Venite alla nostra scuola politica, anzi no, anzi sì. È più o meno questo ciò che è successo per l’apertura della scuola politica di Totò Cuffaro. Una serie di appuntamenti in cui erano previsti anche gli interventi di Nuccio di Paola del M5s, e Ismaele La Vardera, l’ex iena passato ora al Misto, che però sono stati cancellati dagli organizzatori. O almeno così sembrava momento, perché poco dopo gli stessi organizzatori hanno fatto retromarcia, ma a quel punto sia Di Paola che La Vardera hanno deciso comunque di non andare. Non un bell’inizio per la scuola di politica che è incappata subito in due gaffe degli organizzatori. Anzi dell’organizzatore, perché Carmelo Pace, deputato all’Assemblea regionale siciliana nelle file della Dc, ci tiene a sottolineare in un post che è stato lui – uomo vicinissimo a Totò Vasa Vasa – a ideare la scuola e a invitare i due esponenti dell’opposizione. Salvo poi fare retromarcia. Un dietro front plateale con tanto di mea culpa social: “Nessuno mi ha chiesto né tantomeno è stato da me autorizzato a offendere gli avversari, tantomeno nessuno è stato e sarà autorizzato ad offendere il mio leader Toto’ Cuffaro”, ha scritto Pace. Per poi concludere: “Chiederò personalmente a Di Paola e a La Vardera di evitare di partecipare. Il confronto è il sale della politica, il linciaggio mediatico invece no”.
Ma cosa avevano detto e cosa c’entrano i media? Dopo la presentazione del calendario della scuola politica organizzata da Pace a Ribera, aperta lo scorso venerdì 31 gennaio dallo stesso Cuffaro, era previsto un ciclo di incontri di 12 mesi che prevedeva l’intervento del presidente dell’Antimafia regionale, il dem Antonello Cracolici, di Michele Catanzaro, anche lui del Pd. Poi, tra le file dell’opposizione si contavano gli interventi anche Di Paola e La Vardera. Con questi ultimi che hanno inviato una nota congiunta per spiegare le ragioni della scelta: “Abbiamo accettato a patto di dire cosa pensiamo della politica fallimentare cuffariana, diremo che la nostra visione politica sta agli antipodi del cuffarismo”.
Nessun insulto, quindi, ma la precisa volontà di rivolgersi a una platea vicina all’ex presidente – condannato a 7 anni per favoreggiamento alla mafia – che è stata sufficiente a scatenare la reazione di Pace: “Ad ogni invitato ho chiesto di parlare della politica dal proprio punto di vista, della propria esperienza partitica, delle diversità – ha scritto su Facebook – Nessuno mi ha chiesto né tantomeno è stato da me autorizzato a offendere gli avversari, tantomeno nessuno è stato e sarà autorizzato ad offendere il mio leader Toto’ Cuffaro”. Ma in realtà è tutta colpa, manco a dirlo, del “linciaggio mediatico”: “I miei amici e colleghi Di Paola e La Vardera da me invitati (non soltanto al corso di formazione politica ma anche alla seconda edizione della festa dell’amicizia), probabilmente perché criticati dalla stampa ad aver accettato il mio invito ad un corso di formazione politica organizzato dalla DC, stanno reagendo alle critiche, a mio avviso, in maniera eccessivamente cruenta nei confronti di Cuffaro, quasi a giustificarsi”. Per questo il deputato regionale della Dc chiede scusa “a Cuffaro e agli iscritti del mio partito per il linciaggio subito. È stato un mio errore. Chiedo scusa pure ad Ismaele e Nuccio se sono stato causa di attacchi nei loro confronti, non era nelle mie intenzioni. A tutto però c’è un rimedio”.
Toni un po’ esacerbati che hanno, inevitabilmente, provocato la reazione dei due deputati messi alla porta: “Avevamo accettato l’invito di andare a Ribera al corso di formazione politica promosso dalla Dc ad una condizione ben chiara: poter dire quello che pensiamo senza alcuna limitazione. Il collega Pace aveva accettato questa nostra condizione, ma quando ha visto i nostri post sui social in cui ribadivamo che saremmo andati lì proprio per rimarcare le nette distanze tra noi e la politica fallimentare di Cuffaro, hanno deciso di zittirci impedendoci di partecipare all’incontro. La domanda sorge spontanea: perché invitarci pensando che non avremmo potuto avere la libertà di dire tutto quello che volevamo? Se democrazia deve essere, bisogna avere anche il coraggio di ascoltare chi ha un pensiero diverso dal tuo”, dicono i due politici di opposizione. E una volta messi alla porta, l’occasione è ghiotta per qualche stoccata: “Avevano paura di sentirsi dire che il governo Cuffaro aveva regalato l’acqua ai privati assetando la Sicilia? – chiedono i due in una nota congiunta -. Avremmo parlato con garbo e gentilezza senza offendere nessuno, ma se per loro offendere equivale a dire la verità, ossia che il loro leader per quanto ci riguarda dovrebbe ritirarsi a vita privata dopo aver distrutto la Sicilia, allora siamo ben lieti di continuare a dare la nostra idea di Sicilia in giro per i territori. L’occasione persa è stata la loro”.
La reazione dei due membri dell’opposizione però fa scattare il nuovo dietro front: “Gentili deputati La Vardera e Di Paola, nessuno si lasci andare in facile vittimismo, se lo vorrete sarete i benvenuti al corso di formazione politica di Ribera. Noi della Dc saremo i garanti della libertà del vostro pensiero”, scrive di nuovo Pace. Ma i due deputati declinano il reinvito: “Ci dispiace, non andremo in un posto in cui ci si impedisce di dire ciò che pensiamo”. Non una grande lezione di politica, si direbbe, per la scuola di Cuffaro.
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