Progetto di ricerca in ambito di geotermia sui Castelli Romani: come stanno le cose e quali sono i dubbi

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— Impianto ad energia geotermica di Nesjavellir in Islanda

Di Gretar Ívarsson – Edited by Fir0002 – Gretar Ívarsson, geologist at Nesjavellir, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2523755

Da qualche giorno sta circolando insistentemente sui social e nelle chat locali la notizia dell’avvio di perforazioni a grande profondità per la realizzazione di un impianto geotermico in alcuni territori dei Castelli e, in parte, anche il territorio di Marino: ma come stanno in realtà le cose?
A premessa di tutto diciamo che il geotermico è tra le Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) che offrono prospettive più interessanti poiché, come spiega il sito italiacircolare.it, l’utilizzo del “calore immagazzinato nella crosta terrestre, ovvero l’energia geotermica, non ha impronta di carbonio ed è praticamente inesauribile: ce n’è abbastanza per gestire tutta la civiltà per generazioni”. In più, l’energia geotermica è una delle scommesse alla nostra portata in quanto, prima ancora di andare a cercare risorse sulla Luna o su Marte, ci consente di dare uno sguardo a ciò che abbiamo a portata di mano qui su Madre Terra.

La stessa Regione Lazio nel suo Piano Energetico Regionale (PER)  riferisce che “La Regione Lazio dispone del secondo maggior potenziale geotermico italiano, dopo la Toscana. Tale potenziale tuttavia risulta ancora completamente inutilizzato anche se la coltivazione della risorsa geotermica a media e bassa entalpia appare tra le FER quella più promettente in termini di potenziale e fattibilità tecnico-economica, soprattutto in considerazione del minimo impatto ambientale che le nuove tecnologie riescono a garantire“.
Ecco la tabella delle possibili opzioni tecnologiche inerenti le fonti geotermiche riportata nel PER:

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Quando parliamo di entalpia – e ci perdoneranno i fisici – ci riferiamo genericamente al calore totale o al contenuto termico di un fluido, utile a generare energia meccanica o elettrica, ed alle grandezze previste dal Decreto Legislativo 11 febbraio 2010, n.22:

  1. risorse geotermiche ad alta entalpia quelle caratterizzate da una temperatura del fluido reperito superiore a 150 °C;
  2. risorse geotermiche a media entalpia quelle caratterizzate da una temperatura del fluido reperito compresa tra 90 °C e 150 °C;
  3. risorse geotermiche a bassa entalpia quelle caratterizzate da una temperatura del fluido reperito inferiore a 90 °C.

Lo stesso Decreto prevede inoltre che “… al fine di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove centrali geotermoelettriche a ridotto impatto ambientale sono considerati di interesse nazionale i fluidi geotermici a media ed alta entalpia finalizzati alla sperimentazione, su tutto il territorio nazionale, di impianti pilota con reiniezione del fluido geotermico nelle stesse formazioni di provenienza“.

Fatta questa doverosa premessa passiamo a descrivere i fatti prendendoli dagli atti pubblicati dalla Regione Lazio.
In data 15/12/2023 la Società TOMBELLE Srl ha chiesto la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) per il progetto “Permesso di Ricerca geotermica denominato Lago di Albano“, specificando che “Il progetto nasce dalla considerazione che l’area in oggetto presenta caratteristiche geologiche favorevoli alla coltivazione della risorsa geotermica a media entalpia, con temperature possibili del fluido al tetto del potenziale serbatoio geotermico superiori a 120 °C a profondità da circa 2.000 m.
Il Progetto di Ricerca interessa un’area di 145,39 km2 abbracciando vari comuni dei Castelli secondo queste proporzioni:

Ad ogni modo per ora il progetto propone di “…identificare i siti potenzialmente adatti per lo sfruttamento delle risorse geotermiche a medio-alta entalpia (fluidi geotermici utilizzabili a scopi industriali)” per la successiva perforazione di “… pozzi produttivi con profondità di circa 2.000-3.000 m, con l’obiettivo di reperire fluidi geotermici con temperature maggiori di 100°C, sfruttare il calore del fluido … e reiniettare il fluido raffreddato di nuovo nel sottosuolo attraverso pozzi di re-iniezione“.

Lo svolgimento del progetto prevede delle sole prospezioni, cioè indagini, raggruppate nelle seguenti attività:

  • acquisizione di tutti i dati cartografici, geologici, geofisici, topografici, idrogeologici e giacimentologici disponibili e la loro analisi;
  • progettazione ed esecuzione di rilievi geologico-strutturali, geochimici e geofisici di superficie;
  • Eventuali 2 – 3 pozzetti esplorativi geotermici da 300 m caduno (opzionale e non ricompresa nelle attività valutate nel presente SPA);
  • Sintesi dei Risultati e costruzione di un modello geotermico tridimensionale;
  • Report finale.

 La Regione Lazio, al termine della prevista Istruttoria Tecnico-Amministrativa, ha adottato la propria Determina stabilendo in sostanza che la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) non è necessaria, prescrivendo comunque l’obbligo di procedere ad una nuova richiesta di V.I.A. laddove dovessero subentrare attività diverse da quelle contenute nel progetto (come nel caso degli “Eventuali 2 – 3 pozzetti esplorativi geotermici da 300 m caduno“, sopra indicati come attività opzionali). Tra le prescrizioni la Regione ha anche previsto che “nell’esecuzione delle indagini preliminari previste nel progetto esaminato, si dovrà tenere conto della presenza delle aree indiziate di emissione di Anidride Carbonica (CO2), presenti nei comuni di Marino e Ciampino“.

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Trovate altre informazioni su questo tema delle emissioni di CO2 su Marino a questo link.

Invece, di seguito riportiamo l’elenco delle osservazioni dei vari uffici regionali che riteniamo fondamentali, poiché rappresentano i presupposti da cui è scaturita la decisione finale della Regione Lazio.

A questo punto siamo andati a cercare la società Tombelle S.R.L. e con qualche perplessità abbiamo constatato che non esiste alcun sito ufficiale che ci aiuti a conoscerla meglio.
Fortunatamente ci sono venuti in aiuto i documenti pubblicati dalla Regione all’indirizzo https://regionelazio.box.com/v/VIA-110-2023.
Tra questi la visura effettuata il 04/10/2023 da cui risulta che l’azienda:

  • figurava inattiva alla data della visura;
  • è stata costituita il 30/06/2008 con sede legale a Lana, in provincia di Bolzano, dove è iscritta al Registro Imprese a decorrere dal 03/07/2008;
  • ha un capitale sociale di 10.000 € interamente versato ripartito tra 4 soci: due persone fisiche – una delle quali è anche amministratore unico – e due SRL (anche queste rintracciabili solo tramite i siti che effettuano visure);
  • ha per oggetto “lo sviluppo, la progettazione, la costruzione e manutenzione di impianti geotermici e di altri impianti diretti alla produzione energetica”.

Peraltro, sempre dagli atti della Regione emerge che questa azienda ha in corso altre autorizzazioni per attività analoghe nel Lazio, tutte escluse dal procedimento di V.I.A.:

Quindi la ricerca di fonti rinnovabili non è svolta da una delle grandi aziende del settore energetico, ma da una sconosciutissima SRL di Bolzano sulle cui capacità, precisiamo, non nutriamo alcun dubbio.
Capiamoci, stiamo parlando del geotermico, cioè una delle Fonti di Energia Rinnovabili che la legge definisce di interesse nazionale e che, pertanto, dovrebbe attrarre i capitali delle grandi aziende quotate in borsa, se non invece spingere lo Stato ad invitarle perseguendo una strategia complessiva.
A guardarla così ricorda un po’ le vicende dell’inceneritore in cui, come emerse dall’inchiesta di Report, un affare di milioni di euro venne deciso da perizie effettuate da piccoli studi per pochi spiccioli.

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In questo caso la testa di ponte è questa SRL che propone un progetto da cui scaturiranno, come detto sopra:

  • Sintesi dei Risultati e costruzione di un modello geotermico tridimensionale;
  • Report finale.

Che fine faranno questi documenti? Saranno donati alla Regione a titolo gratuito oppure, come è giusto per carità, l’azienda chiederà di essere remunerata o quantomeno ristorata delle spese sostenute?

Ma soprattutto, saranno questi gli elaborati dai quali si procederà con la “…coltivazione della risorsa geotermica a media entalpia, con temperature possibili del fluido al tetto del potenziale serbatoio geotermico superiori a 120 °C a profondità di circa 2.000 m?

Concludendo, ferma restando la nostra piena fiducia nelle potenzialità del geotermico non possiamo che affidarci alle considerazioni formulate dai vari uffici regionali dalle quali è derivata la decisione di non effettuare la Valutazione di Impatto Ambientale (e non solo per il progetto che interessa il nostro territorio, come mostrato nell’immagine di sopra).
Eppure non comprendiamo come un’impresa di questa portata prenda spunto dalla proposta di una piccola SRL scesa da Bolzano, mentre ci saremmo aspettati che la Regione prendesse l’iniziativa coordinando le attività secondo un quadro strategico complessivo.
E proprio in questo quadro complessivo, sarebbe forse stato opportuno affrontare già in questa sede la prospettiva di effettuare in futuro perforazioni profonde in un ambiente geologicamente ed antropologicamente complesso e delicato, quale l’area interessata dal progetto in argomento.

Purtroppo sembrerebbe che le cose vadano diversamente e che la Regione Lazio elabori il suo “Piano Energetico” lasciandolo lì, sperando che qualcuno lo veda, e nel mentre rimanda scelte programmatiche fondamentali per delineare lo scenario energetico futuro.

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