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Celebrating Picasso: la grande mostra a Palermo con capolavori unici

Un’imperdibile occasione per gli amanti dell’arte: Palermo accoglie una straordinaria esposizione dedicata a Pablo Picasso, il genio del XX secolo. Dal 12 dicembre 2024 al 4 maggio 2025, il Palazzo Reale di Palermo ospiterà la mostra “Celebrating Picasso. Capolavori dal Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster”, un viaggio attraverso 84 opere che raccontano la vita e l’arte del maestro spagnolo.

Un corpus di opere straordinario

L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Federico II in collaborazione con il Kunstmuseum “Pablo Picasso” di Münster, offre una panoramica completa sulla produzione artistica di Picasso, includendo:

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Dipinti

Litografie

Linoleografie

Acquetinte

Acqueforti

Ceramiche

Puntesecche

Oltre alle opere provenienti dal museo tedesco, la mostra vanta prestiti preziosi da importanti istituzioni come il Museo Picasso di Antibes, il Mart di Trento e Rovereto e la Galleria La Nuova Pesa di Roma, oltre a numerosi contributi da collezioni private.

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Un viaggio tra arte e vita

Picasso non è solo arte, ma anche storia personale. La mostra mette in luce il binomio inscindibile tra le sue creazioni e la sua biografia. A rendere ancora più suggestiva l’esperienza, una serie di fotografie esclusive di David Douglas Duncan, celebre fotografo che nel 1956 ottenne accesso privilegiato all’atelier e alla vita privata del maestro spagnolo.

La mostra racconta – attraverso 84 opere e una sezione video – il binomio imprescindibile tra le opere di Picasso e la sua biografia. La Fondazione Federico II porta in Sicilia un corpus di opere in grado di raccontare sia l’artista che l’uomo: dipinti, litografie, linoleografie, acquetinte, acqueforti, ceramiche, puntesecche, opere straordinarie nelle tematiche più vicine al maestro.

Gaetano Galvagno, Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II: “con questa mostra la Fondazione Federico II al centro di importanti relazioni internazionali con musei pubblici e privati. Da tempo volevamo portare in Sicilia uno dei più grandi artisti del XX secolo”. 

Olivier Widmaier Picasso, Presidente del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, nonché figlio di Maya Picasso e nipote del Maestro: “non è una mostra generalista in cui ci si perde, c’è un equilibrio sottile tra le opere. Verrò presto a Palazzo Reale di Palermo per un evento speciale a parlare di Pablo Picasso, il più grande artista della modernità e anche un po’ il nonno di tutti noi”

Le Muse. Il già citato legame tra opere e biografia risulta evidente a partire dal rapporto di Picasso con la figura femminile: le sue amanti, le sue mogli e le sue muse costituiscono una sintesi tra eros e creatività, costituendo una simbiosi nelle sue opere. Ad ogni nuova fase creativa, ad ogni nuovo stile, una donna sembra entrare nella sua vita. Nell’inverno 1945/46, la passione di Picasso si accese non solo per la sua musa, Françoise Gilot, ma anche per la tecnica grafica della litografia, alla quale in precedenza si era dedicato solo sporadicamente. In questo contesto, il suo stampatore parigino Fernand Mourlot parlò di “febbre litografica” di Picasso. In mostra diversi capolavori che testimoniano l’impulso creativo, tra questi i ritratti di Françoise.

“Pescatore seduto con berretto” e lo “Stile Picasso”. Il nuovo amore con Françoise Gilot spronò Picasso, così come il generale spirito di ottimismo del dopoguerra. Il suo nuovo inizio personale coincise con un nuovo inizio sociale. L’immersione in una forma di spensieratezza mediterranea caratterizzò il soggiorno di alcuni mesi di Picasso ad Antibes/Juan-les-Pins dove diede vita ad un brillante impulso creativo. La città portuale di Antipolis, che risale all’antichità, ispirò lo spagnolo a rileggere la mitologia antica e il suo repertorio di figure. Qui lo spagnolo creò a ritmo serrato una moltitudine di capolavori accattivanti. In questo contesto creativo, il 3 novembre 1946 Picasso dipinse “Pescatore seduto con berretto”, opera presente a Palazzo Reale di Palermo, utilizzando la vernice per barca e un pannello di compensato. La rappresentazione di questo marinaio con la sua caratteristica camicia a righe e il berretto appare comune, rimandando ad un personaggio che si poteva incontrare nei bistrot intorno al vecchio porto di Antibes, ma nonostante questo, la figura rappresentata non assume un aspetto realistico. Come in una bambola articolata, le estremità sono costruite come singole componenti articolari della figura e separate l’una dall’altra da linee di contorno nere. I numerosi pentimenti nella zona della testa della figura sono riconoscibili a occhio nudo. L’artista raffigura gli occhi, la bocca e il naso in forma abbreviata e modella l’orecchio come un 8 stilizzato. La combinazione di vedute multiple cubiste e metamorfosi surrealiste della forma che si ritrova in queste e in altre opere simili caratterizza in generale l’opera di Picasso della fine degli anni Trenta ed è stata definita “stile Picasso”.

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Nel catalogo (208 pagine edite dalla Fondazione Federico II) c’è anche un’immagine che “cattura” il dietro le quinte di una fase del processo creativo: una fotografia di Michel Sima, che ritrae Picasso mentre dipinge Pescatore seduto con berretto allo Château Grimaldi, rivela una fase del processo di lavoro. La foto mostra che la testa era stata originariamente concepita come un dialogo tra una metà scura e una chiara del volto in forme biomorfe. Tuttavia, Picasso dipinse sopra la metà sinistra della testa e modificò il collo e la bocca. Il risultato finale è più angolare e lineare della versione originale. La trasformazione di questo dipinto è abbastanza sintomatica del metodo di lavoro dello spagnolo, che generalmente riduce, comprime e purifica le sue composizioni durante la creazione delle sue opere.

Paloma. Il mito di Picasso è anche legato alla Colomba (tema presente nelle opere in mostra), che rappresentò un’importante svolta in termini di arte accessibile alla classe operaia. Nella primavera del 1949 il suo amico e scrittore Louis Aragon era alla ricerca di un manifesto adatto al Congresso degli intellettuali per la pace che si sarebbe tenuto a Parigi. Nello studio dello spagnolo venne scelta la suggestiva raffigurazione di un piccione milanese, il cui piumaggio, mosso dal vento, è efficacemente disposto su uno sfondo nero monocromo. La scelta di Aragon sembrerebbe essere stata dettata dalla tradizione biblica di raffigurare la colomba come simbolo di pace. La litografia, realizzata il 9 gennaio 1949, fu affissa a Parigi nell’aprile dello stesso anno e da lì iniziò la sua internazionale marcia trionfale come simbolo, riconosciuto a livello globale, di pace, secondo l’iconografia creata da Picasso. In seguito al successo della sua prima Colomba della pace, Picasso non smise di creare altre colombe, in varianti e con accorgimenti sempre differenti, per altri congressi ed eventi. Nella primavera del 1949, dopo innumerevoli successi conseguiti con l’iconografia della colomba della pace, Françoise Gilot, compagna di Picasso, dopo il figlio Claude nato nel 1947 diede all’artista una seconda figlia che venne chiamata Paloma (in spagnolo “colomba”).

I ritratti dei bambini. Picasso immortalò i due bambini dalle guance paffute, Claude e Paloma, in una litografia in bianco e nero, esposta a Palazzo Reale: Paloma in un disegno a linee nere su sfondo bianco, mentre nel caso di Claude invertì questo contrasto. I ritratti dei bambini sono composti da strati di linee che sembrano essere state applicate con le dita. Lo spagnolo scelse quindi una tecnica pittorica infantile per la rappresentazione dei propri figli. Particolarmente suggestivo è il ritratto della figlia Paloma con bambola. Sullo sfondo scurole singole parti chiare del viso della figlia, allora tre anni, sono articolate in modo efficace. Picasso gratta via dallo sfondo fasci di linee e aree dell’immagine. Paloma presenta con orgoglio e goffaggine la sua bambola, che sembra il suo alter ego in miniatura. È un’impresa difficile motivare una bambina piccola a sedersi come una modella e a stare ferma. Secondo i testimoni contemporanei, Picasso usava il trucco di far credere ai bambini che non voleva ritrarre loro, ma i loro peluche o le loro bambole. Questo spiega anche l’atteggiamento ostensivo della piccola Paloma.

Corrida. Un altro tema importante della vita e nell’immaginario di Picasso, che amici e testimoni contemporanei non si sono mai stancati di sottolineare, è quello della corrida. Così scrive Hélène Parmelin nella sua opera Picasso dice: «I tori sono nella sua anima più profonda. I toreri sono i suoi cugini. L’arena è la sua casa». Per lui la corrida era una metafora esistenziale della propria arte. Paragonava il suo lavoro di pittore alla scena della corrida: «Immaginate per un momento di essere al centro dell’arena. Avete il vostro cavalletto e la vostra tela, è bianca e deve essere dipinta e tutti vi guardano. […] Il minimo errore e siete morti. E non c’è nemmeno bisogno di un toro per farlo».

Questo tema emerge in mostra attraverso alcune acquetinte e linoleografie di Picasso, tecnica quest’ultima che l’artista esplora a partire dal 1954. Un esempio è “Piccola testa di donna incoronata con i fiori”, opera in mostra e scelta come immagine portante dell’esposizione. La progettazione e la stampa di linoleografie multicolori si basano su processi complessi: da un lato, è possibile utilizzare una lastra di stampa per ogni colore e poi stamparli insieme in un processo additivo. Un metodo alternativo è la cosiddetta tecnica di eliminazione in cui i singoli colori vengono stampati in successione da un unico supporto di stampa in un processo sottrattivo, lavorando progressivamente dal tono di colore più chiaro a quello più scuro. Nell’estate del 1959, Picasso abbandonò il processo di stampa additivo, inizialmente preferito, a favore della tecnica di eliminazione.

Processo creativo. Un altro aspetto del suo lavoro sono le numerose ceramiche create dopo la Seconda guerra mondiale a Vallauris, nel sud della Francia. All’inizio dipinse solo stampi per vasi prefabbricati, poi cominciò a creare proprie produzioni personalizzate. La scelta della natura morta, basata su decorazioni con pesci, divenne sempre più costante quando si trasferì da Parigi alla Costa Azzurra.  L’esperto Georges Ramié, nel cui laboratorio l’artista lavorava, espresse il seguente giudizio sul modo di operare poco ortodosso dello spagnolo: «I metodi di lavoro di Picasso sono indefinibili». Di norma, Picasso non iniziava il suo lavoro con un’idea pittorica definita, ma la sviluppava nel corso del processo creativo, un modo di lavorare che la storia dell’arte descrive come pensiero pittorico processuale.

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Paesaggio di Vallauris. Il 14 aprile 1958 Picasso realizzò uno dei suoi rari dipinti di paesaggi (in mostra: Paesaggio di Vallauris, 1958, olio su tela, collezione privata), che raffigura la villa nell’entroterra della Costa Azzurra, a Vallauris. Lo spagnolo era molto legato a questo luogo, poiché vi aveva creato le sue ceramiche nell’atelier Madoura a partire dal 1947. Viveva già da ben tre anni nella prestigiosa Villa La Californie, sopra Cannes. Lo spagnolo dipinse questa veduta con la tecnica bagnato su bagnato, utilizzando il fondo chiaro della tela come mezzo creativo, che traspare nell’area dell’edificio e tra le palme lussureggianti. Mentre la struttura e i tetti della casa sono disegnati in un intreccio cubista, Picasso usò forme stilizzate per la vegetazione.  Così, le foglie stilizzate nel primo piano del quadro formano una sorta di recinzione che chiude lo spazio pittorico nella parte anteriore. Come si è detto, dal 1955 Picasso risiedeva a Vallauris, pertanto il dipinto del 1958 rappresenta uno sguardo nostalgico all’entroterra della Costa Azzurra e al proprio passato.

Lo zoo di Picasso. La mostra narra, attraverso le sue opere e le fotografie di Duncan, anche la passione di Picasso per gli animali, ne possedeva diversi. Lo zoo privato di Picasso aveva regole diverse per le persone e per gli animali, e le regole per le persone erano più severe. Molti testimoni contemporanei riferiscono che i suoi cani potevano vagare liberamente e senza divieti nelle stanze del suo studio. In genere lo spagnolo negava questo privilegio ai suoi ospiti umani. I cani di Picasso avevano anche la libertà di lasciare l’urina sulle sue sculture di bronzo in giardino. Secondo Picasso, questo conferiva alla superficie del bronzo una patina speciale.

Fotografie. Una vera e propria “mostra nella mostra”: le fotografie di David Douglas Duncan ci restituiscono i diversi volti del Picasso uomo. Parte delle foto realizzate da Duncan ritrae Picasso come un padre premuroso che si dedica ai suoi figli giocando e disegnando. Altre foto lo ritraggono come un uomo affettuoso in compagnia della sua ultima moglie Jacqueline. In altre ancora Picasso viene rappresentato come un amante degli animali, con il suo bassotto Lump seduto sulle sue ginocchia che lecca il suo piatto. Queste fotografie illuminano le numerose sfaccettature della sua personalità, rivelando un artista per certi versi inedito.

Orari e costi dei biglietti

Venerdì, sabato, domenica, lunedì e festivi

Biglietto intero: 19 euro

Ridotto under 25 e docenti: 17 euro

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Ridotto over 65: 15,50 euro

Ridotto giovani (14-17 anni): 11 euro

Martedì, mercoledì e giovedì

Biglietto intero: 15,50 euro

Ridotto under 25 e docenti: 13,50 euro

Ridotto over 65: 13,50 euro

Ridotto giovani (14-17 anni): 9 euro

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

I biglietti possono essere acquistati online sul sito della Fondazione Federico II oppure direttamente presso la biglietteria in Piazza del Parlamento:

Lunedì – Sabato: 8:30 – 16:30

Domenica e festivi: 8:30 – 12:30

Perché non perdere “Celebrating Picasso”

Questa mostra rappresenta un evento culturale di rilievo internazionale, un’opportunità unica per ammirare capolavori irripetibili e scoprire la straordinaria figura di Pablo Picasso sotto una luce nuova. Un appuntamento imperdibile per appassionati d’arte, studenti e turisti in visita a Palermo!

 

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