Procure piemontesi in agonia. Mancano cancellieri e segretari, a rischio i servizi ai cittadini

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di
Simona Lorenzetti

A Torino la scopertura di organico è del 35 per cento, con picchi del 50La sperimentazione: assegnare alla polizia giudiziaria mansioni d’ufficio

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Sono il dietro le quinte della macchina della giustizia, uomini e donne di cui poco si parla. Ma che ogni giorno consentono alle Procure e ai Tribunali di districarsi tra fascicoli d’inchiesta, notifiche e processi. Una categoria, quella del personale amministrativo, in via d’estinzione. Almeno, è questa la percezione che emerge dai dati che raccontano le scoperture di organico negli uffici giudiziari del distretto piemontese. Un allarme che oggi troverà ampio spazio anche negli interventi che via via si susseguiranno in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Soffrono tutte le sedi del distretto piemontese e valdostano. E a rischio ci sono le tutele e i servizi per i cittadini.

Emergenza Torino

La fotografia della Procura torinese rivela che nelle segreterie manca il 35 per cento del personale, percentuale che sfiora il 50 per cento su qualifiche fondamentali come i direttori, i cancellieri e gli ausiliari. In sostanza, le assenze — a vario titolo per distacco, assegnazioni provvisorie, trasferimenti –— sono pari a 79 unità. A questa cifra bisogna aggiungere alcuni imminenti pensionamenti che faranno salire la scopertura a 84 persone su 250 in servizio attivo




















































a questi numeri, poi, è necessario sottrarre una quota variabile giornaliera legata alle emergenze: malattie, permessi per assistenza familiare, maternità. Tra le figure professionali più ricercate ci sono i cancellieri: ne mancano 50. E il loro supporto è essenziale per il magistrato: iscrivono le cause a ruolo e provvedono alla formazione del fascicolo d’ufficio; si occupano della conservazione dei fascicoli delle parti; ricevono il deposito degli atti che la legge prescrive da effettuarsi in cancelleria; provvedono alle comunicazioni e alle notificazioni prescritte dalla legge e al rilascio delle copie. 

Che la coperta sia corta è lapalissiano e l’emorragia è difficile da arrestare: complici il blocco del turn over (non vengono sostituiti coloro che vanno in pensione) e i trasferimenti (in molti chiedono di essere distaccati in altri uffici della pubblica amministrazione in cui vengono garantiti stipendi migliori).

Le possibile soluzioni

Servono rinforzi e possibilmente giovani (attualmente l’età è di 55 anni), professionisti in grado anche di districarsi con le nuove tecnologie. Al momento le soluzioni adottate negli uffici giudiziari sono timidi tentativi di far quadrare i conti, non senza qualche malumore. Le segreterie di molti magistrati sono già state accorpate e ora sta per attuarsi il piano B: delegare alla polizia giudiziaria mansioni di segreteria (comunicazioni interne in tal senso sono già state inviate). Una strategia organizzativa già adottata in altri distretti e che ora si affaccia anche a Torino. E questo per evitare l’estrema ratio, chiudere alcuni sportelli dedicati ai cittadini. Ipotesi che a Palazzo di giustizia tutti vogliono scongiurare, perché — come qualcuno fa notare nei corridoi — «sono la fotografia di un’amministrazione efficiente».

Oltre Torino: il caso Ivrea

Fuori da Torino le altre Procure non se la passano certo meglio: a Vercelli, Alessandria e Verbania le scoperture sono del 50 per cento. E poi c’è la cenerentola del Piemonte, Ivrea, La pianta organica è ridotta ai minimi termini. Colpa anche del mancato adeguamento a livello ministeriale dei posti da coprire dopo la riforma della geografia giudiziaria del 2013 che ha ampliato il territorio di competenza della Procura eporediese. In sostanza, l’organigramma dovrebbe essere composto da 61 amministrativi (tenendo conto che i magistrati sono 12), invece nei documenti si parla di 28. Su questi, la scopertura è del 40 per cento.


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