Molise, provincia di Isernia. Il tratto mancante della strada statale a scorrimento veloce 17 Isernia-Castel di Sangro, si farà. Andandosi così ad aggiungere al percorso di 18,5 km ultimato e messo in esercizio a dicembre 2011. Il Consiglio di Stato ha stabilito che il cosiddetto Lotto Zero potrà essere realizzato. Dopo almeno 20 anni dall’avvio dell’iter progettuale, nel corso dei quali i costi presunti sono lievitati esponenzialmente, da 25 milioni agli attuali 175.
“Lo sviluppo del tracciato dell’intervento è di circa 5.490 metri che ricadono nei comuni di Isernia, Pesche e Miranda, in provincia di Isernia”, informa il portale OsservaCantieri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Aggiungendo che “l’opera prevede la realizzazione di 2 gallerie naturali, per un totale di 873 metri e 8 viadotti, per un totale di 1.636 metri, oltre a 3 svincoli di collegamento alla viabilità esistente”. Insomma una strada che verrà a costare oltre 31mila euro al metro.
Un’opera contrastata, a partire dal 2015, dal comitato No Lotto zero, ma anche dal sindaco dal 2021 di Isernia, Piero Castrataro. Le criticità evidenziate sono duplici. Da un lato quelle ecologico-ambientali, a partire dalla presenza nell’area interessata dall’opera del bacino idrogeologico che alimenta l’acquedotto della città di Isernia. “La questione più seria e potenzialmente più drammatica riguarda il rischio ambientale della falda acquifera che alimenta le sorgenti del fiume Sordo”, sostiene il portavoce del comitato, Celeste Caranci. Senza contare che l’opera si verrebbe a collocare in un contesto ambientale caratterizzato dalla Riserva orientata di Pesche e dal costituendo Parco delle Acque di San Martino. In aggiunta ci sono le criticità “economiche”, dal momento che l’impegno, aumentato vertiginosamente negli anni, sembra abnorme rispetto ai benefici che potrà apportare. La sola progettazione preliminare per la quale nel 2005 si prevedono oltre 258mila euro, nel 2015 raggiunge gli oltre 3,8 milioni di euro.
Secondo il sistema Informativo legge Opere strategiche della Camera dei Deputati, ad aprile 2010 il costo presunto dell’opera sarebbe stato di 25 milioni di euro. A dicembre 2017 si passa a 130 milioni. A maggio 2022, a 150 milioni di euro. Fino ad arrivare a 175 milioni ad aprile 2023. Dei quali 1,5 milioni dal Piano Operativo Infrastrutture del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, 134,8 dal Fondo unico Anas, 25 dalla legge di bilancio 2022 e 13,6 dalla Legge di bilancio 2018. Il risultato? Centosettantacinque milioni di euro per meno di 5,5 chilometri. Anche per questo il Comitato No Lotto zero ha inoltrato a gennaio 2024 un esposto alla Corte dei Conti. Preceduto, ad aprile 2016, da un esposto alla Procura della Repubblica di Isernia da parte di Cristian Iannuzzi, dell’Associazione Antimafia A. Caponnetto.
Quella del Lotto zero è una storia che coinvolge a vario titolo il Mit, Regione Molise, Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, Arpa Molise e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise, Anas spa (Anas) e il Comune di Isernia e quelli di Pesche e Miranda, oltre al WWF. Una storia, contraddistinta da diversi pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato, che inizia ufficialmente ad agosto 2005 con la Convenzione, tra Anas ed il Comune di Isernia, che pone in carico al Comune la progettazione preliminare e definitiva dell’intervento. Dopo conferenze dei servizi, approvazioni ed autorizzazioni, a marzo 2021 Anas approva in linea tecnica ed economica il progetto definitivo, anche ai fini della dichiarazione della pubblica utilità, specificando che “per l’esecuzione dei lavori si prevede una durata complessiva di 36,5 mesi”.
Punti nodali sono costituiti dalla Autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione ad Anas prima a novembre 2011 e dopo a maggio 2021. Soprattutto, dalla Valutazione di Impatto ambientale (Via) rilasciata a febbraio 2013 e poi prorogata a settembre 2021. Si passa a giugno 2023, quando la Vianini Lavori spa si aggiudica i lavori, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. “A brevissimo partono i lavori. In due anni potremo completarla diminuendo finalmente tempi di percorrenza, inquinamento e risparmiando soldi. Meglio di così era difficile fare”, dichiara il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Ma a marzo 2024 il Tar, al quale si erano appellati il Comune di Isernia e il Wwf, dispone l’annullamento della proroga della Via (Valutazione di impatto ambientale) alla quale segue la sospensione dei servizi tecnici in corso di esecuzione da parte dell’appaltatore. La recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso presentato da Anas, Regione ed Arpa, contro la sentenza del Tar Molise del marzo 2024 che aveva bloccato i lavori, ne permetterà la ripresa, forse.
“La sentenza del Consiglio di Stato risponde ad una sola delle tante questioni che stiamo ponendo da anni all’attenzione della magistratura e dell’opinione pubblica”, ha scritto in una nota il comitato No Lotto zero. “Chiederemo l’intervento degli ispettori ministeriali per verificare la correttezza dell’iter giudiziario”, spiega Alfonso Mainelli, legale del comitato. “Un progetto di tale portata – spiegano i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia – avrebbe un impatto positivo anche sull’economia locale, impiegando decine di lavoratori durante la sua realizzazione. Ci sorprende che un’amministrazione possa opporsi a un’opera di tale rilevanza”. Il sindaco Castrataro, chiamato in causa, risponde di non aver “mai espresso contrarietà all’infrastruttura di collegamento, ma agli aspetti progettuali ed economici della stessa. L’opera si sarebbe potuta realizzare seguendo un tracciato alternativo, spendendo meno di un terzo e con riflessi decisamente meno impattanti sotto il profilo ambientale”. Ed ora cosa accadrà?
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