Tutela Bosco D’Arneo nuove iniziative Comitato attivisti internazionali

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LECCE – La battaglia per la difesa del Bosco d’Arneo, legato al progetto di ampliamento della pista del Nardò Technical Center di Nardò da parte di Porsche Engineering, continua e si sposta anche a Lecce con una tre giorni di attività che sta coinvolgendo sia gli attivisti locali che internazionali come il gruppo inglese Ultra-Red e Robin Wood (Germania), e rappresentanti delle comunità indigene dell’Amazzonia.

Ieri presso l’Open Spaced di Palazzo Carafa la conferenza stampa di presentazioni delle  iniziative sostegno dell’iniziativa dei Custodi del Bosco, proseguita nel pomeriggio con un sit-in e la piantumazione di una quercia, simbolo del Bosco d’Arneo, in collaborazione con il Wwf, nell’aiuola antistante gli uffici di Nardò Technical Center su viale Michele de Pietro a Lecce. Alle 19 segue una sessione di ascolto e confronto sul “Salento che vogliamo” presso San Francesco della Scarpa con Ultra-red, Maria Agraciada, Clara Luz dell’Istituto Etno del Brasile, Robin Wood, Alleanza Verdi e Sinistra Puglia e Salento e attivisti locali.

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Il programma si conclude nella mattinata di sabato, alle 10, presso Nardò con l’escursione per scoprire la biodiversità del Bosco d’Arneo, seguita da pranzo condiviso.

“Il supporto al comitato dei Custodi del Bosco d’Arneo arriva non solo dal resto d’Italia, ma anche dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’Austria e persino dal Brasile, da un popolo indigeno impegnato per la strenua difesa dei territori e dei beni comuni come le foreste, l’acqua, l’aria, la terra, i semi” dicono i referenti del comitato, “mentre registi di fama internazionale arrivano in Salento a filmare la vicenda, e la rinomata piattaforma Avaaz premia simbolicamente la campagna in difesa del Bosco d’Arneo, le istituzioni locali e regionali tacciono, negano appuntamenti e lanciano segnali contraddittori”.

All’annuncio di Porsche Engineering del progetto di espansione del Nardò Technical Center (Ntc) con nove nuove piste di test, una elisuperficie e altre infrastrutture, in molti pensarono che la sorte del Bosco d’Arneo fosse già segnata. Il progetto sembrava avviarsi verso l’approvazione quasi automatica dopo l’accordo sottoscritto con la Regione e le garanzie di un piano di ristoro  e tutela ambientale garantito dalla casa automobilistica e dai progettisti. Al momento tutto resta sospeso almeno sino al marzo prossimo dopo le prescrizioni della Commissione europea e della Regione Puglia e nonostante la disponibilità di Porsche di confrontarsi con gli ambientalisti e il territorio e valutare le possibili modifiche alla progettualità originaria.

L’area del Bosco D’Arneo a ridosso della pista d’altro canto è inclusa nella rete “Natura 2000” dell’Unione Europea. Si tratta di area protetta con un vincolo comunitario che ospita uno degli ultimi esempi di foresta mediterranea intatta, con querce secolari e un ecosistema fondamentale per la biodiversità locale.

“Nessuna compensazione, nè economica, nè produttiva, né ambientale, può sostituire ecosistemi di cui abbiamo bisogno ora e non tra 20 anni” chiosano dalle segreterie regionale e provinciale di Sinistra Italiana, “motivo per cui il progetto di ampliamento dell’impianto automobilistico del Nardò Technical Center, così com’è, non può essere attuato e le comunità devono essere ascoltate”.

Stop cautelativo della Commissione Europea

Grazie all’azione congiunta di associazioni locali come i Custodi del Bosco d’Arneo, Italia Nostra, Guppo d’Intervento Giuridico,  e la denuncia in sede politica di Rosa D’Amato di Europa Verde,  il progetto è stato sottoposto all’attenzione della Commissione Europea che ha avanzato alcuni dubbi in merito all’impatto negativo sull’ambiente. La commissione ha dichiarato di non ritenere “appropriata la giustificazione del progetto per motivi connessi alla salute dell’uomo e sicurezza pubblica”

A seguito dell’intervento della Commissione Europea, la Regione Puglia ha quindi decretato una prima sospensione dell’accordo di programma da aprile a ottobre del 2024, ed una proroga della stessa, dall’ottobre scorso a marzo 2025.

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Una battaglia transnazionale

Tale sospensione ha segnato anche un momento di svolta, in quanto  la battaglia per la salvaguardia del Bosco d’Arneo da questione locale è diventa planetaria, intrecciando i movimenti ambientalisti europei e internazionali.

La vicenda del Bosco d’Arneo ha attirato, infatti, l’attenzione di attivisti e organizzazioni internazionali, con proteste organizzate anche in Germania, sede del gruppo Volkswagen, di cui Porsche fa parte. Robin Wood, storica organizzazione ambientalista tedesca, è scesa in campo per denunciare “l’ipocrisia” dell’industria automobilistica, che con il pretesto dell’innovazione tecnologica minaccia ecosistemi di inestimabile valore. Durante un’azione di protesta, il gruppo ha rinominato simbolicamente Porche-Platz a Stoccarda, in Bosco d’Arneo-Platz.

Rassicurazioni da Porsche e silenzi istituzionali

Lo scorso mese di dicembre, Porsche ha comunica, via email, ai Custodi e a Robin Wood che non procederà con l’originale piano di sviluppo e che sta valutando alternative, assicurando la sospensione dei lavori per tutto il 2025.

Tale comunicazione è avvenuta in maniera privata, senza riscontri formali ufficiali, e senza che tutti i portatori di interesse ne vengano messi a conoscenza. Per tale motivo, il Comitato e Robin Wood hanno chiesto un impegno sottoscritto da Porsche/Ntc e dalle istituzioni locali e indirizzato ai cittadini tutti a salvaguardare il bosco e rendere partecipata la valutazione di qualsiasi alternativa.

“Intanto desta profonda preoccupazione il comportamento delle istituzioni locali e regionali” accusano dal Comitato, “la Regione Puglia e i sindaci dei Comuni interessati continuano a sottrarsi al confronto, rifiutando di incontrare delegazioni come quella di Robin Wood, in questi giorni in Puglia per sostenere la protesta. I cittadini e le associazioni hanno diritto a risposte chiare. Il silenzio delle istituzioni è inaccettabile” concludono i Custodi del Bosco d’Arneo, “la Regione Puglia deve chiarire se questo pericolo è stato scongiurato o se dovremo affrontare un nuovo iter di battaglia”.

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