Venerdì 24 gennaio, al Civico Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez” (via dei Tominz 4), è stata inaugurata la mostra diffusa “AttraversaMenti“: le opere dell’artista veneto Gianni Turin saranno esposte anche in altri edifici della città, con contestuali inaugurazioni successive, e rimarranno visitabili fino a domenica 27 aprile.
In precedenza, in mattinata, l’iniziativa era stata presentata nel corso di una conferenza riservata alla stampa, con interventi di Stefano Bianchi (responsabile dei Musei Storici), Antonella Cosenzi (conservatrice del Museo de Henriquez) e Sandro Gazzola (curatore del progetto e artista).
A seguire, appunto, visita guidata per il pubblico a cura del protagonista Gianni Turin: l’artista porta il suo progetto a Trieste, città di confine e ricca di culture, e più nel dettaglio in nuovi luoghi simbolo del mondo laico, storico e religioso, creando un filo conduttore che induca le varie sedi a dialogare. Per la prima volta, vi partecipano le tre grandi religioni (ebraica, cristiana, islamica).
Per anni professore di Discipline pittoriche all’Accademia di Belle Arti di Bologna (attualmente in pensione), nel 2012 Gianni Turin partì con un progetto artistico consistente in un percorso di comunione fra i mondi laico e religioso, includendo la storia socio-economica degli ultimi secoli.
Proprio nel 2012 il progetto trovò ospitalità per la prima volta a Bologna, quindi a Bassano del Grappa nel 2016, ancora a Bologna nel 2017, a Venezia nel 2019 e, dopo un periodo di sosta pandemica, nel 2025 a Trieste.
Le opere di Gianni Turin si presentano come complessi assemblage costituiti da tele dipinte ad olio fuse a elementi di carattere fisico e scultoreo, come il simbolo dell’artista, la “testa non orante”, o oggetti di recupero destinati a nuove identità, come una traversina dei binari della ferrovia riproposta come braccio della croce cristiana, oppure come i fili di un vigneto antico divenuti segno indelebile della memoria della Resistenza del ’44.
I lavori (opere mobili o site specific) dialogano con le sedi espositive e gli elementi conservati, con il fine di creare un concerto a più voci che evochi ciò che è stato, per far sì che la memoria sia utile all’emancipazione umana fondata sull’amore del dialogo e non sulla violenza.
Diverse opere giungono da spazi autorevoli e significativi: Museo Civico di Bassano del Grappa, Museo degli Eremitani di Padova, Museo di San Lazzaro degli Armeni di Venezia, Santuario di Santa Lucia di Venezia, Biblioteca Civica di Bagnoli di Sopra e Complesso Monumentale di San Paolo di Monselice.
Partner e collaboratori
Il Comune di Trieste co-organizza la mostra, realizzata dal Centro Studi Arte Archeologia Ambiente Onlus (provincia di Padova), in collaborazione con Biblioteca Nazionale Stelio Crise, Diocesi di Trieste, Comunità Luterana Valdese, Museo della Comunità Ebraica Carlo e Vera Wagner e Associazione Culturale Islamica di Trieste.
Info e contatti
gazzolaattraversamentitrieste@gmail.com
Le sedi espositive
- Biblioteca Statale Stelio Crise
- Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez” (Comune di Trieste)
- Foiba di Basovizza – Centro di documentazione (Comune di Trieste)
- Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner di Trieste
- Cattedrale di S. Giusto Martire (Diocesi di Trieste)
- Chiesa Sant’Antonio Taumaturgo (Diocesi di Trieste)
- Casa Vicco sede della Curia Vescovile (Diocesi di Trieste)
- Chiesa Luterana di Largo Panfili (Comunità Luterana Valdese Centro Studi Albert Schweitzer)
- Associazione Culturale Islamica di Trieste e della Venezia Giulia
Lo spazio universale per la cultura
- Biblioteca Statale Stelio Crise – Palazzo Brambilla Morpurgo
La Biblioteca è il luogo iniziale del percorso (lo spazio è stato inaugurato il 21 febbraio alle ore 16.00 con presentazione del catalogo) e rappresenta lo spazio della memoria di ogni cultura e storia universale, come luogo della convivenza di ogni morale senza pregiudizio, ma solo dedito al valore della conoscenza.
L’artista espone 6 opere nelle sale di lettura e studio e una serie di opere storiche nelle 4 sale espositive e un’opera nello Studio Stelio Crise collocato a fine percorso.
I temi affrontati sono i 3 periodi storici che hanno dato origine alla ricerca pittorica di Gianni Turin: Anni di Piombo, Silenzi, Energie, collocabili a cavallo fra gli anni ’70 e ’80.
Tema profondamente legato alla Biblioteca è la collocazione dell’opera Smarrimento, nel ’17 collocata nello Studio di Giosuè Carducci nella Casa-Museo di Bologna, collocata in questi mesi nello Studio Stelio Crise, in dialogo con il manoscritto Miramar facente parte dell’opera poetica Odi Barbare.
Luoghi della storia
- Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez”
Nel Museo de Henriquez (inaugurazione venerdì 24 gennaio) Turin affronta il tema della tragedia della guerra e le sue opere, così come il museo, desiderano rendere indelebile la memoria per far sì che i disastri non si ripetano.
Alcune opere sono state installate sui mezzi esposti, altre collocate nelle sale per esposizioni temporanee del museo. I temi sono relativi alla grande Guerra, alla Guerra di Resistenza e all’Olocausto, per proseguire lungo i secoli XX e XXI con opere dedicate a problematiche recenti come gli ostaggi giustiziati dall’Isis e l’ancora più attuali lavori per l’Ucraina e il conflitto di Gaza.
Le tecniche applicate sono pittura ad acrilico, a olio, ad affresco e tecniche scultoree new dada con applicazioni pittoriche e parti modellate con stucchi cerosi.
- Foiba di Basovizza – Centro di documentazione (inaugurazione il 22 febbraio alle ore 10.30)
La Foiba rappresenta il luogo fisico preservato, dove la violenza è stata compiuta. Le opere di Turin, collocate presso l’annesso Centro di Documentazione, riflettono in merito ai significati della vita e al suo valore collocato fra vita terrena e spirituale, tema da sempre misterico per l’essere umano, al quale si legano i credi delle religioni.
Essendo tema fortemente dibattuto nell’Umanesimo come dissidio petrarchesco, in Turin diventa un autentico “abisso”, come espresso nel lavoro Tunnel collocato all’entrata.
Le confessioni religiose
- Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e Vera Wagner (apertura prevista dal 22 febbraio)
La Comunità Ebraica è l’identità più antica e la sua realtà museale rappresenta il legame di questo popolo con la memoria, come elemento necessario per migliorare sé stessi e il mondo.
Questi aspetti sono fondamentali per il lavoro di Turin, che negli spazi del Museo si pone alla ricerca delle origini comuni a tutte le confessioni partecipanti, sentite dall’artista come principio di un dialogo comune.
Essendo l’ebraismo l’inizio, Turin propone il tema della Genesi, secondo la tradizione del Sefer Torah.
- Cattedrale di S. Giusto Martire
Il Cristianesimo nasce nella Storia romana e la Cattedrale rappresenta l’origine della confessione così come la sua stessa storia legata ai numerosi rifacimenti con elementi di spoliazione.
L’artista colloca opere che esaltano uno dei valori primordiali del Cristianesimo: la speranza, legata al significato della vita come esodo e destino, percepiti dall’uomo come concetti misterici, attorno ai quali si cela il fascino dell’esistenza.
I temi trattati sono la Croce, i simboli di Α Ω e la struttura della “porta” come segno di passaggio e apertura.
Le opere di San Giusto saranno inserite nel Giubileo degli Artisti che verrà inaugurato il 4 febbraio alle 18.30.
- Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo
A Sant’Antonio, Turin espone il miracolo delle vite salvate nelle drammatiche strade del mare, nel quale il continuo esodo sta narrando il grande cambiamento socio-politico, che si sta evolvendo in questi decenni.
Il tema fortemente dibattuto nelle classi politiche e nei mezzi di comunicazione, rimane un tema ancora privo di soluzioni. Turin solleva la condizione drammatica dei naufragi con due opere simboliche, fra cui una immersiva, che rende lo spettatore “benestante” presente nel dramma della vita del mondo costretto alla disperazione.
Le installazioni chiudono con la riflessione legata ai flussi dell’esistenza, compreso il passaggio fra vita corporale e vita spirituale.
- Casa Vicco sede della Curia Vescovile (apertura prevista dal 22 febbraio)
La sede della Curia Vescovile rappresenta, dopo San Giusto e Sant’Antonio, il luogo dell’accoglienza, interpretato dall’artista come ventre materno, come luogo sicuro e accogliente.
L’opera esposta, giunta dall’Isola di San Lazzaro degli Armeni di Venezia, in origine è stata concepita in memoria degli esodi degli Armeni e ora si presenta come lavoro simbolo in onore di un’accoglienza universale.
- Chiesa Luterana di Largo Panfili
Luterani, Valdesi, Metodisti, fra i più giovani delle confessioni cristiane partecipanti al progetto, legano al lavoro di Turin il tema della rivoluzione interiore, nel senso del grande cambiamento che l’essere umano raggiunge nella propria vita.
La rinascita avviene anche nella dimensione temporale e le opere presentate guardano alla fase di passaggio fra vita e morte, nel senso reale e simbolico del termine, percepito come spazio di rinnovamento.
- Associazione Culturale Islamica di Trieste (apertura prevista dal 22 febbraio)
La confessione islamica collabora per la prima volta in questo grande progetto, completandolo e riconducendo l’artista a una visione diversa dell’arte, priva di figure animate e prevalentemente simboliche.
Turin recupera i numeri, forse il legame più forte nel DNA comune con la cultura occidentale.
L’Associazione Culturale Islamica compie un lavoro di mediazione importante nella realtà triestina, così come intende essere l’opera dell’artista nel recupero della tradizione e nell’azione di dialogo fra le differenze.
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