La Sicilia rilancia i complessi termali di Sciacca e Acireale con i fondi europei e l’aiuto dei privati

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Il governo regionale siciliano punta al rilancio di due complessi termali abbandonati da anni e da anni oggetto di dibattito sulla possibile ripresa delle attività. Lo fa mettendo sul piatto 90 milioni di euro dai fondi europei dell’Fsc e chiamando i privati per la gestione delle strutture di Sciacca (in provincia di Agrigento) e di Acireale (alle porte di Catania) in un partenariato in cui l’amministrazione avrà il 49%. I dettagli verranno presentati nel corso della Bit a Milano ma intanto sono già pronti gli avvisi per la ricerca dei partner.

Il ruolo del fisco

Per rendere l’operazione più attrattiva la Regione fa anche leva sul fisco avendo da poco modificato la norma sugli oneri concessori delle acque termali portando l’aliquota dal 5% allo 0,5%. «La Sicilia si prepara a riconquistare un ruolo di primo piano nel turismo termale, favorendo crescita economica, occupazione e benessere per il territorio», sostiene il presidente della Regione, Renato Schifani che ha seguito da vicino tutto il dossier.

La struttura di Acireale

La storia delle terme siciliane affonda le radici nell’epoca romana, nell’Ottocento si aprirono alcuni stabilimenti tra cui quelli che adesso l’amministrazione intende rilanciare. Il complesso di Acireale risale alla seconda metà di quel secolo, con la realizzazione delle Terme Santa Venera, successivamente ampliato nel ‘900 con la costruzione dell’Hotel delle Terme e di una seconda struttura, le Terme Santa Caterina, inaugurate nel 1987. La gestione delle terme è passata attraverso diverse fasi, fino alla recente acquisizione da parte del Demanio della Regione Siciliana. L’intervento di riqualificazione e rifunzionalizzazione del complesso termale in provincia di Catania riguarderà edifici destinati alle attività termali, strutture ricettive e un’area destinata a parco con delle specie botaniche di interesse.

Il complesso termale di Sciacca

Anche le terme di Sciacca erano note già in epoca greca e romana, quando la città era denominata “Thermae Selinuntinae”. Le terme moderne hanno iniziato a svilupparsi con la costruzione dello stabilimento delle Antiche Terme Selinuntine nel XIX secolo. Nel XX secolo, vennero costruite le Nuove Terme (inaugurate nel 1938), il Grand Hotel delle Terme, il Parco delle Terme, l’Ex Convento San Francesco, e le Piscine Molinelli. Tuttavia il complesso è chiuso dal 2015. Per le due strutture tra le condizioni per potere partecipare c’è anche l’obbligo di un sopralluogo da parte dei proponenti per «una una proposta pienamente consapevole», viste le condizioni degli edifici alcuni dei quali abbandonati da almeno 20 anni e molto spesso vandalizzati.

Gli avvisi

I privati che vogliono entrare nel partenariato con la Regione siciliana hanno tempo fino al 30 maggio prossimo per presentare (attraverso una piattaforma predisposta dall’amministrazione all’indirizzo https://appalti.regionesiciliana.lavoripubblici.sicilia.it) la propria proposta per ottenere l’affidamento in concessione della gestione (per almeno 30 anni) dei due complessi termali, incluse le attività di progettazione ed esecuzione dei lavori. In particolare, le proposte dovranno essere corredate da un progetto di fattibilità, da una bozza di convenzione, dal piano economico-finanziario asseverato, dalla specificazione delle caratteristiche del servizio e della modalità di gestione. Tra i documenti da produrre è necessaria anche un’analisi qualitativa e quantitativa degli impatti diretti e indiretti sul territorio.

Per le due strutture tra le condizioni per potere partecipare c’è anche l’obbligo di un sopralluogo da parte dei proponenti per potere toccare con mano le condizioni degli edifici alcuni abbandonati da almeno 20 anni e molto spesso vandalizzati.

L’amore degli italiani per le terme

Il turismo termale in Italia rappresenta una componente significativa del settore nazionale. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2019 i comuni con vocazione termale erano 50, concentrati principalmente in Lombardia, Veneto e Toscana. In Sicilia sono presenti dei piccoli operatori privati ma adesso la Regione vuole fare la propria parte puntando al rilancio dei suoi antichi gioielli. (riproduzione riservata)

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