I medici fanno fronte comune lanciando per il prossimo maggio una grande manifestazione nazionale a Roma

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Parte la mobilitazione dei medici: iniziative in tutte le regioni e a maggio manifestazione a Roma, una grande manifestazione unitaria che vedrà sfilare per le vie di Roma i medici, dipendenti e convenzionati, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, i medici del territorio e gli specializzandi, riuniti sotto lo slogan

INVESTIRE SUI MEDICI PER SALVARE IL SSN

Esiste un enorme problema di Governance del sistema sanitario, in un paese in cui Governo e Regioni continuano a rimpallarsi responsabilità e decisioni, ma nessuna delle due istituzioni appare essere oggi, e da troppo tempo, interlocutore dei medici.Non si parla più con i medici ma si continuano a immaginare scenari e ad elaborare leggi tampone che non fanno altro che destrutturare il ruolo del medico nella società civile e nel rapporto con i cittadini.Occorrono un luogo e un sistema di confronto per una fattiva collaborazione tra medici e istituzioni, centrali e periferiche, per l’evoluzione del SSN che parta dalla salvaguardia della sanità pubblica e dei suoi professionisti. Vogliamo un sistema che torni a mettere la salute pubblica al primo posto, costruito attorno alle esigenze delle persone e non alle logiche economiche. Serve un nuovo patto per la salute, che nasca dal confronto tra medici, istituzioni e cittadini, per costruire insieme un modello di sanità che sia davvero inclusivo, umano e sostenibile.È fondamentale garantire alle persone minori un accesso equo ai servizi sanitari su tutto il territorio nazionale e all’interno delle singole regioni è un obiettivo imprescindibile: investire sui medici e sui pediatri significa tutelare la salute del futuro capitale umano della Nazione. In quest’ottica, l’area pediatrica riveste un ruolo strategico per garantire un monitoraggio e un intervento tempestivo sui bisogni di salute della popolazione più giovane, promuovendo la prevenzione e riducendo le disuguaglianze di accesso ai servizi essenziali.Il lavoro del medico manca oggi delle tutele più elementari, oltre che dei requisiti minimi di sicurezza delle cure. L’assenza di attrattività della professione, la burocratizzazione, la mancanza di sicurezza, il mutato ruolo sociale, portano oggi i medici, anche delle nuove generazioni, a scegliere sempre più spesso di andare a lavorare nel privato o, peggio, all’estero. Un circolo vizioso che rende ancora meno accessibile la cura ai pazienti per carenze organizzative e di personale. La crescente burocratizzazione sta distogliendo i medici dal loro compito principale: prendersi cura delle persone. Questi vincoli amministrativi, spesso inutilmente complessi, non solo sottraggono tempo prezioso al rapporto medico-paziente, ma alimentano anche il disagio dei professionisti e aumentano i costi indiretti per i pazienti.Anche l’evoluzione digitale, che dovrebbe essere di aiuto, molte volte diventa una burocratizzazione informatica e invece di facilitare il rapporto umano medico-paziente, lo complica e lo rende sempre più residuale, riducendo di fatto anche il valore stesso della firma e della diagnosi prescrittiva. Dobbiamo ripartire dalla centralità del cittadino e dal suo diritto a ricevere cure di qualità senza ostacoli né barriere. Questo significa liberare i medici dalle catene della burocrazia e ripristinare il valore del loro giudizio clinico.Occorre inoltre rafforzare la parità di genere nella professione sia dal punto di vista economico che per la carriera: le donne medico rappresentano ormai il 60% della professione, con punte del 75% nelle regioni del nord del paese. Si deve mettere al centro del dibattito il tema delle tutele, come maternità e diritto ai tempi di conciliazione, sia tra vita e lavoro, sia nello sviluppo della professione.È necessario intervenire precocemente anche sulla salute del bambino, implementando programmi estensivi di prevenzione, di educazione sanitaria e di promozione di corretti stili di vita. Queste azioni  rappresentano una strategia essenziale per il Servizio Sanitario Nazionale al fine di influenzare positivamente non solo la salute dell’adulto di domani, ma anche lo sviluppo psicofisico dei bambini, per una genitorialità consapevole.Serve anche una particolare attenzione alle problematiche dei giovani medici, alla programmazione e all’accesso alla professione le cui politiche oggi sono influenzate da proposte populistiche che, come nel passato, rischiano di riverberarsi negativamente sulla professione. Abbiamo vissuto con grande disagio il tempo dell’imbuto formativo. Oggi invece siamo preoccupati dell’imbuto professionale e della pletora medica, frutto ancora una volta di una errata programmazione.Nasce oggi un movimento che ci auguriamo possa essere sempre più largo e che non riconosce leadership personali o sindacali, ma si identifica in un’idea diversa di sanità, un’idea diversa di professionista.Nasce un movimento che punta a dialogare contestualmente con istituzioni che abbiano un ruolo ben definito e con i cittadini, rispetto ai quali abbiamo il dovere e il diritto di riacquisire un rapporto che sostituisca quello economicistico verso cui è virato.Nasce oggi una mobilitazione allargata alla società, ai medici tutti.Non rivendichiamo diritti sindacali, ma rivendichiamo il diritto come medici di poter svolgere serenamente il nostro lavoro, e come cittadini, di continuare ad avere un servizio di cure pubblico, umano, condiviso e universale, come sancisce la nostra Carta costituzionale. E per poter raggiungere tali obiettivi, riteniamo essenziale:1. La definizione di atto medico
2. La revisione della responsabilità medica
3. Rendere attrattiva e riqualificare la professione medica
4. Garantire la tutela dei professionisti e la sicurezza sui luoghi di lavoro
5. Rinsaldare il rapporto medico-paziente
6. La definizione di un nuovo patto per la salute
7. L’adozione di un approccio “One Health”
Inizieremo con manifestazioni locali e regionali che porteranno all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni regionali le nostre istanze, le nostre proposte, le nostre aspettative.Non ci fermeremo finché non vedremo un cambiamento reale, che restituisca dignità ai medici, accessibilità alle cure e un futuro al nostro Servizio Sanitario Nazionale.

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