Inchiesta a San Luca, l’auto dell’ex assessore bruciata dopo la revoca delle concessioni per le bancarelle di Polsi: «Fu intimidazione»

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Rilasciate anche a pregiudicati e morosi ma dopo una segnalazione dei carabinieri al Comune furono annullate. E Cosmo arrestato ieri con l’ex sindaco Bartolo si ritrovò con la macchina incendiata

Ci sono le concessioni relative alle bancarelle del mercato di Polsi e quella per lo stadio della locale squadra di calcio al centro dell’indagine che ha portato agli arresti domiciliari l’ex sindaco del comune di San Luca Bruno Bartolo e l’ex assessore Francesco Cosmo accusati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, falso ideologico e apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo. Una nuova tegola che si abbatte sul piccolo centro aspromontano che attende l’esito delle indagini della commissione d’accesso inviata in paese nei mesi scorsi e che, a breve, dovrà decidere sull’eventuale nuovo commissariamento dell’Ente, il cui Consiglio comunale è già stato sciolto due volte in passato per infiltrazioni della criminalità organizzata.

L’indagine aveva preso il via nell’agosto del 2022 (ultimo anno in cui si è tenuto il consueto mercato nei dintorni del santuario della Madonna della montagna), appena qualche giorno prima dell’inizio delle celebrazioni che vedono convergere verso il cuore della montagna migliaia di pellegrini. Da un controllo dei carabinieri infatti, erano saltate fuori numerose irregolarità tra i gestori che, fuori dal tempio, vendono gadget legati alle celebrazioni religiose. Un business corposo che, ipotizzano i magistrati della Procura di Locri, sarebbe andato avanti nonostante molti tra quei gestori non avessero le carte in regola per montare i propri banchi di vendita. Tra le irregolarità registrate dalle indagini, gli inquirenti hanno notato come, mentre l’area mercatale aveva aperto i battenti dal primo giorno di agosto, la commissione che avrebbe dovuto regolamentare la presenza degli stalli si riuniva per la prima volta solo 12 giorni dopo. Nubi poi anche sulla distribuzione dei posti che in alcuni casi sarebbero stati – si legge nell’ordinanza – assegnati a candidati inidonei (per mancanza dei necessari requisiti morali e per pendenza non saldate con il comune) e, per i posti rimasti vacanti, garantiti a candidati che avevano presentato domanda ben oltre la scadenza dei termini e prima della compilazione di una graduatoria ufficiale.

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Irregolarità che, dopo la segnalazione da parte degli investigatori al Comune, aveva portato ad una serie di revoche delle concessioni abusive e alle successive dimissioni di Cosmo dalla carica di responsabile dell’area amministrativa, a cui era seguito l’incendio dell’auto dello stesso Cosmo. Evento che «induceva gli operanti – si legge nell’ordinanza – ad attribuire al gesto incendiario carattere di intimidazione commessa per mano di chi non aveva gradito quei provvedimenti di revoca e sgombero in quanto del tutto dissonanti rispetto alla tacita e consolidata prassi secondo cui le attività commerciali sull’area mercatale del santuario di Polsi potevano continuare ad essere esercitate dagli interessati a prescindere dal rispetto delle normative di settore». Tra gli assegnatari delle bancarelle, gli inquirenti hanno poi trovato numerosi commercianti con gravi precedenti penali e con legami di parentela, anche molto stretta, con alcuni esponenti della criminalità organizzata.

La vicenda dello stadio

Indagando sul mercato di Polsi poi, gli investigatori hanno scoperto che anche l’assegnazione dello stadio Corrado Alvaro alla locale squadra di calcio che all’epoca militava nel massimo campionato nazionale dilettanti, sarebbe avvenuta senza il rispetto delle regole. Una storia ingarbugliata che si trascina, dicono le carte, almeno dal 2017, primo anno di concessione della struttura alla società sportiva. Un matrimonio, quello tra San Luca e la sua squadra di pallone, andato avanti nonostante la società calcistica avesse accumulato un debito di 9mila euro con il comune e continuato, in due stagioni sportive, solo grazie alle autorizzazioni per singoli eventi di volta in volta rilasciate dall’ex primo cittadino. Autorizzazioni che erano arrivate anche nella stagione sportiva 2023/2024, almeno fino al 3 di ottobre, quando lo stesso Bartolo, a causa delle continue inadempienze della società sportiva, disponeva l’interruzione dell’uso del Corrado Alvaro alla società calcistica fino al completamento dell’istruttoria che avrebbe consentito il rilascio formale della concessione stessa. Ed è qui le cose si complicano. Secondo gli investigatori infatti, tra il novembre del 2023 e il gennaio dell’anno successivo, il Comune di San Luca avrebbe predisposto due bandi di assegnazione che sarebbero stati cuciti su misura per andare incontro alle esigenze della società giallorossa: il primo andato deserto e il secondo, dopo alcune modifiche sostanziali che prevedevano la riduzione dei costi di gestione con conseguente accollo delle spese per la manutenzione del campo di gioco, a carico del comune, finito con l’assegnazione all’Asd San Luca.



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