“Da Salini solo fake news e propaganda”, il comitato No Ponte smonta le certezze dell’ad di Webuild sulla mega opera

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Bugie, approssimazioni e propaganda. Sono le accuse rivolte dal coordinamento No Ponte dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di WeBuild Pietro Salini che ieri dopo l’intervista a Restart su Rai 2 ha diramato una nota con le sue certezze sulla mega opera.

Per il manager la scelta di realizzare o meno l’infrastruttura è solo politica, non tecnica. “Noi abbiamo tutte le competenze per realizzarlo. Il progetto definitivo arriverà a febbraio”.

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Dichiarazioni che il Comitato No Ponte ha deciso di smontare punto per punto con un decalogo in cui parla di  “incredibile mole di fake news”. Eccolo:

1)    Non è vero che ormai basta la decisione del Cipess per approvare il  progetto definitivo del ponte ed iniziare i lavori, perché prima è necessario che l’Italia chieda una “deroga” alla Commissione europea, visto che il progetto  ha avuto una Valutazione d’incidenza negativa da parte della commissione Via/Vas in quanto vìola la direttiva europea Habitat, e non è scontato che la commissione europea la possa dare;

2)    A essere politica e non tecnica (meglio, anti-tecnica) è la scelta di realizzare il ponte, non la posizione di chi vi si oppone, perché non si è data risposta ai tanti dubbi tecnici sollevati da esperti di fama nazionale ed internazionale che hanno ripetutamente inviato le loro osservazioni critiche senza ricevere soddisfacente risposta

3)    Per essere collegati al resto del Paese i siciliani non hanno bisogno dell’ennesima cattedrale nel deserto ma di una rete di infrastrutture viarie, ferroviarie, idriche, di servizi sociali, che riduca le diseguaglianze nord-sud; non è vero inoltre quanto dichiarato da un intervistato che servono 3 o 4 ore per attraversare lo Stretto in traghetto visto che la traversata dura solo 20 minuti;

4)    L’alta velocità non raggiunge Reggio Calabria, non si sa neanche come e quando verrà realizzata da Salerno a Reggio Calabria, né è stata realizzata in Sicilia e anche il raddoppio a Messina è fermo a causa del sequestro dell’area di cantiere poiché gli scavi della galleria appaltati da RFI a Webuild hanno prodotto terra con arsenico che ha inquinato le falde acquifere e lasciato senza acqua potabile due comuni;

5)    Per fare fronte alla crisi idrica non abbiamo bisogno dei costosissimi, inquinanti ed energivori impianti quali i dissalatori che Webuild promette di realizzare, ma semplicemente investimenti per ridurre le perdite della rete ed un uso sostenibile e virtuoso delle risorse idriche la cui proprietà e gestione deve rimanere in mano pubblica;

6)    Le opere ferroviarie e stradali previste per il ponte sullo Stretto non servono né alla Sicilia né alla Calabria ma sono funzionali ad un’opera che si sa non si costruirà mai. Quella che viene chiamata la futura metropolitana dello Stretto prevede ad esempio lato Sicilia solo tre fermate su 18 chilometri di lunghezza, la linea A della metropolitana di Roma è lunga  18 chilometri ed ha ben 27 fermate;

7)    Il sistema ponte provocherebbe ferite irreversibili sul territorio dell’area dello Stretto che le presunte opere di mitigazione e compensazione ambientale non potranno mai sanare ma anzi accentuerebbero;

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8)    È vero che il progetto del ponte è stato assegnato ad Eurolink con un gara internazionale, a cui tra l’altro hanno partecipato solo due cordate, ma stiamo parlando di 20 anni fa, nel frattempo Eurolink ha fatto causa allo Stato e l’ha persa; è cambiata la composizione societaria perché  sono andate in liquidazione due società le cui azioni Webuild ha acquistato pagando 5 milioni di euro al concordato di Cementieri Ravenna e promettendo altri 6 milioni nel caso di approvazione del progetto esecutivo entro giugno  e opzionando l’acquisto delle azioni del fallimento di Società Condotte già acquistate da altra cordata. Inoltre è aumentato il costo delle materie prime e quindi del progetto, è cambiata la normativa di riferimento, insomma è cambiato il mondo ma solo l’ad di Webuild sembrerebbe non rendersene conto;

9)    La presenza di faglie attive e capaci sotto il pilone lato Calabria è individuata nelle stesse carte del progetto del ponte come evidenziato da esperti a cui ancora non si è risposto;

10)    Per concludere, parafrasando l’ultima dichiarazione di Salini, “Che il Ponte si possa fare è un azzardo, che è sicuro è un altro azzardo, se si vuole fare è una scelta contro l’Italia”.



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