Il presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, il vicepresidente della Regione, Elisa De Berti, il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, il Segretario Generale del Consiglio, Roberto Valente, gli assessori regionali Valeria Mantovan e Roberto Marcato, i consiglieri regionali Francesca Scatto, Elisa Cavinato, Marco Dolfin, Silvia Cestaro, Marco Zecchinato (Lega- LV), Lucas Pavanetto (FdI), Arturo Lorenzoni (Portavoce opposizione), Renzo Masolo (Europa Verde), hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione in onore delle vittime dell’Olocausto che si è tenuta questa mattina in Campo del Ghetto Nuovo, a Venezia, in occasione del Giorno della Memoria, istituito con Legge n. 211 del 20 Luglio 2000.
Il presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, nel suo intervento, ha posto l’accento sulla “responsabilità sociale di tutta la comunità italiana ed europea, che si è girata dall’altra parte di fronte all’assassinio scientificamente programmato di sei milioni di Ebrei nei campi di sterminio, assieme a Rom, disabili e omosessuali. Siamo qui quindi innanzitutto per chiedere scusa, anche se non abbiamo una responsabilità diretta della tragedia. Ma anche per ricordare, è doveroso farlo: in questo Ghetto, sono stati prelevati 246 Ebrei, 29 dei quali erano bambini anche in tenerissima età: solo 8 sono tornati. Il Giorno della Memoria deve soprattutto aiutarci a combattere ogni forma di negazionismo della Shoah, in particolare quello che circola in Rete, e a isolare chi pensa che celebrare il ricordo dell’Olocausto oggi abbia poco senso. Dobbiamo condannare fino in fondo le Leggi Razziali del 1938, prodromiche dello sterminio di massa degli Ebrei. Ci dobbiamo impegnare a portare avanti, tutti assieme, un percorso condiviso di inclusione, e l’inclusione prevede rispetto e civile convivenza”.
Anche il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, ha affermato che “celebrare il Giorno della Memoria è un dovere davanti ai negazionisti di ogni genere e all’insorgere dell’antisemitismo inaccettabile. La Shoah ci chiama tutti ad assumerci le responsabilità per quanto avvenne”.
Il presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Dario Calimani, ha sottolineato come “oggi, nel Giorno della Memoria della Shoah, ho il dovere di ricordare e di concentrarmi esclusivamente su questa tragedia, perché non voglio sminuirla. Durante tutto l’anno sono consapevole e provo empatia per tutte le altre tragedie che si sono succedute nel corso della Storia, ad esempio per il genocidio degli Armeni, ma in questa giornata non posso pensare all’universalismo, perché ciò porta ad appiattire, a stemperare la Shoah, a pensare che tutte le tragedie siano uguali e che, alla fine, nessuna valga più di tanto. I morti, è vero, sono tutti uguali, ma ogni genocidio è diverso dall’altro. Solo domani tornerò a preoccuparmi delle altre tragedie che ci sono nel Mondo e che meritano la massima attenzione”.
“Io non invoco pietà, è un sentimento che non mi appartiene – ha aggiunto Calimani – ma mi piacerebbe che ci fosse rispetto reciproco, capacità di convivenza, di studio, di comprensione e accettazione della storia dell’altro. Celebrare il Giorno della Memoria, davanti allo scenario geopolitico attuale, è difficilissimo perché entrano in gioco tantissime altre componenti che tolgono la possibilità di ricordare in modo adeguato i morti della Shoah. Ed è forte in me la preoccupazione che questa tragedia possa ripetersi: spero proprio di no, ma ci sono molti sintomi, sia nelle politiche europee, sia soprattutto nei Social Media, che danno la parola a tutti e fanno emergere sempre ed esclusivamente i peggiori sentimenti: l’odio, i pregiudizi, le false notizie che vengono gonfiate a dismisura. Tutto questo è spaventoso e la Politica deve intervenire, altrimenti rischiamo veramente di rivivere qualche altra catastrofe”.
Il Rabbino Capo di Venezia, Rav Alberto Sermoneta, ha citato il libro dei Salmi “‘Venga scritto questo per le generazioni successive’: ogni momento della nostra vita, ogni minuto dell’esistenza di ciascun ebreo nel Mondo deve essere dedicato alla memoria della Shoah. Il Giorno della Memoria è solo il punto di arrivo di uno studio, di una riflessione continui. La memoria è sempre viva, perché non può esistere un futuro se non c’è il ricordo di ciò che è stato. Ottant’anni dall’Olocausto non sono nulla di fronte ai secoli della Storia. La memoria ci deve aiutare a riflettere su ciò che la Shoah è stata e non dobbiamo confonderla con altre forme di violenza che hanno colpito diverse popolazioni. Dobbiamo rifuggire dai luoghi comuni, studiare, conoscere e approfondire le terminologie atte a definire certi eventi”. La cerimonia commemorativa, dopo l’alzabandiera della Sezione ANA Venezia – Gruppo Alpini, è culminata con la deposizione di una corona d’alloro e l’accensione di sei fiammelle davanti al Monumento dei Deportati di Campo del Ghetto Nuovo.
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