Chi sono gli indagati per il crollo nel cantiere Esselunga a Firenze: un ingegnere fiorentino, uno abruzzese e l’amministratore della Rdb

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Simone Innocenti

Sul registro degli indagati sono finiti l’ingegnere fiorentino Marco Passaleva, il direttore dei lavori strutturali nominato dalla società committente Villalta, l’ingegnere abruzzese Carlo Melchiorre, responsabile dell’ufficio calcoli della Rdb e Alfonso D’Eugenio, l’amministratore della Rdb

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Sul registro degli indagati per il crollo del cantiere Esselunga, sono finiti l’ingegnere fiorentino Marco Passaleva, il direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere nominato dalla società committente Villalta e l’ingegnere abruzzese Carlo Melchiorre, responsabile dell’ufficio calcoli della Rdb. Non una ditta qualunque, ma quella che avrebbe realizzato la trave poi caduta. 

É accusato anche Alfonso D’Eugenio, l’amministratore della Rdb Italprefabbricati, l’azienda di Atri che ha realizzato la maxi trave crollata. 




















































Chi è Marco Passaleva

L’ingegner Marco Passaleva è un professionista molto noto in città e in Italia. Fiorentino, 70 anni, ex presidente del Cai, progettista e collaudatore della struttura di arrampicata indoor presso il Mandelaforum e collaudatore della ferrata Foce Siggioli in Alpi Apuane.  Amministratore e responsabile tecnico della Passaleva Associati Srl dal 2021, lo studio fondato dal professionista fiorentino ha seguito i lavori all’Aeroporto “A. Vespucci” di Firenze -Progetto esecutivo per la la “Nuova riconfigurazione flussi passeggeri e Duty Free”, per il Palazzo Calzaiuoli in Via de’ Calzaiuoli a Firenze per il cambio di destinazione d’uso da uffici a residenze, l’edificio in via Gustavo Modena a Firenze come progetto preliminare di restauro e risanamento conservativo con cambio di destinazione d’uso da residenza a biblioteca ed uffici, il centro commerciale “Esselunga” in via Coluccio Salutati a Pistoia per il progetto e la direzione dei lavori delle opere strutturali, la piscina comunale di Calenzano per la realizzazione dell’ampliamento con vasca olimpica, il Nuovo Polo Logistico a Campi Bisenzio per il progetto esecutivo architettonico e la direzione dei lavori generale, l’auditorium “Sala Rossa” al Palazzo dei Congressi di Firenze per il progetto esecutivo architettonico e strutturale e anche il piano urbanistico di recupero della cosiddetta Area Novoli.

Chi è Eugenio D’Alfonso

Eugenio D’Alfonso, titolare della ditta perquisita nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del cantiere Esselunga, è uno degli imprenditori più importanti in Italia. 

Abruzzese, con la sua Italprefabbricati aveva acquista il gruppo Rdb con i suoi 4 stabilimenti in Italia: l’imprenditore era riuscito a spuntarla su una cordata di arabi. Nel 2015 la sezione fallimentare del tribunale di Piacenza, dov’è la sede centrale del gruppo specializzato nella produzione di manufatti in cemento che ha in provincia di Teramo, a Tortoreto, una delle quattro sedi, aveva deciso che l’azienda andasse alla Italprefabbricati è una società per azioni, nata nel 1964. 

Il suo amministratore è Alfonso D’Eugenio. La Rdb è ora finita sotto sequestro.

Il nome di D’Eugenio era emerso negli scorsi anni ed era legato a un altro crollo. Durante un processo – finito con un’oblazione di 5mila euro con la riqualificazione del reato da crollo di costruzioni a quello contravvenzionale di rovina di edifici – si era concluso un inter giudiziario che era iniziato anni prima. per il cedimento, nel 2017, del tetto del capannone prefabbricato Sval di Sant’Omero. Nel corso della requisitoria il pm di udienza Ugo Marini, che aveva espresso parere negativo alla riqualificazione del reato, ritenendo provate le accuse a carico degli imputati aveva chiesto la condanna a un anno per D’Eugenio. Nel cedimento del tetto era infatti rimasto ferito il proprietario della Sval, che dopo essere stato risarcito aveva ritirato la querela. 

Gli avvocati degli imputati avevano spiegato che avevano ceduto «solo due tegoli» e come non vi fosse alcun pericolo per l’incolumità pubblica, visto che in quei giorni la zona. In quel caso le consulenze tecniche non avevano rilevato alcuna compromissione delle parti strutturali dell’edificio o fenomeni di collasso: il crollo aveva interessato solo due strutture di tettoia. Secondo il capo d’imputazione, «i crolli causalmente originati dal carico di neve gravante sulla copertura dell’edificio, erano determinati dall’errata previsione progettuale causata da una sovrastima delle resistenze dei tegoli di copertura».

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5 febbraio 2025 ( modifica il 5 febbraio 2025 | 18:52)

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