All’inaugurazione dell’anno giudiziario di Napoli, i magistrati seguono le indicazioni dell’Anm e manifestano: toga addosso, coccarda tricolore e costituzione in mano, escono quando prende la parola il ministro Nordio. Lui: «Non voglio sottoporre il pm all’esecutivo»
La sala dei Busti di Castel Capuano a Napoli è gremita col pubblico delle grandi occasioni. L’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’appello, infatti, è il più attenzionato: sul palco c’è il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ad accoglierlo l’Associazione nazionale magistrati che ha organizzato una manifestazione di protesta contro la sua riforma costituzionale della giustizia, che prevede la separazione delle carriere e il sorteggio per eleggere il Csm.
In fondo alla sala, più di un centinaio di magistrati del distretto, tutti in toga, con una coccarda tricolore e la Costituzione in mano, che è stata alzata nel momento in cui è stato suonato l’inno nazionale.
Poi, quando il ministro ha preso la parola, sono tutti platealmente usciti. La contestazione si è svolta in tutte le cerimonie nelle corti d’appello quando ha parlato il rappresentante del governo. Il ministro, che all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione ha rivendicato la riforma, a Napoli non ha potuto che assistere alla mobilitazione contro di lui dei suoi ex colleghi.
Il ministro ha snocciolato i dati numerici della giustizia e in particolare dell’abbattimento dell’arrestato anche nel distretto di Napoli, mentre le toghe gli hanno dato le spalle e sono uscite sventolando la Costituzione.
Dietro di lui, anche i consiglieri di corte d’appello hanno esposto la Carta costituzionale.
Le parole di Nordio
«Come ex magistrato non posso avere come obiettivo l’umiliazione della magistratura», ha detto Nordio, applaudito da chi è rimasto in sala.
«La riforma ha origine tecnica», ha detto ricordando che Giovanni Falcone era favorevole alla separazione e che l’ex ministro Giuliano Vassalli la aveva concepita insieme alla riforma. «La Costituzione ha in sé stessa la separazione», ha detto guardando le Carte esposte alle sue spalle.
«Nessun reato di lesa maestà né un vulnus all’autonomia della magistratura giudicante e requirente, è un processo alle intenzioni, un artificio retorico un po’ fantasioso. Ho fatto il pm per essere libero e indipendente, come pensate che voglia farlo diventare tale?», ha detto Nordio, che anche ieri in Cassazione ha ricordato la sua ex professione.
Prima di lui il consigliere del Csm Edoardo Cilenti, di Magistratura indipendente, ha parlato «dell’ennesima riforma della giustizia, anzi della magistratura», ricordando il parere critico del Csm sulla separazione delle carriere, sottolineando «il rischio di eterogenesi dei fini». Il suo intervento è stato più volte interrotto dagli applausi dei colleghi. «Il magistrato requirente è un organo pubblico di giustizia, primo garante del principio di eguaglianza», ha detto parlando del ruolo del pubblico ministero, «mai si era messa in dubbio l’unità della magistratura».
La riforma produce «Un quadro di esplicita sfiducia e complessivo svilimento».
L’adesione
Molto alta l’adesione delle toghe. A Napoli sono arrivati in sala anche numerosi ex magistrati, tra i quali l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e l’ex ministro Luigi Scotti.
Sulle chat di tutti i gruppi associativi sono girate le fotografie delle varie manifestazioni. Un risultato positivo per l’Anm in vista dello sciopero proclamato per il 27 febbraio.
A Roma in rappresentanza del governo era presente il sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha aspettato che tutte le toghe uscissero prima di cominciare a parlare e poi ha detto: «Vogliamo fare una riforma per i cittadini e non contro i magistrati», «una chiusura così drastica non fa bene neanche a chi l’ha proposta, abbandonare il tavolo del dialogo non è una manifestazione di forza, semmai di debolezza» e «mi permetto di chiedere alla magistratura italiana di non rifiutare l’invito del governo al confronto, senza pregiudizi».
Identica scena anche a Bari, dove era presente il viceministro Francesco Paolo Sisto. I magistrati hanno lasciato l’aula e prima dell’inizio della cerimonia, il segretario generale di Area Giovanni Zaccaro, ha consegnato dei dadi al viceministro, sempre in segno di protesta per il sorteggio dei membri del Csm. «È meglio se ci fai il brodo», ha risposto Sisto.
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