AI, così la usano le aziende italiane

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Il rapporto ISTAT[1] fotografa un’Italia tecnologicamente in movimento ma ancora distante dagli standard europei. Le imprese aumentano l’adozione delle tecnologie IA, ma restano sotto la media UE. Le grandi aziende trainano l’innovazione, mentre le PMI faticano ad adeguarsi, evidenziando la necessità di formazione e investimenti mirati nelle tecnologie emergenti.

IA e digitale nelle imprese, la fotografia dell’Istat

Nel 2024, le imprese italiane con almeno 10 addetti hanno incrementato l’adozione di tecnologie digitali e di Intelligenza Artificiale, con l’8,2% di aziende coinvolte rispetto al 5% dell’anno precedente. L’Italia però è ancora al di sotto della media UE (13,5%) in molte aree, come la sicurezza informatica e la digitalizzazione di base. Gli investimenti digitali previsti per il biennio 2025-2026 indicano un trend positivo, ma con un forte divario dimensionale tra PMI e grandi aziende.

Nel 2024, il percorso di transizione digitale delle imprese italiane ha mostrato segnali di progresso. Il report ISTAT evidenzia un aumento nell’adozione di tecnologie avanzate, ma sottolinea come le PMI siano ancora lontane dagli standard europei, soprattutto per quanto riguarda la digitalizzazione avanzata e l’uso strategico delle tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA).

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IA e innovazione: un’adozione ancora limitata

Un dato significativo riguarda le grandi imprese, che mostrano una maggiore propensione all’uso di IA: il 32,5% delle aziende con più di 250 addetti utilizza almeno una tecnologia IA, rispetto all’8% delle PMI. Considerando tutte le imprese che adottano IA, le tecnologie più diffuse includono:

  • Estrarre conoscenza da documenti di testo (Text Mining): il 54,5% delle imprese che utilizzano IA sfrutta queste tecnologie per analizzare e ricavare informazioni da testi non strutturati.
  • IA generativa: utilizzata dal 45,3% delle imprese per creare linguaggio scritto o parlato, automatizzare processi, migliorare la comunicazione e personalizzare contenuti.
  • Riconoscimento vocale: il 39,9% delle aziende adotta tecnologie per convertire la lingua parlata in formati leggibili da dispositivi informatici.
  • Automatizzazione dei flussi di lavoro: implementata dal 28,1%, permette di ottimizzare processi operativi attraverso automazione intelligente.
  • Riconoscimento delle immagini: adottato dal 25,4%, consente di elaborare contenuti visivi per attività come la sorveglianza o l’analisi dei prodotti.
  • Movimento fisico delle macchine (ad es., robotica): utilizzato dal 10,4%, riguarda attività come la gestione dei magazzini o l’assemblaggio automatizzato.

Gli ambiti aziendali più interessati dall’adozione di IA includono:

  • Marketing e vendite: 35,7% delle aziende, per personalizzare campagne, analisi predittive e gestione delle interazioni.
  • Organizzazione dei processi amministrativi: 28,2%, con soluzioni di ottimizzazione e automazione.
  • Ricerca e sviluppo (R&S): 24,6%, per accelerare cicli di progettazione e innovazione.

Digitalizzazione e sicurezza informatica

Il livello di digitalizzazione delle imprese italiane continua a crescere, ma con differenze sostanziali tra le dimensioni aziendali e i settori produttivi. Nel 2024, il 70,2% delle PMI ha raggiunto un livello base di digitalizzazione (almeno quattro attività digitali su 12). Queste attività includono l’uso di sistemi gestionali integrati, piattaforme di comunicazione digitale, strumenti di collaborazione online e soluzioni per l’archiviazione in cloud. Il 26,2% delle imprese si posiziona su livelli alti di digitalizzazione, con implementazioni più avanzate come l’automazione dei processi aziendali, l’analisi predittiva dei dati e l’integrazione di tecnologie IoT.

La sicurezza informatica, altro indicatore cruciale, mostra progressi significativi: il 32,2% delle imprese, in particolare quelle nei settori IT e manifatturiero avanzato, dichiara di adottare almeno sette misure avanzate di protezione, tra cui la crittografia dei dati, i sistemi di rilevamento delle intrusioni e la formazione del personale. Rispetto al 2022, quando il dato era del 28%, si registra un miglioramento. Tuttavia, i cyberattacchi gravi hanno colpito il 19,8% delle PMI e il 29,9% delle grandi imprese, con un impatto maggiore nelle aree del commercio e della logistica, evidenziando l’urgenza di misure più efficaci e strategie di difesa su larga scala.

Vendite online e fatturato digitale

Il 20,4% delle imprese italiane ha realizzato vendite online nel 2024, una percentuale in crescita rispetto al 19,1% del 2023, ma ancora inferiore alla media europea del 23,8%. Le PMI, che rappresentano la maggior parte del tessuto imprenditoriale italiano, hanno incrementato il peso dell’e-commerce sul proprio fatturato, raggiungendo il 14%.

I settori trainanti

I settori trainanti includono il commercio al dettaglio, con una quota del 30% delle vendite online, e il settore alimentare, che ha visto un incremento significativo grazie a piattaforme digitali specializzate. Le imprese di servizi, invece, sono ancora in ritardo con una penetrazione limitata al 10% nel 2024. Questo trend positivo però è ostacolato da fattori strutturali: solo il 15% delle PMI ha integrato sistemi di gestione automatizzata degli ordini con piattaforme digitali avanzate, e meno del 20% dispone di soluzioni logistiche adeguate per l’evasione degli ordini online. La lentezza nell’adozione di questi strumenti e la scarsa formazione del personale contribuiscono a limitare le potenzialità dell’e-commerce nel contesto italiano.

Investimenti futuri: segnali di speranza

Le prospettive per il 2025-2026 sono incoraggianti. Il 38% delle imprese italiane prevede di investire in almeno quattro ambiti digitali, con priorità per la sicurezza informatica, la formazione e il cloud computing.

Gli investimenti in formazione riguardano principalmente lo sviluppo di competenze in analisi dei dati, gestione di infrastrutture cloud e utilizzo di software avanzati per la sicurezza informatica. Tra le grandi imprese, la percentuale di chi intende investire in tecnologie IA raggiunge il 70,3%, con un focus su sistemi di machine learning e automazione dei processi, contro il 15% di chi non le ha ancora adottate.

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Le prospettive

I dati evidenziano una crescente consapevolezza sull’importanza della digitalizzazione e dell’IA per la competitività delle imprese italiane.

Il gap con l’Europa richiede però interventi strutturali, incentivi mirati e un maggiore impegno nella formazione delle competenze digitali.

L’auspicio per il 2025-2026 è che l’aumento previsto degli investimenti, con il 38% delle imprese che pianifica interventi in sicurezza informatica e cloud computing, possa accelerare questo processo. Inoltre, lo sviluppo di competenze avanzate in analisi dei dati e machine learning sarà essenziale per supportare l’adozione di tecnologie IA da parte delle PMI, contribuendo a ridurre il divario dimensionale e settoriale. In un panorama in rapida evoluzione, colmare queste lacune sarà cruciale per garantire un futuro prospero al sistema economico nazionale.

Note


[1] https://www.istat.it/comunicato-stampa/imprese-e-ict-anno-2024/



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