Auto, il 5 marzo piano Ue per il rilancio. Il nodo multe: «Flessibilità non significa metterle in discussione»

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Von der Leyen ha incontrato 22 attori chiave del settore automotive, per l’Italia c’era il gruppo Iveco. Il ceo di Mercedes:«Azione urgente»

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Dalla nostra corrispondente
BRUXELLES Il 5 marzo il commissario ai Trasporti Tzitzikostas presenterà il piano d’azione per il rilancio dell’industria automobilistica europea e sarà il risultato del dialogo strategico lanciato giovedì 30 gennaio dalla presidente della Commissione von der Leyen. Solo cinque settimane di tempo per consultare tutte le parti interessate e definire il piano. Una corsa contro il tempo.

L’incontro con l’automotive

Giovedì mattina von der Leyen ha incontrato 22 attori chiave del settore automobilistico: i principali leader industriali europei, associazioni, sindacati. Non c’è stato un vero dibattito ma uno scambio di visioni sui problemi e le opportunità del settore, con un tempo di parola di pochi minuti a testa. Il gruppo in questo formato tornerà a riunirsi il 3 marzo. Tra i temi sul tavolo, oltre allo stop dei motori a diesel e benzina che sta preoccupando il comparto, c’è anche quello delle multe per i costruttori di auto europei che non hanno rispettato gli obiettivi di decarbonizzazione. La presidente von der Leyen mercoledì, presentando la Bussola per la competitività, ha promesso «flessibilità», ma la portavoce capo della Commissione Paula Pihno ha spiegato che il riferimento alla flessibilità «non significa necessariamente che metteremo in discussione le multe. Quindi non dovremmo tradurre flessibilità come sospensione delle multe. Ma stiamo ascoltando e vedremo come riusciremo ad offrire soluzioni per superare le difficoltà che ci sono nel settore».




















































Iveco per l’Italia

Per l’Italia all’incontro c’era il gruppo Iveco. Nell’elenco non era presente Stellantis, uno dei maggiori gruppi europei, ma la portavoce capo della Commissione Paula Pihno ha spiegato che l’obiettivo non era «avere un elenco esaustivo dei partecipanti», dato che «ci sono altri rappresentanti degli interessi in questo campo che potrebbero non essere presenti oggi, ma che avranno l’opportunità di esprimere il loro interesse per le loro posizioni in questa discussione». Il gruppo Stellantis ha fatto però sapere che «non potendo partecipare di persona» alla riunione, il presidente John Elkann «ha condiviso i suoi contributi in una telefonata con la presidente von der Leyen prima dell’incontro». Quanto all’assenza di Tesla, la portavoce ha spiegato che «prima ci siamo concentrati sui produttori europei, ma ciò non significa che non diamo importanza ai contributi degli attori interessati e non europei».

Il piano d’azione 

La Commissione avvierà anche 4 gruppi tematici che affronteranno più nel dettaglio i temi e «dove ci saranno ancora altri rappresentanti degli attori che sono già rappresentati oggi, vale a dire l’industria, i consumatori, la società civile e le parti sociali». La presenza però di solo 22 rappresentanti ha fatto storcere il naso a più di qualche capitale (sono 27 gli Stati membri), che vi ha visto un’esclusione dei rappresentanti del proprio tessuto industriale. Inoltre c’è chi teme che cinque settimane siano troppo poche per mettere a punto un piano d’azione efficace che tenga conto di tutti i protagonisti del settore.

I temi 

«La domanda fondamentale a cui dobbiamo rispondere insieme — ha detto von der Leyen — è cosa ci manca ancora per liberare la forza innovativa delle nostre aziende e garantire un settore automobilistico solido e sostenibile». E la risposta deve essere formulata «rapidamente». Il lavoro sarà svolto da Tzitzikostas insieme ad altri quattro commissari: Wopke Hoekstra si concentrerà sulla transizione pulita del settore, Stéphane Séjourné sarà responsabile della catena del valore industriale, Henna Virkkunen supervisionerà le discussioni sull’innovazione tecnologica e digitale e Roxana Minzatu si occuperà delle competenze e delle considerazioni sociali nel settore.

«Azione urgente»

Il ceo di Mercede-Benz Group Ola Källenius, che è anche presidente di Acea, dopo l’incontro ha ribadito che «i produttori europei di auto chiedono un’azione urgente» e che «l’industria automobilistica dell’Ue rimane pienamente impegnata e investita economicamente nella transizione verso la mobilità a emissioni zero. Ma l’unico modo per far sì che questa transizione abbia successo è renderla una trasformazione guidata dal mercato e dalla domanda». Critico invece William Todts, direttore esecutivo del think tank Transport & Environment, che ha a sua volta partecipato all’incontro: «Oggi a Bruxelles abbiamo visto l’industria automobilistica intensificare i suoi attacchi contro gli standard sulle emissioni di CO2 delle automobili, che sono un pilastro centrale del Green Deal europeo». Modificare gli standard ora «sarebbe ingiusto e non servirebbe a nulla per aiutare il settore a recuperare competitività — ha detto Todts —. La Commissione dovrebbe dire no a questa richiesta e, invece, elaborare un piano per stimolare la domanda di veicoli elettrici in Europa».

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30 gennaio 2025 ( modifica il 30 gennaio 2025 | 18:43)

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