Bucci rilancia l’ospedale degli Erzelli, ma per ora è solo sulla carta – Lavocedigenova.it

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Il progetto del nuovo ospedale degli Erzelli galleggia da anni nell’ambiente della sanità genovese tra annunci, carte, promesse. Una struttura moderna, avanzata, capace di proiettare la sanità ligure nel futuro, mentre la realtà è ancora fatta di parole, di scontri da campagna elettorale e, nelle ultime settimane, anche di annunci.
L’ultimo porta la firma del presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, che, in occasione della posa della prima pietra per il nuovo Gaslini, ha confermato l’interesse del colosso WeBuild sugli Erzelli per poi ammettere l’assenza di un progetto, ma anche un “accordo entro i prossimi tre o quattro mesi”. L’obiettivo, secondo Bucci, è quello di arrivare entro il 30 giugno alla stretta di mano con l’eventuale interessato al project financing.

Il progetto

L’idea di costruire un nuovo ospedale agli Erzelli nasce dalla necessità di potenziare l’offerta sanitaria ligure e genovese, sostituendo in parte le funzioni oggi svolte dal San Martino e dal Galliera. 
La nuova struttura, secondo il progetto preliminare, dovrebbe disporre di circa 572 posti letto, di cui 430 per acuti e 128 per la riabilitazione, quest’ultima arricchita da strumenti tecnologici avanzati come la robotica assistita.
Oltre alla componente ospedaliera, il progetto prevede la creazione di un centro di ricerca traslazionale e laboratori specializzati in scienze computazionali, a stretto contatto con il mondo accademico e industriale. L’intento è quello di sviluppare un ecosistema in cui l’innovazione tecnologica possa trovare applicazione diretta nella medicina.

I costi

Uno degli aspetti più dibattuti riguarda il finanziamento dell’opera. Inizialmente, il costo stimato si aggirava intorno ai 405 milioni di euro, con una quota significativa (circa 280 milioni) coperta dall’INAIL e il resto da fondi pubblici, tra cui quelli del PNRR. Tuttavia, il quadro economico e le esigenze di accelerazione dei tempi hanno portato a considerare il coinvolgimento di capitali privati.
A tal proposito, la società Genova High Tech (GHT), proprietaria delle aree destinate al nuovo ospedale, ha proposto un partenariato pubblico-privato per garantire una realizzazione più celere ed efficiente. Il gruppo WeBuild, colosso delle infrastrutture, ha manifestato interesse a partecipare al progetto, il che potrebbe modificare il modello di finanziamento e gestione dell’ospedale.
L’adozione di un partenariato porta con sé vantaggi e rischi. Da un lato, potrebbe permettere di avviare i lavori nel 2025 e completare la struttura entro il 2029, riducendo i ritardi che spesso caratterizzano le opere pubbliche in Italia. Dall’altro, resta da chiarire come verrebbero distribuiti gli oneri finanziari e quali garanzie ci sarebbero per la sostenibilità economica dell’ospedale a lungo termine.

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La posizione

Uno dei punti critici riguarda la localizzazione dell’ospedale. Gli Erzelli sono una zona periferica di Genova, su un’altura che presenta problematiche logistiche già note per il polo tecnologico. Attualmente, i collegamenti con il resto della città sono limitati e le infrastrutture stradali non sembrano adeguate a sostenere un traffico sanitario di emergenza.
Per risolvere questa criticità, è stato ipotizzato un potenziamento della viabilità, con la realizzazione di nuove strade di accesso e un collegamento diretto con l’autostrada. Inoltre, il progetto prevede un miglioramento del trasporto pubblico, tra cui l’estensione della rete ferroviaria e della metropolitana leggera fino al Parco degli Erzelli.

Il dibattito

La costruzione dell’ospedale, come è ormai consuetudine, è diventata anche un tema di dibattito politico. Da un lato, Regione Liguria con il suo presidente Marco Bucci, spingono per un’accelerazione dei tempi e sostengono il modello del partenariato pubblico-privato. Dall’altro, opposizioni e comitati cittadini esprimono perplessità sulla sostenibilità economica dell’intervento e sull’effettiva utilità di un ospedale in una zona difficile da raggiungere.
C’è anche chi sottolinea il rischio di frammentazione del sistema ospedaliero genovese, con la dispersione delle risorse tra più strutture anziché un consolidamento dell’esistente.

Il nuovo ospedale agli Erzelli è un progetto ambizioso che, se realizzato secondo le previsioni, potrebbe rappresentare un salto di qualità per la sanità ligure. Tema delicato, argomento cardine della campagna elettorale delle regionali e della narrazione delle prime settimane dell’amministrazione Bucci. Tuttavia, i nodi da sciogliere sono ancora molti: dai finanziamenti alla viabilità, fino alla definizione di un modello di gestione sostenibile. Senza dimenticare la questione del personale e, infine, anche chi sta sempre al centro di tutto: il paziente. Che, va detto, per adesso è maggiormente concentrato sulle liste d’attesa lasciando da parte le ambizioni di un’amministrazione regionale particolarmente desiderosa di tagliare nastri. 
I prossimi mesi saranno decisivi per capire se l’ospedale diventerà realtà nei tempi previsti o se continuerà a essere uno dei tanti progetti incompiuti della storia infrastrutturale italiana. Bucci ha indicato la strada, ha messo sul tavolo delle date e ha alimentato le speranze. Passati quei “tre o quattro mesi” sarà il momento di un primo bilancio.





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