Cos’è la Beic, la Biblioteca europea di Milano per cui sono stati chiesti gli arresti di Boeri e Zucchi: il progetto «faraonico» scartato e il nuovo concorso

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di
Pierluigi Panza

Il primo concorso architettonico fu vinto dallo studio Bolles+Wilson: una sorta di vascello in acciaio da 227 milioni di euro. Poi il nuovo bando vinto da Onsitestudio e Baukuh

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La Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri, Cino Zucchi e Pier Paolo Tamburelli, indagati per turbativa d’asta nell’inchiesta sul concorso internazionale per realizzare la nuova Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura. Qui l’articolo di Pierluigi Panza che ricostruisce la storia del progetto. 

L’idea di realizzare una Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic), con forte orientamento digitale, nasce alla fine degli anni Novanta da una idea di Antonio Padoa Schioppa e viene promossa dell’associazione “Milano Biblioteca del 2000”. Il progetto si sviluppa con la Fondazione Beic, nata nel 2004 con un accordo di programma tra Mibac, Comune, Regione, Università Statale e Politecnico che fino al 2017 è presieduta da Padoa Schioppa poi dall’ex prefetto Francesco Paolo Tronca.




















































Il progetto appare subito di respiro internazionale, ambizioso e faraonico. I primi atti della fondazione sono radunare del materiale cartaceo e avviare un progetto di digitalizzazione anche se la biblioteca non ha ancora una sede fisica. Intanto, nel Piano Regolatore del 2001 viene identificato nell’area dell’ex stazione ferroviaria di Porta Vittoria il luogo dove dovrà sorgere il nuovo complesso (ribadito nel Piano del 2007). In quello stesso anno il costruttore Luigi Zunino (tramite la società Nuova Immobiliare) si aggiudica l’acquisto dell’area di Porta Vittoria, centomila metri quadrati che si affiancano ai 50 mila del Comune sui quali si prevede che sorga, entro il 2007, la nuova biblioteca. 

Il Comune bandisce un concorso architettonico che viene vinto dallo studio Bolles+Wilson, con progetto esecutivo validato dal Politecnico di Milano e approvato dal Consiglio dei lavori Pubblici nel marzo del 2009. La previsione di spesa ammontava, inizialmente, a 152 milioni di euro, mai interamente finanziati. Il progetto, però, che insiste su un’area di 20mila metri quadrati, è una sorta di vascello in acciaio che costa 227 milioni di euro per l’opera e altrettanti per farlo funzionare. Tre i livelli sotterranei per i parcheggi e per un centro conferenze e un mediaforum. Sopra cinque piani, rispettivamente per la consultazione generale, per le scienze umane, per le Scienze e tecnologie, per la Letteratura e le arti e l’ultimo, a 31 metri d’altezza, per gli uffici. In attesa dei finanziamenti, che giungono solo parzialmente con qualsiasi ministro delle finanze (il Parlamento approva un primo finanziamento triennale di 2 miliardi nel 2000 e 7 nel 2001 e 2002), il progetto architettonico non parte mentre continua la fase di raccolta del materiale che dovrà entrare a far parte della Beic.

Nel 2012 si formula un’ipotesi alternativa per ridurre la superficie della biblioteca e diminuire i costi, ma anche questa ipotesi non procede. In compenso, sempre nel 2012, viene formalmente inaugurata la Beic digitale (BeicDL) che nel censimento di quattro anni dopo comprende 32mila documenti digitali, 90mila registrazioni bibliografiche, circa mille siti web collegati per più di 4.200 autori. Il patrimonio digitale risulta accessibile in una ventina di collezioni ed è consultabile dal catalogo in linea. Si va dagli incunaboli a edizioni contemporanee. Le consultazioni di risorse di BeicDL sarebbero di circa 100mila mensili (dati 2016).

Resta il problema della sede da realizzare. Un nuovo spiraglio viene nel dicembre 2021 quando viene sottoscritta una nuova convenzione tra Ministero della Cultura, Comune di Milano e Fondazione Beic per incardinare la biblioteca all’interno dei finanziamenti del Pnrr. Abbandonato il progetto Wilson, nel marzo 2022 viene indetto un nuovo concorso del quale è proclamato vincitore il progetto sviluppato da Onsitestudio e Baukuh (per la parte architettonica), Yellow Office (per quella paesaggistica) e SCE Project (per le strutture): il progetto prevedeva la costruzione per il 2026. La procedura che ha portato alla vittoria questo progetto è quella finita sotto la lente dei magistrati che valuterebbero come improprie le relazioni tra commissari e partecipanti, in parte colleghi al Politecnico di Milano.


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28 gennaio 2025 ( modifica il 28 gennaio 2025 | 10:13)

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