Non c’è più molto tempo. Il Giubileo è iniziato da un mese (la Porta Santa è stata aperta il 24 dicembre) e di moratorie sugli sfratti non si hanno notizie. Nel frattempo le esecuzioni proseguono, anche se quasi sempre in qualche modo vengono sospese e rinviate, come accaduto nella mattinata del 24 gennaio a Centocelle, in via delle Gardenia.
L’emergenza sociale, però, c’è. E i sindacati mettono Roberto Gualtieri e Francesco Rocca di fronte alle loro responsabilità.
La promessa di Rocca e Gualtieri
Sono stati loro due, infatti, a dirsi entrambi d’accordo con il direttore di Caritas Roma Giustino Trincia e monsignor Baldo Reina, vice gerente della Diocesi di Roma, sulla necessità di fermare le esecuzioni almeno nel periodo giubilare. Un’alleanza particolare, suggellata durante la presentazione del rapporto 2024 sulla povertà a Roma proprio da parte di Caritas. Sono passati esattamente due mesi e non è successo niente.
La “sveglia” dei sindacati degli inquilini
Chissà se è stato il Prefetto a fare muro, o se le critiche di Forza Italia e Confedilizia hanno messo in imbarazzo i due amministratori, magari entrambe le cose. Sta di fatto che ancora una volta sono i sindacati a dover dare la “sveglia” a Campidoglio e Regione: “Avete pronunciato parole importanti – scrivono in una lettera Unione Inquilini, Sunia, Sicet, Uniat e Feder.casa – di consenso, e preso l’impegno di porre la questione nelle sedi idonee. Parole che seguivano, tra l’alltro, un voto molto largo in consiglio comunale che si è espresso nella stessa direzione. Non è nostra intenzione scaricare su di voi responsabilità che sono competenza di altri organi istituzionali, in particolare Governo e Parlamento, ferme restando le vostre competenze in materia di salvaguardia della salute pubblica e di tutela della coesione sociale.
Vi chiediamo, però, di non fermarvi alle semplici parole di auspicio ma di agire in coerenza”.
Nel 2023 a Roma ci sono stati oltre 3mila ordini di sfratto dovuti alla morosità e oltre 2mila sono stati effettivamente eseguiti: una media di 171 al mese (dati ministero dell’Interno)
Da casa a casa
Di seguito, le sigle hanno elencato alcune proposte. Idee che puntano dritto alla soluzione del problema: evitare che famiglie fragili vengano messe in strada. Per esempio convocando una cabina di regia “con tutte le parti sociali, gli attori istituzionali, gli
enti gestori dell’Erp, i vertici degli enti pubblici e di quelli controllati e/o vigilati, nonché di altre istituzioni disponibili, come ha dimostrato di essere per esempio il Vicariato di Roma, al fine di stipulare, nel più breve tempo possibile, una intesa per favorire l’esecuzione degli sfratti nei confronti dei soggetti deboli garantendo ad essi il passaggio da casa a casa”.
Sgravi fiscali per i proprietari
E ancora: evitare l’utilizzo della forza pubblica nei casi di sfratti riguardanti nuclei in attesa di casa popolare e con fragilità, come per esempio la presenza di disabili, anziani e minori. Ma i sindacati pensano anche ai proprietari, che spesso rifiutano di arrivare a transazioni economiche, anche se garantite dall’ente comunale, pur di vedersi liberare l’alloggio: “Si pensi a un risarcimento a loro favore – propongono – anche eventualmente articolando tra grandi e piccole proprietà e enti pubblici o partecipati o con forme di controllo o vigilanza pubblica, sgravi fiscali che comportino abbassamento dell’Irpef regionale e comunale, nonché il possibile azzeramento dell’Imu”.
Fondi per recuperare le morosità
Non mancano poi possibili altre forme di incentivo “ai fini della possibile rinegoziazione degli sfratti in essere o la stipula di nuovi contratti di locazione a canone concordato”. Ovviamente, i due enti dovrebbero fare la loro parte mettendoci i soldi: “Si stornino dai due bilanci fondi per eventuale totale o parziale recupero delle morosità pregresse e per forme di garanzia rispetto al futuro”.
“Basta annunci”
“Non è più tempo di annunci, è il tempo di atti impegnativi e di azioni concrete – si conclude la lettera -. Di questi, signor Sindaco e signor Presidente, siete chiamati, secondo le vostre proprie responsabilità, a rispondere”.
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