Guerra e Pace per il 51esimo Festival della Valle d’Itria a Martina Franca

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5.02.2025 – E’ dedicata a Guerra e Pace la 51esima edizione del Festival della Valle d’Itria, la prima con la direzione artistica di Silvia Colasanti, che si terrà dal 18 luglio al 3 agosto a Martina Franca (Taranto).

Organizzato dalla Fondazione Paolo Grassi, a far da scenario come di consueto al Festival, il Palazzo Ducale, la Basilica di San Martino, il Chiostro di San Domenico, altri luoghi storici e di grande bellezza della città barocca  e le masserie del territorio pugliese, ricche di cultura e tradizioni millenarie.

Rimanendo fedele alle scelte che hanno contraddistinto fin dal suo nascere il Festival, quali l’attenzione al repertorio belcantistico e il recupero di opere di raro ascolto, Silvia Colasanti aggiunge due segnali forti: il legame con l’attualità e con la società di oggi, e la presenza significativa della musica del XX e XXI secolo. “L’attualità si specchierà nei capolavori del passato, più noti o desueti, e al tempo stesso verrà raccontata con i suoni dagli autori del Novecento e dei nostri giorni, per un’offerta artistica al servizio della cultura – spiega la direttrice artistica –. Uno spunto di riflessione sul presente, un modo di evidenziare come l’arte oltrepassi il tempo e come i grandi autori del passato più o meno recente, con diversi linguaggi, continuino a parlarci”.

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GUERRE E PACE

Titolo della presente edizione è “Guerre e pace”, ideata in un particolare momento storico in cui i due termini, declinati tanto al singolare quanto al plurale, si presentano oggi con insistenza nella vita di tutti i giorni. Tre le opere in programma – Tancredi di Gioachino Rossini con i due finali, la prima italiana di Owen Wingrave (1970) di Benjamin Britten, la rara esecuzione, a 100 anni dalla composizione, di L’enfant et les sortilèges di Maurice Ravel –, cui si affiancano concerti (quello sinfonico quest’anno propone la Quattordicesima Sinfonia di Šostakóvič con Fabio Luisi, direttore musicale del Festival), incontri e dialoghi con autori, per animare ogni giorno con oltre venti appuntamenti l’edizione del 2025. “Un programma – conclude Silvia Colasanti – che evidenzia come gli artisti non siano mai rimasti estranei alle tematiche della guerra e della pace, e in modi e linguaggi diversi lo abbiano testimoniato attraverso la composizione musicale”.

Con questa 51ª edizione, il Festival della Valle d’Itria guarda con coraggio al futuro e alle sfide che l’attendono, senza tradire il suo DNA e le peculiarità che lo hanno reso riconoscibile in tutto il mondo – dichiara Michele Punzi presidente della Fondazione Paolo Grassi –. Il risultato, grazie all’eccellente lavoro della direttrice artistica Silvia Colasanti, condiviso con il direttore musicale Fabio Luisi, è un Festival che diventa sempre più inclusivo e sensibile alle tematiche sociali e ambientali (in questo senso il percorso avviato per ottenere la certificazione Ecoevents). Un Festival di respiro e interesse internazionale, ma estremamente attento anche al territorio e ai nuovi pubblici da stimolare e coinvolgere”.

Il Festival della Valle d’Itria è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Martina Franca.

LE OPERE

Ad inaugurare il Festival, venerdì 18 luglio (ore 21) nel cortile di Palazzo Ducale, sarà Tancredi di Gioachino Rossini (repliche 26, 29 luglio e 2 agosto, ore 21). La guerra militare sullo sfondo, la guerra in difesa della donna amata in primo piano: questo il cuore dell’opera, presentata per l’occasione sia nella prima versione composta per il Teatro La Fenice di Venezia e andata in scena il 6 febbraio 1813, sia nella versione composta per il Teatro comunale di Ferrara, rappresentata il 21 marzo 1813 con il finale tragico anziché lieto come nella versione originale. L’esecuzione consecutiva dei due finali nella stessa recita avrà anche una funzione filologica, nell’illustrare il processo compositivo all’origine di uno dei capolavori giovanili del cigno di Pesaro. Edizione di riferimento sarà quella di Philip Gossett per la Fondazione Rossini; a dirigere l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, formazione che accoglie i più promettenti e talentuosi musicisti da tutto il mondo, sarà Sesto Quatrini, nato professionalmente al Festival della Valle d’Itria, per il quale ha già diretto diverse produzioni. Firma la regia Andrea Bernard, giovane talento affermatosi nei principali teatri italiani ed europei, vincitore nel 2016 dell’European Opera-directing Prize e nel 2024 Premio Abbiati per la regia. Nel ruolo del titolo, un nome di riferimento del repertorio belcantistico, il mezzosoprano Anna Goryachova, affiancata dal soprano Francesca Pia Vitale (Amenaide), il tenore Dave Monaco (Argirio) e il basso Adolfo Corrado (Orbazzano), per un cast di indubbio valore.

Un forte messaggio pacifista arriva dalla seconda opera in programma, alla sua prima esecuzione italiana, Owen Wingrave di Benjamin Britten a Palazzo Ducale il 27 luglio (repliche 30 luglio e 3 agosto, ore 21). Scritta nel 1970 su libretto di Myfanwy Piper, da un racconto di tono fantastico di Henry James, l’opera venne commissionata dalla BBC per la televisione e successivamente rappresentata anche in teatro. Daniel Cohen, direttore musicale dello Staatstheater di Darmstadt dal 2018, presente nei cartelloni europei spesso in titoli poco eseguiti, guida l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala. La regia è di Andrea De Rosa, nome affermato sia nella prosa che nel teatro lirico, al suo debutto al Festival di Martina Franca. Le voci principali saranno quelle del baritono Aeneas Humm nel ruolo del protagonista, il tenore Ruairi Bowen (Lechmere), il soprano Charlotte-Anne Shipley (Miss. Wingrave) e il mezzosoprano Sharon Carty (Kate Julian), tutti specializzati nel repertorio inglese, affiancati dai giovani cantanti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” e dal Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi (direttore Angela Lacarbonara).

Per entrambe le opere le scene saranno di Giuseppe Stellato e i costumi di Ilaria Ariemme.

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100 anni fa nasceva L’enfant et les sortilèges di Maurice Ravel, opera di raro ascolto in Italia, fantaisie lyrique su versi di Colette, dalla scrittura musicale moderna e innovativa. Fra i capolavori della prima metà di Novecento, viene messa in scena, nella versione cameristica di Didier Puntos, nel Chiostro di San Domenico il 19 luglio (repliche 21, 24, 28 luglio, ore 21). Il progetto coinvolgerà anche le giovani forze del territorio, con la presenza del Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi e l’attività di laboratori didattici nelle scuole guidati dalla regista Rita Cosentino (apprezzata in Aladino e la lampada magica di Rota nel Festival del 2024). Dirige Myriam Farina, già assistente di Fabio Luisi, mentre il cast sarà interamente formato dalle voci dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, scene e costumi dell’illustratrice Francesca Cosanti.

I CONCERTI E GLI INCONTRI

I concerti, che si alternano alle opere, vedranno la partecipazione di figure del mondo culturale non prettamente musicale, approfondendo il tema “Guerre e pace” in tutte le sue declinazioni, con programmi di raro ascolto e alcune novità.

Irrompe con tutta la sua drammaticità la Sinfonia n. 14 per soprano, basso, archi e percussioni op. 135 di Dmitrij Šostakóvič, scritta nel 1969 sui testi di García Lorca, Apollinaire, Küchelbecker e Rilke e dedicata a Britten. L’appuntamento è a Palazzo Ducale il 1° agosto (ore 21) per il tradizionale concerto sinfonico del Festival. Fabio Luisi dirige l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala in una delle più originali e personali partiture del compositore sovietico, di cui nel 2025 ricorrono i 50 anni della morte. Voci soliste di questa rara esecuzione italiana, il soprano Lidia Fridman e il basso Adolfo Corrado.

Anche il concerto sacro, nella Basilica di San Martino (23 luglio, ore 21), con l’Orchestra della Magna Grecia diretta da Maurizio Lomartire, vede protagonista la musica del XX secolo con le Les Illuminations di Britten, accanto a brani meno conosciuti di Arvo Pärt (che nel 2025 festeggia 90 anni), Silvestrov e altri autori, cui si aggiunge una prima assoluta, commissione del Festival, di Davide Tramontano, omaggio a Giovanni Pierluigi da Palestrina, nel cinquecentenario della nascita.

I Concerti del Sorbetto, nei chiostri di San Domenico e del Carmine di Martina Franca, saranno l’occasione per una lettura più completa e stimolante sulle opere in programma, veicolati da tre figure del mondo culturale che offriranno il loro personale sguardo. Sandro Cappelletto, musicologo e giornalista, in L’altro Ravel presenta alcuni lavori liederistici del compositore francese (20 luglio, ore 18). In L’altro Tancredi Ilaria Narici, musicologa e direttrice scientifica della Fondazione Rossini, racconta dei brani musicali non inclusi nel Tancredi del Festival (26 luglio, ore 18). Con L’altro Britten Alessandro Macchia, autore della prima monografia italiana sul musicista inglese, introduce una selezione di Lieder di Britten (2 agosto, ore 18). Per tutti e tre i concerti, protagonisti le voci dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”.

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Fra le novità di quest’anno, spicca “In-chiostro: tra note e parole”. Ospiti quattro figure di cultura che dialogano con la musica attorno al tema della guerra e della pace trattato in diversi aspetti, in alcuni chiostri barocchi di Martina Franca e masserie del territorio.

Si parte con Lucrezia Ercoli, docente, giornalista e direttrice di Popsophia, che nel concerto Musica Degenerata parla di “arte degenerata”, con la musica, da Weill a Webern, eseguita dal Quartetto Adorno (20 luglio, ore 21).

Stesso quartetto, cui si aggiunge la pianista Viviana Lasaracina, per l’incontro di Paolo Nori, scrittore e traduttore, che nel concerto Guerre e Paci racconta di come i grandi autori russi (Tolstoj, Dostoevskij) ci parlano della guerra e della pace (22 luglio, ore 21).

Bianca Sorrentino, scrittrice e studiosa del mondo classico, si occupa del rapporto tra il mito e le arti contemporanee, introducendo il concerto La guerra ha volto di donna, con musiche di autori classici e una prima esecuzione assoluta di Paolo Marzocchi, affidate ai cantanti dell’Accademia “Rodolfo Celletti” (25 luglio, ore 21).

Luca della Libera, docente e musicologo, fra i massimi studiosi di Alessandro Scarlatti, in Combattuti miei pensieri tratta il tema della guerra nella musica del grande compositore barocco, di cui ricorre il tricentenario della morte. L’esecuzione è dell’ensemble dell’Enea Barock Orchestra, giovane e dinamica formazione, che ha già avuto importanti apprezzamenti di pubblico e critica (31 luglio, ore 21).

Infine, con il ciclo “Trame in musica. Incontri d’autore in Valle d’Itria”, nelle storiche masserie e chiese della Valle d’Itria, e nei chiostri di Martina Franca, quattro concerti con le voci dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, Quartetto Adorno e l’Ensemble dell’Enea Barock Orchestra, che ospiteranno gli autori degli incontri di “In-chiostro” nella presentazione delle loro novità editoriali (19, 23, 24 e 30 luglio).

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Programma su www.festivaldellavalleditria.it

Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it





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