Il 30 gennaio 2025 ha segnato l’entrata in vigore di due nuove leggi dello Stato di Israele che mettono al bando l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi): ecco cosa rischiano adesso sfollati e rifugiati.
Questa normativa revisionata potrebbero compromettere gravemente il lavoro di una delle principali organizzazioni umanitarie attive a Gaza, Gerusalemme Est e Cisgiordania. Le leggi, approvate a ottobre, potrebbero infatti impedire a Israele di interagire con l’agenzia e limitare la sua operatività nei territori palestinesi, cambiando il ruolo di Israele come potenza occupante e alterando la fornitura di assistenza a milioni di rifugiati palestinesi.
L’impatto immediato del bando di Israele a UNRWA
L’UNRWA è da decenni il principale fornitore di servizi umanitari fondamentali, come sanità e istruzione, per oltre sei milioni di rifugiati palestinesi. Tuttavia, le nuove normative israeliane, se applicate, avrebbero un impatto devastante sul suo operato. Secondo Jonathan Fowler, portavoce dell’agenzia, le misure rischiano di bloccare tutte le operazioni nelle aree sotto il controllo israeliano. Già da ora, l’agenzia sta affrontando difficoltà, con una riduzione dei visti per il personale internazionale, che ha dovuto evacuare la sede di Gerusalemme Est e trasferirsi ad Amman, in Giordania.
La responsabilità di Israele come potenza occupante
In base al diritto internazionale, Israele, come potenza occupante, ha l’obbligo di garantire il benessere della popolazione nei territori che controlla. L’UNRWA, che opera nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967, ha sempre svolto un ruolo fondamentale nel fornire servizi di base, ma ora, con le nuove leggi, questa responsabilità potrebbe ricadere interamente su Israele. Le autorità israeliane dovranno, quindi, affrontare l’onere finanziario e organizzativo di gestire i servizi che ha tradizionalmente fornito quest’agenzia, con un bilancio annuale di circa un miliardo di dollari.
Il futuro dell’UNRWA e l’incertezza del territorio
Nonostante le difficoltà, l’UNRWA ha dichiarato di rimanere impegnata nel fornire assistenza. Tuttavia, la situazione attuale crea un clima di incertezza che potrebbe influire negativamente sulla sua capacità di operare. Fino all’inizio del cessate il fuoco, l’agenzia ha continuato a fornire aiuti vitali, inclusi cibo e coperte per milioni di persone a Gaza. Ma il rischio che le operazioni vengano sospese, a causa delle nuove leggi, sta generando preoccupazione tra la popolazione palestinese, che dipende enormemente dall’assistenza fornita.
Preoccupazioni globali per il precedente legale
Le nuove leggi israeliane stanno suscitando una crescente preoccupazione a livello internazionale. L’UNRWA è un’istituzione unica, e mai prima d’ora uno Stato membro delle Nazioni Unite aveva cercato di annullare il mandato di una sua agenzia. La comunità internazionale teme che questo possa stabilire un precedente pericoloso, minacciando altre operazioni umanitarie in tutto il mondo. Gli Stati membri dell’ONU e i funzionari delle Nazioni Unite stanno cercando di fare pressione su Israele affinché congeli o annulli la legislazione, temendo che senza un intervento, questa situazione possa diventare la “nuova normalità” per il sistema multilaterale di aiuti internazionali.
Un modello di assistenza unico
L’UNRWA, dal 1950, ha fornito un supporto unico e indispensabile ai rifugiati palestinesi, gestendo direttamente scuole, ospedali e altri servizi vitali in Giordania, Libano, Siria, Gaza e Cisgiordania. La sua infrastruttura consolidata e l’efficienza operativa sono incomparabili con quelle di altre agenzie internazionali. Senza l’UNRWA, nessun altro ente avrebbe la capacità di sostituirne completamente il ruolo, come sottolineato dal portavoce Fowler. L’annullamento del mandato dell’agenzia metterebbe a rischio la vita quotidiana di milioni di persone che dipendono dai suoi servizi.
La prospettiva di un futuro senza UNRWA
Il futuro appare ora incerto, ma l’agenzia continua a ribadire il suo impegno a mantenere le sue operazioni. Tuttavia, se le leggi israeliane dovessero essere applicate, le conseguenze sarebbero devastanti per la popolazione palestinese, in particolare a Gaza, dove l’agenzia è responsabile della distribuzione della maggior parte degli aiuti umanitari. La comunità internazionale, le Nazioni Unite e i sostenitori dell’agenzia stanno cercando di invertire questa tendenza, ma il tempo stringe e la situazione resta estremamente tesa.
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