattere esclusivamente strategico. Introducendo l’energia nucleare nel mix energetico italiano, il Paese può ambire all’indipendenza, emancipandosi dai fornitori esteri di fonti fossili, di tecnologie rinnovabili e dalla relativa volatilità nei prezzi.

Il contenuto del Disegno di Legge

In sintesi l’Articolo 1 del disegno di legge stabilisce le modalità e i tempi per l’adozione dei decreti legislativi che daranno attuazione alle nuove norme sul nucleare. In sostanza quindi, questo articolo:

  • Definisce i tempi: i decreti legislativi dovranno essere adottati entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge.
  • Individua gli attori: la responsabilità dell’adozione dei decreti spetta principalmente al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in coordinamento con altri ministeri coinvolti.
  • Prevede un iter partecipativo: prima dell’adozione definitiva, i decreti dovranno passare al vaglio della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti.
  • Consente flessibilità: si prevede la possibilità di prorogare i tempi e di apportare modifiche ai decreti nei due anni successivi alla loro entrata in vigore.

In poche parole, l’Articolo 1 delinea la procedura burocratica necessaria per trasformare il disegno di legge in norme concrete e operative.

Articolo 2: l’oggetto della delega

L’Articolo 2 delinea in modo dettagliato gli ambiti su cui si concentreranno i futuri decreti legislativi. Questi decreteranno le regole per lo sviluppo di un programma nazionale per l’energia nucleare in cui verranno definiti gli obiettivi, le modalità di realizzazione e i tempi per l’introduzione di nuove centrali nucleari. Viene poi fatto riferimento alla gestione del ciclo completo del nucleare: dalle fasi iniziali di ricerca e sviluppo, alla costruzione e all’esercizio degli impianti, fino alla gestione dei rifiuti radioattivi e allo smantellamento delle centrali. Altri punti trattati nell’articolo sono la formazione del personale specializzato, i possibili incentivi alle aziende che decideranno di investire nel settore, la sicurezza e la vigilanza. Per quanto concerna quest’ultimo punto, sarà istituita un’autorità indipendente per garantire la massima sicurezza degli impianti e la protezione dell’ambiente.

Ovviamente tutte le nuove norme sul nucleare dovranno essere integrate con le altre regole che governano il mercato dell’energia elettrica.

Articolo 3: principi e criteri direttivi

L’Articolo 3 stabilisce invece i principi fondamentali che guideranno l’applicazione delle nuove norme. Tra questi quello della sostenibilità, della sicurezza, della competitività e della partecipazione. Oltre a garantire un ridotto impatto ambientale, la nuova tecnologia dovrà contribuire a rendere il sistema energetico italiano più competitivo senza trascurare il coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni riguardanti la localizzazione degli impianti.

Articolo 4: Clausola di invarianza finanziaria

Infine, l’Articolo 4 stabilisce che l’attuazione del disegno di legge non dovrà comportare nuovi oneri per lo Stato. In altre parole, le spese necessarie per lo sviluppo del nucleare dovranno essere coperte da altre fonti di finanziamento, come ad esempio gli investimenti privati.

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