“le società che si occupano di acqua protette dalla politica” – il Gazzettino di Gela

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Parole di fuoco, il cui contenuto è noto a tutti. Fiumi di parole sono state scritte, centinaia di servizi giornalistici locali e nazionali con un unico denominatore: l’erogazione dell’acqua a Gela si paga a peso d’oro. Per un bene, peraltro, prodotto dalla natura. Ma la politica sta a guardare. Anzi ha pure firmato il contratto capestro circa 15 anni fa , e non ci pensa proprio a risolverlo.

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Gran Sicilia, sezione “G. Corrao”- Gela col Paolo Scicolone, segretario Nazionale Gran Sicilia provano a dire ancora una volta: “il re è nudo”, per tentare di svegliare la politica. Ecco cosa scrive:

“La verità, evidente a tutti, è che una società privata, Caltaqua, e la matrigna partecipata Sicilacque, godono di ampia protezione politica.

Società che operano in assoluta difformità rispetto ad accordi contrattuali e a etiche sociali e professionali si permettono, dopo più di 18 anni di gestione, di accampare scuse o, peggio ancora, non accamparne affatto, per giustificare l’ingiustificabile e persino l’immorale.Forniture a singhiozzo, acqua di pessima qualità, lavori fatti male o mai fatti, (vedi la ormai storica buca di via Magellano, in foto), rotture e manutenzioni inefficaci, soldi pubblici mal spesi, assistenza agli utenti nulla.

Se qualche privato avesse dato la gestione di un proprio servizio aziendale ad una società che lavora con gli stessi criteri e con questi risultati non soltanto sarebbe intervenuto da tempo con l’interruzione dei rapporti, ma avrebbe chiesto un importante risarcimento per danni.Ma stiamo parlando di  Sicilacque e Caltaqua. Una a partecipazione Regionale, con la regione Siciliana che non trova il coraggio di punire se stessa, l’altra a partecipazione partitica non dichiarata.Il controllo sul servizio nel territorio spetta all’ATI, assemblea territoriale idrica, composta dai Sindaci della provincia.

Non si sa che controllo stia esercitando, visto che si continua, impuniti, ad operare a danno degli utenti. Danno enorme dal punto di vista economico non solo per le altissime tariffe ma per i costi extra che ogni famiglia deve sobbarcarsi per l’approvvigionamento di acqua potabile imbottigliata e con autobotti.Le tariffe sono altissime. Le dovrebbe stabilire l’ATI. Sulla base di cosa? di un documento che si chiama PIANO d’AMBITO che è il cuore della gestione del servizio idrico integrato e nasce dal principio che solo la conoscenza dell’esistente può consentire l’attivazione di strategie idonee al superamento delle criticità, alla risoluzione del problema e al rispetto delle normative.

A che serve questo documento, che andrebbe continuamente aggiornato? cosa prevede? Deve contenere la ricognizione delle strutture, il programma degli interventi, il modello gestionale ed organizzativo del servizio, il piano economico e finanziario.Il Piano d’Ambito è inoltre lo strumento di pianificazione a supporto della definizione della tariffa annua.In provincia di Caltanissetta non abbiamo notizie di questo documento dal 2003.

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Ancora non c’erano né Siciliacque né Caltaqua. Vorremmo capire come si stabiliscono le tariffe qui.Noi di Gran Sicilia lo abbiamo chiesto questo documento. Sia informalmente, a Sindaco ed assessore, sia ufficialmente, con PEC, all’ATI e al comune di Gela.Nessuna risposta. Non abbiamo mai avuto risposte alle nostre PEC. Due mesi dopo abbiamo segnalato la mancata risposta alle PEC al governo Nazionale. Anche qui nessuna risposta. Sono passati altri due mesi.Anni addietro la Regione ha nominato una commissione tecnica per valutare il servizio. Abbiamo chiesto, sia a voce, sia a mezzo PEC i verbali delle riunioni della commissione e la relazione finale. Niente. Silenzio. (anche questo è un disservizio)La verità è che c’è un sistema, pubblico-privato, che nasconde verità ai cittadini e protegge interessi dei privati. Il disservizio, spesso addebitato a sfortunate casualità o crisi climatiche è dovuto ad inadempienze politiche, gestionali, contrattuali.Chi vuole saperne di più ed agire anche per vie legali trova porte chiuse da parte delle istituzioni.Noi siamo riusciti a saperne tanto grazie all’instancabile lavoro del dott. Salvatore Licari, che ha prodotto copiosa documentazione su inadempienze contrattuali sia degli enti gestori, sia dell’ATI, quindi dei Sindaci, sia della Regione, che abbiamo messo a disposizione di quei politici che hanno promesso la soluzione del problema e la risoluzione dei rapporti con Caltaqua. Ancora una volta siamo stati allontanati. Nessun rappresentante locale, di nessun partito ha avuto voglia di adoperarsi in tal senso. Tutti complici, tutti amici, tutti contro gli utenti”.

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