Negli ultimi due anni, la guerra in Ucraina ha assunto contorni che vanno ben oltre la narrazione proposta dai media occidentali. Eric Denécé, esperto francese di intelligence e sicurezza, ha curato il saggio “La guerra russo-ucraina: realtà e insegnamenti di un conflitto di alta intensità”, pubblicato dal Centro Francese di Ricerca sull’Intelligence (CF2R). Questo lavoro, realizzato con il contributo di diversi specialisti, tra cui Nicola Oré, Jean-Luc Basselet, Alain Charé, Théo Claverie, Olivier Dujardin, Giuseppe Gagliano, David Goser, Valerio Bett e Alain Rodier, offre un’analisi lucida e dettagliata su come il conflitto sia stato raccontato e su quali siano le dinamiche reali che lo governano.
La narrazione occidentale: unilaterale e selettiva
Denécé è chiaro su un punto: la copertura mediatica della guerra in Ucraina è stata, sin dall’inizio, parziale e distorta. I media mainstream hanno adottato una visione manichea del conflitto, presentando la Russia come l’unico aggressore, ignorando completamente le cause storiche e geopolitiche che hanno portato all’escalation del 2022.
Non si parla dell’espansione della NATO, del colpo di Stato del 2014 a Kiev, del conflitto nel Donbass che ha causato migliaia di vittime civili dal 2014 al 2022. Invece, la narrazione dominante si è concentrata sulle sofferenze ucraine, sulle presunte atrocità russe e sulle azioni eroiche dell’esercito di Zelensky.
Un altro elemento critico è il modo in cui vengono selezionate le notizie:
- Le offensive ucraine ricevono ampia copertura mediatica, anche quando i risultati sul campo sono limitati o disastrosi.
- Le avanzate russe vengono minimizzate o descritte con toni negativi, come se ogni vittoria di Mosca fosse il risultato di brutalità e barbarie.
- Le difficoltà dell’Ucraina vengono nascoste, così come il crescente malcontento della popolazione, la corruzione nel governo e le diserzioni nell’esercito.
Denécé sottolinea anche il ruolo della censura mediatica senza precedenti: il bando di Russia Today, Sputnik e altre testate russe ha privato l’opinione pubblica occidentale della possibilità di accedere a fonti alternative, creando un’informazione a senso unico, più rigida di quella vista durante la Guerra Fredda.
Le vere lezioni del conflitto: droni, artiglieria e guerra elettronica
Dal punto di vista militare, il conflitto in Ucraina ha offerto spunti di riflessione importanti per gli esperti di guerra moderna. Tre elementi si sono rivelati decisivi:
- L’uso massiccio dei droni
- Per la prima volta, i droni sono diventati protagonisti assoluti del campo di battaglia.
- Entrambe le parti hanno sviluppato tattiche innovative con droni da sorveglianza, attacco e kamikaze.
- I russi e gli ucraini hanno superato l’Occidente nell’uso tattico dei droni, dimostrando una capacità di adattamento impressionante.
- Il ritorno dell’artiglieria come regina della guerra
- Contrariamente alla retorica delle guerre “chirurgiche”, il 90% delle vittime nei conflitti moderni è causato dall’artiglieria.
- Missili, razzi e colpi di mortaio hanno devastato il campo di battaglia più di qualsiasi altra arma.
- Le battaglie di Bakhmut, Avdiivka e Soledar hanno mostrato come l’artiglieria possa distruggere intere città e decidere le sorti di un conflitto.
- L’importanza crescente della guerra elettronica
- Il controllo dello spettro elettromagnetico è diventato cruciale: interferenze, sabotaggi e attacchi informatici sono utilizzati per disturbare i droni nemici e neutralizzare le comunicazioni.
- Mosca ha dimostrato una superiorità netta in questo ambito, riuscendo a neutralizzare interi sciami di droni con sistemi di guerra elettronica avanzati.
Dov’è l’aviazione russa?
Un aspetto poco discusso riguarda il ruolo limitato dell’aviazione russa. Secondo Denécé, questa apparente assenza è una scelta strategica precisa.
- La Russia possiede una delle forze aeree più potenti al mondo, ma l’elevata densità delle difese antiaeree ucraine ha reso troppo rischioso l’impiego massiccio dei caccia.
- Mosca ha preferito impiegare i suoi jet a distanza di sicurezza, lanciando attacchi con missili a lungo raggio e bombe guidate.
- Le difese aeree di origine sovietica hanno reso difficile il dominio aereo da entrambe le parti, ridimensionando il ruolo classico dell’aviazione.
L’errore strategico dell’Occidente e il futuro del conflitto
Denécé non ha dubbi: l’Occidente ha commesso un errore strategico enorme nel credere che l’Ucraina potesse sconfiggere la Russia con il solo aiuto militare di NATO e USA.
- L’Ucraina è allo stremo, con un esercito logorato e un’economia collassata.
- La Russia, invece, ha subito perdite, ma ha rafforzato la propria industria bellica e consolidato le sue alleanze con Cina, Iran e Corea del Nord.
- Gli Stati Uniti e l’Europa si trovano in un vicolo cieco, con crescenti pressioni per trovare una via d’uscita dalla guerra.
L’esito del conflitto potrebbe essere influenzato dalle elezioni americane del 2024. Donald Trump ha dichiarato di voler chiudere la guerra in 24 ore, ridiscutendo i confini e tagliando gli aiuti a Kiev. Se ciò accadesse, l’Ucraina sarebbe costretta a negoziare, segnando di fatto la fine del conflitto.
Conclusione: una guerra che ha distrutto l’Ucraina
Il libro curato da Denécé e dal CF2R offre un’analisi realistica e dettagliata di un conflitto che è stato raccontato in modo distorto dall’inizio.
Mentre la narrazione occidentale continua a parlare di eroismo ucraino e di un’imminente vittoria contro la Russia, sul campo la realtà è ben diversa:
- L’Ucraina è devastata, indebitata e dipendente dagli aiuti occidentali.
- La Russia ha subito danni, ma è uscita più forte sul piano militare e geopolitico.
- Gli Stati Uniti e l’Europa devono ora affrontare le conseguenze di una guerra che non hanno saputo vincere, ma che hanno contribuito ad allungare.
Alla fine, quando tutto sarà finito, la vera domanda sarà un’altra: perché l’Ucraina è stata sacrificata in un conflitto che non avrebbe mai potuto vincere?
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