La pensione è un problema anche per i calciatori: quando possono andarci e quanto prendono

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Si parla spesso dei guadagni e della vita dei calciatori, ma mai del dopo carriera e della loro pensione: ecco quando possono andarci e quanto guadagnano.

Fa strano associare il discorso pensione ai calciatori, ovvero gli sportivi più in vista, famosi e pagati al mondo. Chiaramente chi guadagna X milioni di euro all’anno ha la possibilità di mettere da parte cifre importanti per potersi sostentare a vita facendo la dovuta attenzione e ci sono anche quei professionisti più previdenti che cominciano ad investire in attività, immobili e azioni per far sì che il denaro guadagnato possa fruttare anche oltre la fine della carriera.

La pensione è un problema anche per i calciatori: quando possono andarci e quanto prendono – abruzzo.cityrumors.it

Non vi è dubbio, insomma, che per i calciatori di Serie A (o di tutte le altre massime serie professionistiche) la questione pensione è un problema secondario. Inoltre, conoscendo bene i guadagni stratosferici che percepiscono – lo stipendio medio di un calciatore di un top club è un sogno irraggiungibile per qualsiasi comune mortale ma anche per tantissimi altri sportivi – se qualcuno dilapida tutto non è certo da compatire.

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Il vizio di fondo però è che si guarda esclusivamente ai campioni più celebrati e non si considera che dietro di loro ci sono moltissimi altri calciatori professionisti – a partire dalla serie B – il cui stipendio mensile non è di molto superiore a quello di qualsiasi altro dipendente. Per questi ragazzi la pensione rappresenta sì un obiettivo e può presto diventare anche un grosso problema.

Carriere brevi e nessuna esperienza spendibile nel mondo del lavoro: per molti calciatori la pensione è un miraggio

Va sottolineato per comprendere meglio la questione che i calciatori, in quanto dipendenti subordinati, in Italia rientrano in una legislazione specifica e che il 33% dei loro introiti va versato per i contributi. Considerate adesso un calciatore di Serie B che percepisce 50mila euro l’anno, il cui 33% va sottratto alla somma totale (la tassazione è a carico della società solitamente) facendo scendere il guadagno annuo a 33.500 euro.

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Carriere brevi e nessuna esperienza spendibile nel mondo del lavoro: per molti calciatori la pensione è un miraggio – abruzzo.cityrumors.it

Si tratta comunque di una cifra superiore alla media, tuttavia va considerato che una carriera standard di un calciatore va dai 18 ai 35 anni (oggi sempre più professionisti riescono ad arrivare ai 40 anni, ma sono una percentuale minore). I contributi pensionistici vanno versati al fondo speciale INPS per sportivi professionisti, ma per ottenere la pensione devono passare ancora parecchi anni.

Per capire di che numeri stiamo parlando, vi basti sapere che i calciatori che guadagnano vagonate di milioni sono una parte infinitesimale e che solo il 10% dei professionisti in Italia guadagna più di 200mila euro l’anno. La fascia più corposa è quella che guadagna meno – il 37% – ovvero tra i 10mila e i 50mila euro annui.

Per quanto possa essere oculato nelle spese, un calciatore professionista appartenente a questa fascia si trova con la necessità di trovare un nuovo lavoro ma con un’esperienza che è spendibile solamente all’interno dello stesso settore calcistico.

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Quando possono andare in pensione i calciatori e quanto guadagnano

La normativa prevede che chi ha anzianità contributiva entro il 31 dicembre del 1995 può andare in pensione a 54 anni, mentre chi ha cominciato a guadagnare dopo quella data non può andarci prima dei 64 anni. Dato che attualmente non c’è un singolo calciatore, nemmeno nelle serie inferiori, che possa aver iniziato a giocare nel ’95 – data la brevità della carriera – un calciatore che smette oggi si trova con quasi 29 anni di buco. In entrambi i casi devono aver versato un minimo di 20 anni di contribuzione.

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Quando possono andare in pensione i calciatori e quanto guadagnano – abruzzo.cityrumors.it

Esiste per questa categoria di professionisti la possibilità di andare in pensione anche con soli 5 anni di contributi versati, tuttavia l’età anagrafica che devono raggiungere è addirittura di 71 anni in questo caso. Compreso che un calciatore non famoso probabilmente si dovrà riciclare in un altro lavoro per non finire in condizioni economiche disagiate o comunque deve affidarsi ad un pianificatore finanziario molto, molto bravo, a quanto ammonta la pensione una volta raggiunta?

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Esattamente come avviene per tutti gli altri professionisti che lavorano come dipendenti ma anche come liberi professionisti, la mensilità varia in base a quanto viene versato e per quanti anni. Sappiamo che il 33% di quanto guadagnano, compresi bonus e premi per vittorie, promozioni e trofei, vengono versati direttamente nel fondo pensione INPS per sportivi professionisti.

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Rimanendo sul caso del calciatore con un guadagno medio di 50mila euro annui, se ha versato contributi per 20 anni non potrà prendere meno di 1.288,78 euro (dato aggiornato al 2021). Una cifra che va ad aumentare chiaramente aggiungendo ulteriori contributi derivanti da secondo lavoro che però andrebbero versati in un altro fondo pensionistico.



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