Stupro Villa Bellini, «Io deriso e accusato, ormai con lei ci siamo lasciati e ora voglio dimenticare»

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Non solo ha vissuto l’orrore di dover assistere allo stupro della fidanzatina mentre il branco lo teneva bloccato e lo picchiava, ha anche subito attacchi e offese dai bulli di turno. Un anno complicato quello che ha affrontato Angelo (nome di fantasia), che ieri pomeriggio ha parlato alla trasmissione “Il Punto” in onda su Telecolor.

Cappuccio di un felpa grigia in testa e mani tremanti. Il ragazzo, oggi diciottenne, ha risposto alle domande del giornalista Luca Ciliberti e ha ripercorso i drammatici momenti della violenza subita nei bagni della Villa Bellini il 30 gennaio 2024. Un anno fa, quasi. Nel pieno dei festeggiamenti agatini, un branco («erano almeno in dieci») ha bloccato lui e la tredicenne appena sono usciti dai servizi igienici. Li hanno accerchiati («hanno fatto un vero e proprio fermo») e hanno cominciato a chiedere una sigaretta e poi dei soldi. Ma che le intenzioni fossero diverse già la minorenne l’aveva capito («lei voleva dargli tutto e andare via»). Poi gli aggressori hanno allungato le mani («la palpeggiavano») e l’hanno portato in bagno («io la sentivo che diceva di smetterla»). La vittima è riuscita a liberarsi e fuggire («siamo scappati verso l’ingresso e poi lei è svenuta. Si sentiva male per quello che era successo a lei e anche a me») fino alla scalinata del giardino comunale dove dei passanti li hanno aiutati.

Da lì le indagini, i riconoscimenti all’americana, gli interrogatori e gli incidenti probatori. L’avvocato Eleonora Baratta, che assiste Angelo come parte civile, ha spiegato l’iter giudiziario a che punto è. Con due sentenze di primo grado già emesse e altri due processi (uno al Tribunale dei Minori e uno all’ordinario) ancora pendenti. Le difese vogliono che il ragazzo sia sentito in dibattimento, ma Baratta si è opposta e continuerà a farlo. Angelo non vuole andare in aula: «Voglio dimenticare». Il diciottenne è andato alla Villa Bellini parecchio tempo dopo quei fatti, ma nella zona dei bagni non è riuscito ad avvicinarsi. «Non volevo rivivere quei brutti ricordi», dice. Poi il racconto shock: «Alcuni coetanei mi hanno insultato dicendomi che non sono riuscito a difenderla. Mi hanno fatto sentire in colpa. Mi sono sentito un deficiente che non è riuscito a reagire». Bullizzato per una colpa che non ha.Angelo e la ragazzina violentata non stanno più assieme. «Ci siamo lasciati», spiega. La fine della relazione è avvenuta poco dopo lo stupro alla Villa Bellini. Il tempo è passato. Le ferite si sono rimarginate. Le cicatrici però restano.

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