Crescita record per l’AI in Italia nel 2024: il mercato vale 1,2 mld di euro (+58%)

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Il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia ha registrato una crescita straordinaria nel 2024, raggiungendo la cifra record di 1,2 miliardi di euro con un incremento del 58% rispetto all’anno precedente. Questo boom è stato trainato in larga parte dalle sperimentazioni che utilizzano l’AI Generativa, le quali rappresentano il 43% del valore complessivo del mercato. Il restante 57% è costituito principalmente da soluzioni di intelligenza artificiale tradizionale.

Questi dati, forniti dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano – presentati nel corso del convegno dal titolo “Artificial Intelligence, e questo è solo l’inizio” – evidenziano come l’AI stia rapidamente diventando un elemento chiave per l’innovazione e la competitività delle imprese italiane in diversi settori.

“Il 2024 evidenzia una crescita incessante di interesse e di spesa dedicata all’Artificial Intelligence, a fronte di un’offerta di mercato in fermento e in continua evoluzione – afferma Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. “I decisori aziendali sono chiamati oggi ad affiancare approcci agili e veloci con una strategia di lungo periodo che permetta di traguardare obiettivi di produttività individuale, efficienza nei processi e capacità di innovare prodotti, servizi e modelli di business.”

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Indice degli argomenti:

Il mercato italiano dell’AI settore per settore

Analizzando la spesa media per azienda, emerge che i settori più attivi nell’adozione dell’AI sono Telco&Media e Insurance, seguiti da Energy, Resource&Utility e Banking&Finance. È interessante notare come anche il settore GDO&Retail stia mostrando una forte accelerazione nell’implementazione di soluzioni basate sull’AI.

Un dato particolarmente significativo riguarda la Pubblica amministrazione, che attualmente rappresenta il 6% del mercato totale, ma sta crescendo a un tasso superiore al 100%, dimostrando un crescente interesse e investimento nel settore pubblico.

Le soluzioni di AI disponibili sul mercato

Tra le diverse soluzioni di AI disponibili sul mercato italiano, la quota più elevata (34%) è rappresentata dai progetti di Data exploration, Prediction & Optimization Systems, che includono sistemi per la previsione della domanda, l’ottimizzazione dei flussi di trasporto o dei piani di produzione, e l’identificazione di attività anomale o fraudolente. Seguono le soluzioni di Text analysis, Classification & Conversation Systems (32%), che hanno registrato la crescita più elevata (+86%), grazie soprattutto ai sistemi di Retrieval Augmented Generation (RAG) applicati a normative, manuali o documentazione.

Al terzo posto si collocano i Recommendation Systems (17%), un settore in cui l’AI Generativa sta dando un contributo significativo, sfruttando i Large Language Model per catturare la semantica dell’interazione con beni e servizi e fornire suggerimenti pertinenti.

L’adozione dell’AI nelle grandi imprese italiane: sfide e opportunità

L’adozione dell’intelligenza artificiale nelle grandi imprese italiane sta procedendo a un ritmo sostenuto, sebbene con alcune sfide da affrontare. Secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence, l’81% delle grandi imprese italiane ha almeno valutato un progetto di AI, un dato significativo ma ancora inferiore alla media europea dell’89%. Più specificamente, il 59% delle grandi aziende italiane ha già un progetto attivo in ambito AI, posizionando l’Italia all’ultimo posto tra i paesi europei analizzati, dove la media si attesta al 69%.

Tuttavia, è importante notare che tra le aziende che hanno già implementato soluzioni di AI, una su quattro ha già progetti a regime, dimostrando un impegno concreto nell’integrazione di queste tecnologie nei processi aziendali.

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Riflettori puntati sull’adozione dell’AI Generativa

Un dato particolarmente interessante riguarda l’adozione dell’AI Generativa: il 65% delle grandi aziende attive nell’AI sta sperimentando in questo campo, con un focus particolare sui sistemi conversazionali a supporto degli operatori interni. L’Italia si distingue positivamente nell’utilizzo di strumenti di AI Generativa pronti all’uso: il 53% delle grandi aziende ha acquistato licenze di strumenti come ChatGPT o Microsoft Copilot, superando paesi come Francia, Germania e Regno Unito. Questo dato suggerisce una propensione delle aziende italiane a sperimentare con tecnologie all’avanguardia.

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Aspetti etici e compliance

Tuttavia, l’implementazione dell’AI non è priva di sfide. In particolare, per quanto riguarda gli aspetti etici e la compliance delle iniziative di AI (con riferimento specifico all’AI Act), il percorso è ancora lungo: solo il 28% delle grandi realtà attive in progetti AI ha adottato misure concrete, mentre il 52% dichiara di non aver compreso appieno il quadro normativo. Questo evidenzia la necessità di una maggiore formazione e consapevolezza sugli aspetti regolatori dell’AI.

Nonostante queste sfide, i benefici dell’adozione dell’AI sono tangibili: il 39% delle grandi imprese che utilizzano strumenti di AI Generativa ha riscontrato un effettivo aumento della produttività, anche se un ulteriore 48% non ha ancora valutato in modo quantitativo gli impatti.

Le aziende italiane mostrano anche una crescente consapevolezza dei rischi associati a un utilizzo non governato dell’AI: più di 4 su 10 hanno implementato linee guida e regole per l’utilizzo, mentre nel 17% dei casi è stato vietato l’uso di tool non approvati per evitare logiche di Shadow AI.

Questi dati suggeriscono che, nonostante alcune sfide, le grandi imprese italiane stanno adottando un approccio sempre più strategico e consapevole all’implementazione dell’AI, posizionandosi per sfruttare le opportunità offerte da queste tecnologie innovative.

Le PMI e l’intelligenza artificiale: un potenziale ancora inespresso

Il panorama dell’adozione dell’intelligenza artificiale nelle Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane presenta un quadro contrastante, caratterizzato da un interesse crescente ma da un’implementazione ancora limitata. Secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il 58% delle PMI mostra interesse verso l’AI, un dato incoraggiante che riflette l’aumentata attenzione mediatica e lo sviluppo di un mercato di strumenti pronti all’uso e a basso costo. Tuttavia, questo interesse non si traduce ancora in un’adozione diffusa: solo il 7% delle piccole imprese e il 15% delle medie imprese hanno effettivamente avviato progetti di AI, sia attraverso lo sviluppo interno che rivolgendosi a fornitori esterni. Questo divario tra interesse e implementazione evidenzia un potenziale ancora largamente inespresso nel settore delle PMI.

Tra le aziende che hanno intrapreso progetti di AI, gli obiettivi principali si sono concentrati sull’efficienza operativa, con un focus particolare, per le aziende di prodotto, sull’ottimizzazione dei processi produttivi. Questo suggerisce che le PMI stanno principalmente esplorando l’AI come strumento per migliorare le operazioni esistenti piuttosto che per innovare radicalmente i modelli di business.

Un ostacolo significativo all’adozione più ampia dell’AI nelle PMI è rappresentato dall‘immaturità nella gestione dei dati. Molte piccole e medie imprese non dispongono ancora delle infrastrutture e delle competenze necessarie per raccogliere, organizzare e analizzare efficacemente i dati, un prerequisito fondamentale per l’implementazione di soluzioni di AI avanzate.

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Per quanto riguarda l’adozione di strumenti di AI Generativa pronti all’uso, i dati mostrano che l’8% delle PMI ha acquisito licenze per tali strumenti. È interessante notare che questa percentuale include sia le aziende che stanno già lavorando attivamente sull’AI, sia una quota minoritaria di imprese che stanno esplorando il tema con investimenti estremamente contenuti. Questo suggerisce che alcune PMI stanno adottando un approccio cauto, sperimentando con soluzioni a basso rischio prima di impegnarsi in progetti più ambiziosi.

Nonostante l’adozione ancora limitata, il potenziale dell’AI per le PMI italiane rimane significativo. L’implementazione di soluzioni di AI potrebbe consentire alle piccole e medie imprese di ottimizzare i processi, ridurre i costi, migliorare la qualità dei prodotti e servizi, e aumentare la competitività sul mercato globale. Tuttavia, per realizzare questo potenziale, sarà necessario superare diverse sfide, tra cui la mancanza di competenze specifiche, i limiti di budget e la necessità di una maggiore consapevolezza dei benefici concreti dell’AI.

In questo contesto, iniziative di formazione, supporto finanziario e collaborazioni tra PMI, grandi imprese e centri di ricerca potrebbero giocare un ruolo cruciale nel facilitare una più ampia adozione dell’AI nel tessuto imprenditoriale italiano.

La percezione dell’AI tra i cittadini italiani: tra entusiasmo e preoccupazioni

La percezione dell’intelligenza artificiale tra i cittadini italiani rivela un quadro complesso, caratterizzato da un diffuso interesse e consapevolezza, ma anche da alcune preoccupazioni significative. Secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, la quasi totalità dei cittadini italiani (99%) conosce il termine “intelligenza artificiale”, un dato che testimonia la pervasività del tema nel dibattito pubblico. Ancora più sorprendente è il fatto che l’89% degli italiani ha sentito parlare di Intelligenza Artificiale Generativa, con un incremento di 32 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Questo aumento drastico nella consapevolezza dell’AI Generativa riflette l’impatto mediatico di tecnologie come ChatGPT e altri modelli linguistici avanzati. In un confronto internazionale, l’Italia emerge come il paese con l’atteggiamento più favorevole verso l’AI: il 59% degli italiani ha un’opinione positiva sull’AI, superando il 47% degli inglesi e il 42% dei francesi.

Tuttavia, è importante notare che si osserva un trend decrescente rispetto all’anno precedente, con una diminuzione di 8 punti percentuali. Questo calo potrebbe essere interpretato come il risultato di una maggiore consapevolezza delle sfide e dei potenziali rischi associati all’AI, man mano che la tecnologia diventa più presente nella vita quotidiana.

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Le principali preoccupazioni degli italiani rispetto all’AI

Le principali preoccupazioni espresse dai cittadini italiani riguardano due aspetti fondamentali: il rischio di manipolazione delle informazioni attraverso strumenti di AI (come i deepfake) e l’impatto sul mercato del lavoro. Questi timori riflettono un dibattito più ampio sulla sicurezza informatica e sulle trasformazioni economiche indotte dall’automazione.

Per quanto riguarda l’utilizzo dell’AI in ambito lavorativo, i dati mostrano che in Italia il 31% delle interazioni con strumenti di AI generativa è dedicato a task lavorative, una percentuale inferiore al 40% registrato nel Regno Unito ma superiore al 29% della Francia. Tuttavia, solo il 17% dei lavoratori italiani che hanno visto l’AI all’opera in azienda valuta molto positivamente l’adozione dell’AI nei contesti professionali, una percentuale identica a quella francese ma significativamente inferiore al 40% registrato nel Regno Unito.

È interessante notare che, nonostante questa cautela, solo il 15% dei lavoratori italiani si dichiara contrario all’applicazione professionale dell’AI. Questo suggerisce che, mentre c’è una certa esitazione nell’abbracciare pienamente l’AI sul posto di lavoro, la maggioranza dei lavoratori italiani rimane aperta alla sua implementazione.

Nel complesso, questi dati dipingono un quadro di una popolazione italiana generalmente ben informata e positiva nei confronti dell’AI, ma anche consapevole delle sfide che questa tecnologia comporta. La percezione positiva dell’AI tra i cittadini italiani potrebbe rappresentare un terreno fertile per l’innovazione e l’adozione di queste tecnologie nel paese.

Tuttavia, per mantenere e rafforzare questa fiducia, sarà cruciale affrontare in modo trasparente e proattivo le preoccupazioni relative alla sicurezza delle informazioni e all’impatto sul mercato del lavoro, promuovendo al contempo una comprensione più approfondita dei benefici e delle opportunità offerte dall’AI.

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L’ecosistema italiano dell’AI: punti di forza e aree di miglioramento

L’ecosistema italiano dell’intelligenza artificiale presenta un quadro complesso, caratterizzato da punti di forza significativi ma anche da aree che necessitano di miglioramento. L’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano ha condotto un’analisi approfondita di questo ecosistema, misurando oltre 30 indicatori di sintesi in quattro macroaree: ricerca, imprese, pubblica amministrazione e formazione.

Ricerca

Nel campo della ricerca, l’Italia si posiziona favorevolmente per quanto riguarda la produzione scientifica. Un segnale particolarmente positivo è l’incremento dei fondi stanziati nell’ambito delle Cascade Calls della fondazione FAIR (partenariato esteso per la ricerca AI di frontiera), che hanno raggiunto i 28,7 milioni di euro. Questo investimento testimonia un impegno crescente nel supportare la ricerca avanzata nel campo dell’AI. Tuttavia, persiste una criticità significativa nella capacità di trattenere e attrarre talenti, con un flusso netto di competenze costantemente negativo. Questa “fuga di cervelli” rappresenta una sfida importante per il mantenimento e lo sviluppo di un ecosistema AI competitivo a livello internazionale.

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“L’intelligenza artificiale ha dimostrato la possibilità di raggiungere risultati immaginabili fino a poco tempo fa – spiega Nicola Gatti, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. “I recenti sviluppi internazionali, ad esempio la tensione tra DeepSeek e OpenAI, mostrano però quanto sia ancora un campo di ricerca in grande evoluzione in cui si possono osservare grandi cambiamenti in pochissimo tempo. Questa ragione è alla base delle attuali politiche internazionali dirette a sostenere la ricerca scientifica e tecnologica, come ad esempio la Fondazione FAIR recentemente finanziata attraverso il PNRR.”

Imprese

Per quanto riguarda il settore imprenditoriale, emerge una marcata dicotomia tra le grandi aziende e le PMI. Le grandi imprese stanno trainando un mercato in forte crescita, dimostrando una capacità significativa di adottare e integrare soluzioni di AI nei loro processi. Al contrario, le piccole e medie imprese mostrano un’adozione limitata, suggerendo la necessità di politiche e iniziative mirate per facilitare l’accesso all’AI per le realtà di dimensioni minori. Un altro aspetto critico riguarda l’ecosistema delle startup, che fatica a crescere e ad attrarre investimenti significativi. Questo suggerisce la necessità di un ambiente più favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità nel settore dell’AI.

Pubblica amministrazione

Nel settore della Pubblica amministrazione, si osservano segnali incoraggianti di una crescente attenzione all’AI. Il tema viene sempre più citato nelle linee guida di adozione digitale, e la PA sta mostrando un interesse concreto nell’implementazione di soluzioni basate sull’AI.

Formazione

Nell’ambito della formazione, l’Italia ha compiuto progressi significativi. Si è registrato un incremento dei corsi universitari e degli ITS che offrono percorsi formativi sulle tecnologie AI, contribuendo a creare una base di competenze necessarie per lo sviluppo del settore. Inoltre, i cittadini italiani mostrano una conoscenza diffusa dell’intelligenza artificiale, sebbene questa sia spesso superficiale.

Questo suggerisce la necessità di programmi di formazione e sensibilizzazione più approfonditi per aumentare la comprensione pubblica delle potenzialità e delle implicazioni dell’AI.

“Analizzando l’ecosistema dell’intelligenza artificiale nel suo complesso, le progettualità e gli ambiti di impiego, possiamo dire che l’Italia ha tra i suoi punti di forza un’attività di ricerca di valore e un mercato in forte espansione – aggiunge Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence. “Tuttavia, persistono le difficoltà nel far crescere realtà imprenditoriali innovative, nell’adozione delle PMI e nella lenta integrazione della PA. Sono in aumento corsi universitari e ITS con percorsi sulle tecnologie AI, e i cittadini italiani hanno ormai una conoscenza diffusa, ma molto superficiale, dell’intelligenza artificiale. La vera sfida, quella della trasformazione abilitata dalle nuove capacità delle macchine, è appena cominciata”.



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