I media di tutto il mondo questa mattina attraversano la Porta Santa di San Pietro. In quasi diecimila si sono radunati per il primo dei grandi eventi del Giubileo della speranza che si è aperto ieri sera a S. Giovanni in Laterano con la celebrazione del vicario del Papa, il cardinale Baldo Reina, che, come il Pontefice, ha invitato a disarmare l’informazione comunicando speranza.
Dopo il pellegrinaggio alla Porta Santa l’incontro dei i giornalisti in Aula Paolo VI con Papa Francesco.
Il Papa: “Comunicare è cosa divina, è incontro”
“Ho un discorso di nove pagine. E leggere a quest’ora 9 pagine, con lo stomaco che si muove, sarebbe una tortura”. Così a braccio Papa Francesco ai media da tutto il mondo presenti nell’Aula Paolo VI per il Giubileo della Comunicazione. Il Pontefice ha quindi consegnato il discorso e ha rivolto qualche parola ai giornalisti e ai comunicatori.
“Il giornalismo è una vocazione”
“Quella del giornalista è più che una professione. È una vocazione e una missione. Voi comunicatori avete un ruolo fondamentale per la società oggi, nel raccontare i fatti e nel modo in cui li raccontate”. Lo ha detto papa Francesco nel discorso con i giornalisti e i comunicatori partecipanti al Giubileo del Mondo della Comunicazione. “Lo sappiamo – ha proseguito -: il linguaggio, l’atteggiamento, i toni, possono essere determinanti e fare la differenza tra una comunicazione che riaccende la speranza, crea ponti, apre porte, e una comunicazione che invece accresce le divisioni, le polarizzazioni, le semplificazioni della realtà”.
Il Pontefice ha poi sottolineato che “la vostra è una responsabilità peculiare. Il vostro è un compito prezioso. I vostri strumenti di lavoro sono le parole e le immagini. Ma prima di esse lo studio e la riflessione, la capacità di vedere e di ascoltare; di mettervi dalla parte di chi è emarginato, dichi non è visto né ascoltato e anche di far rinascere – nel cuore di chi vi legge, vi ascolta, vi guarda – il senso del bene e del male e una nostalgia per il bene che raccontate e che, raccontando, testimoniate”.
Papa Francesco incontra i giornalisti 25 gennaio 2025 (Vatican News)
“Abbiamo bisogno di un’alfabetizzazione mediatica. La dipendenza social media provoca ‘putrefazione cerebrale”
“La libertà è il coraggio di scegliere. Cogliamo l’occasione del Giubileo per rinnovare, per ritrovare questo coraggio. Il coraggio di liberare il cuore da ciò che lo corrompe”. Ha detto papa. “Rimettiamo il rispetto per la parte più alta e nobile della nostra umanità al centro del cuore, evitiamo di riempirlo di ciò che marcisce e lo fa marcire – ha proseguito -. Le scelte di ognuno di noi contano ad esempio per espellere quella ‘putrefazione cerebrale’ causata dalla dipendenza dal continuo scrolling, ‘scorrimento’, sui social media, definita dal Dizionario di Oxford come parola dell’anno”. “Dove trovare la cura per questa malattia se non nel lavorare, tutti insieme, alla formazione, soprattutto dei giovani?”, ha chiesto il Pontefice, secondo cui “abbiamo bisogno di un’alfabetizzazione mediatica, per educarci ed educare al pensiero critico, alla pazienza del discernimento necessario alla conoscenza; e per promuovere la crescita personale e la partecipazione attiva di ognuno al futuro delle proprie comunità”. “Abbiamo bisogno di imprenditori coraggiosi, di ingegneri informatici coraggiosi, perché non sia corrotta la bellezza della comunicazione – ha aggiunto Francesco -. I grandi cambiamenti non possono essere il risultato di una moltitudine di menti addormentate, ma prendono inizio piuttosto dalla comunione dei cuori illuminati”.
Comunicazione di speranza: i testimoni
L’incontro con il Pontefice è stato preceduto, dalle 10, dalle riflessioni di due grandi testimoni di una comunicazione di speranza: Maria Ressa, giornalista, premio Nobel per la pace, direttrice della piattaforma Rappler e Colum McCann, scrittore, autore di Apeirogon e Great World Spin, co-fondatore della rete Narrative 4. Al termine l’esibizione musicale del Maestro Uto Ughi, con l’Orchestra, promossa dalla Fondazione Uto Ughi.
Il Giubileo del Mondo della Comunicazione si conclude domenica con la messa, nella Giornata della Parola di Dio, presieduta da Bergoglio in San Pietro.
Maria Ressa, giornalista, premio Nobel per la pace, direttrice della piattaforma Rappler (ANSA)
La Nobel Maria Ressa: “Viviamo Hiroshima dell’informazione”
Il pensiero lento contro il pensiero rapido. Il “restare umani” contro la manipolazione di Big Tech. Il coraggio della trasparenza e della responsabilità contro chi progetta di costruire macchine che pretendono di sostituirsi a Dio senza averne la saggezza. C’è tutto questo nelle parole di Maria Ressa, giornalista filippino-americana, vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2021 insieme a Dmitrij Muratov, direttore del periodico indipendente russo Novaja Gazeta, “per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è un prerequisito per la democrazia e la pace duratura”.
Maria Ressa è la prima a prendere la parola al Giubileo del mondo della comunicazione, nell’Aula Nervi del Vaticano. La reporter, che nelle Filippine nel 2012 ha fondato il sito di giornalismo investigativo online Rappler ed è stata sottoposta a pretestuose accuse che l’hanno portata ripetutamente in carcere per le sue inchieste sui metodi di governo del presidente Rodrigo Duterte, in questa intervista racconta di sé, della battaglia ingaggiata contro il potere manipolatorio dei social network, in grado di minacciare la pace nel mondo, ma anche di speranza, di fede, della bellezza di un giornalismo che si ostina a cercare la verità.
“Stiamo attraversando un periodo di profonda trasformazione nel mondo. Come a Hiroshima è scoppiata una bomba atomica nell’informazione, è iniziata una manipolazione. Siamo oggetto di campagne di manipolazione che hanno avuto come effetto un’epidemia di solitudine. Sono stati attaccati tutti i giornalisti, io lo so perché più volte sono stata arrestata. Il mio governo ha rilasciato 10 mandati di arresto contro di me. Le Filippine prima erano un inferno, ora sono un purgatorio. Ma quello che ho visto nelle Filippine lo vedo anche in Paesi più sviluppati”. Così il Premio Nobel per la Pace, Maria Ressa, intervenendo nel corso del Giubileo della Comunicazione in Vaticano.
“Gli algoritmi ci hanno manipolato. La tecnologia ha violato la nostra biologia, ha rotto qualcosa”
Ressa ha poi sottolineato il rapporto tra bugie e social: “Una bugia detta più volte diventa un fatto. Gli algoritmi ci hanno manipolato. La tecnologia ha violato la nostra biologia, ha rotto qualcosa”. Infine, Ressa ha sottolineato come il contesto attuale abbia creato “un problema di sicurezza perché la violenza online si traduce in violenza nel mondo reale. La guerra non è più combattuta con i missili, ma con gli algoritmi, con la militarizzazione dell’informazione”
“Grazie a chi mette a rischio la propria vita”
A proposito di coraggio il Papa ha dedicato parole per i giornalisti nelle zone di guerra. “Il Giubileo si celebra in un momento difficile della storia dell’umanità, con il mondo ancora ferito da guerre e violenze, dallo spargimento di tanto sangue innocente”. “Per questo voglio prima di tutto dire grazie a tutti gli operatori della comunicazione che mettono a rischio la propria vita per cercare la verità e raccontare gli orrori della guerra. Desidero ricordare nella preghiera tutti coloro che hanno sacrificato la vita in quest’ultimo anno, uno dei più letali per i giornalisti”.
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