Call center, sciopero contro il contratto pirata firmato da Assocontact

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Linee interrotte in tutta Italia oggi, per protestare contro il contratto pirata firmato da Assocontact con Cisal lo scorso dicembre. “Peggio che un contratto pirata, un contratto della vergogna”, commenta Daniele Carchidi, che per la Slc Cgil nazionale segue il settore dei call center. Un nuovo contratto nazionale firmato da un sindacato e da un’associazione di categoria che il sindacalista definisce minoritari entrambi, e dunque poco rappresentativi dell’universo delle telecomunicazioni. “Adesioni che hanno raggiunto picchi del 90% –  dice Carchidi – perché stiamo parlando di una vertenza lunga e grave: l’uscita dal contratto delle tlc di diverse aziende, per aderire a un altro contratto che contrae diritti e salari”.

Saccone, Slc Cgil: “Oggi primo passo importante”

Oggi, 3 febbraio, è il punto di partenza di una mobilitazione molto più ampia, che chiamerà a responsabilità tutti gli attori coinvolti, anche sotto i profili giuridici e legali, avverte la Slc nazionale in un comunicato. “Credo sia successa una cosa importante anche se questo non poteva essere l’incontro risolutore. È stato comunque aperto un tavolo tecnico da oggi al 12 febbraio che dovrà approfondire un percorso legislativo che a noi interessa, ovvero che il contratto nazionale del comparto Tlc venga identificato dal ministero del Lavoro come il contratto di riferimento”. Questo è il commento del segretario generale della Slc Cgil, Riccardo Saccone, al termine dell’incontro. “Ora abbiamo un luogo di discussione sul tema della rappresentanza nel settore dei Contact Center – aggiunge -, senza voler impedire la contrattazione ma perché la contrattazione deve avere delle regole. Quel contratto che è stato fatto non è un contratto ma un pasticcio che serve per altri due tre anni a massimizzare i profitti”.

La distanza tra le parti

Numeri alla mano, la proposta di aumento fatta da Slc, Fistel e Uilcom per il rinnovo contrattuale è di 260 euro mensili per un triennio, calcolate sulla base dell’inflazione galoppante. Il contratto firmato da Assocontact e Cisal prevede, invece, un aumento di molto inferiore, che si attesta sui 7 euro mensili. “Non ci siamo inventati niente – spiega Daniele Carchidi –, i rinnovi contrattuali e gli aumenti si stabiliscono sulla base di regole scritte, vanno rapportati all’inflazione, sulla base dell’Ipca (l’Indice dei prezzi al consumo), che in questi anni è volato, talmente da giustificare in tutti i rinnovi degli aumenti consistenti”.

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Ma nel ccnl separato firmato da Assocontact non ci sono solo aumenti salariali molto più miseri, c’è in generale un arretramento su una serie di diritti e tutele: dimezzamento dei roll, riduzione dei permessi, taglio alla retribuzione della malattia, tanto per citarne alcuni. “In più a nostro avviso, si riscontrano anche dei profili di illegittimità giuridica per i contratti di collaborazione, per i quali si prevede una paga oraria di 6,50 euro. La legge stabilisce che il contratto a progetto deve avere la paga oraria uguale al dipendente che svolge un ruolo simile. E nel nostro contratto è superiore a 9 euro”.

Le aziende che avevano aderito a questo nuovo contratto sono una trentina, tra cui qualcuna molto grande (sui 5 mila dipendenti). Grazie alle azioni messe in campo dalla Slc, alcune di queste sono tornate sui loro passi. Come spiegato dal sindacalista, nel settore del customer care oltre l’80% del costo complessivo è il lavoro: non ci sono macchinari, ci sono persone che rispondono al telefono.

“Li abbiamo fatti ragionare su come questo contratto, oltre che iniquo sia una sorta di zappa sui piedi – illustra Carchidi – nelle aziende di customer care il costo industria è praticamente inesistente, è il costo del lavoro a cubare quasi il 90% dei costi complessivi dell’impresa. Stipendi più bassi, significa dunque risorse più limitate per aziende che lavorano in appalto per altre”. I clienti di queste imprese sono colossi come la Enel. E proprio sotto l’Enel di Bari si è tenuta una delle più grandi manifestazioni di questa giornata.

Presidio anche in Lombardia, a Milano, dove lavoratrici e lavoratori si sono dati appuntamento questa mattina davanti al palazzo della Regione e, più tardi, presso la sede di Agos.

Manifestazione a Bologna con un sit-in davanti alla sede della Prefettura in piazza Roosevelt, al quale hanno partecipato delegazioni delle aziende Lynetech Bussines Services, Lynetech Customer e Network Contact che sono uscite dal contratto nazionale Telecomunicazioni, sottoscritto da Slc Fistel Uilcom e hanno aderito al contratto sottoscritto senza mandato alcuno dei lavoratori da parte della Cisal.



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