Ecco l’anno del serpente e coinvolge i nati nel 1929, 1941, 1953, 1965, 1977, 1989, 2001 e 2013. Si sviluppa a partire dalla Festa della Primavera che coincide con il Capodanno cinese, calcolato tenendo come riferimento il 1 giorno del 1 mese del calendario lunare (fase di luna nuova). Quest’anno � caduto il 29 gennaio, ma in Italia i festeggiamenti sono iniziati in leggero anticipo: alle 17 di marted� 28 gennaio al suono delle campane dei templi buddisti allineati con la mezzanotte di Pechino. La Banca centrale cinese ha coniato per l’occasione una speciale banconota commemorativa da 20 yaun, gi� in corso e ambita dai collezionisti.
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Prato sotto il segno del drago
Da Kennedy ai draghi di cartapesta
Nella cultura cinese, il serpente � l’animale pi� enigmatico tra i dodici dello zodiaco. Chi � nato sotto questo segno pare sia intuitivo, saggio, intelligente e persino sapiente, ma si annoia facilmente e ama la solitudine, inducendo un eccesso di stress. Tra i Vip, sono nella lista John F. Kennedy, Robert Downey Jr., J. K. Rowling, Taylor Swift e Billie Eilish. Il capodanno cinese � una festa universale, celebrata da ogni comunit� interna ed esterna alla madre patria. Una tradizione ancestrale con i suoi simbolismi. Il cenone familiare chiude il vecchio e apre al nuovo, rafforzando il legame parentale. La pulizia della casa � approfondita per far posto alla primavera. Le decorazioni prevedono le classiche lanterne rosse che unite ai fuochi d’artificio fatti scoppiare sulla soglia sono utili a scacciare gli spiriti maligni. Per un pizzico di zelo in pi�, la danza del leone aiuta ad allontanare il mostro mitologico Nian. A Prato, tutto questo � di rigore. I draghi di cartapesta sono stati rispolverati per essere esibiti lungo le strade cittadine nel weekend dell’8-9 febbraio. Il serpente � un segno di rinascita (e per l’esattezza, questo � l’anno del Serpente di legno verde) e numerose sono le iniziative organizzate nella citt� toscana dall’Associazione buddista della comunit� cinese in Italia (il programma completo e aggiornato QUI) . Un’occasione per visitare il tempio buddista Pu Hua Si (piazza Gualchierina 19) che ha arricchito la propria collezione di preziose statue con opere provenienti dalla provincia cinese del Fujian.
Cucina regionale & cinema
Se Prato � nota per il Museo Pecci, il teatro d’avanguardia Metastasio (apertosi alla cerimonia del the), la Cattedrale (conserva un frammento della cintura della Madonna) e (con tanto gusto) per la cucina (dai sedani ai cantucci), la comunit� cinese ci metter� del suo per far conoscere ai visitatori gli aspetti multietnici della citt� e li prender� pure per la gola guidandoli alla scoperta delle diverse tipologie di cucine regionali cinesi. Il clou della festa al Macrolotto, quartiere di riferimento della comunit� cinese pratese; nel weekend del 8-9 febbraio si riempir� di suoni e draghi. Per un’immersione nella cultura cinese, il Mabuse cineclub e il cinema Terminale propongono due film in lingua: �Terra e polvere� (2022) di Li Ruijun e �Il mistero scorre sul fiume� (2023) di Wei Shujun (premio �Uncertain Regard� al Festival di Cannes 2023).
L’�invisibile� Cavazzuti
Nel Cassero medievale, poi, la mostra fotografica �Shaoxi: at ease!: la Cina dal 1980-1984 (dal 31 gennaio al 15 febbraio) ben 76 scatti in bianco e nero di Andrea Cavazzuti. Modenese di nascita (Carpi per l’esattezza), questo fotografo ha attraversato e vissuto la Cina in lungo e in largo, raccontandone gli aspetti quotidiani pi� intimi. Le sue foto ritraggono un Paese che non c’� pi�, spazzato via dall’industrializzazione e dal consumismo capitalista dei getihu, i �padroncini� improvvisati, totalmente indifferenti a regole e leggi. �Parlare della Cina degli anni ‘80 significa fare riferimento a un immaginario profondamente radicato nella mente degli italiani, che si figurano un luogo mitico, sospeso in una dimensione a-temporale, quasi un’Arcadia rurale in versione maoista�, ha scritto Davide Quadrio. Un mondo scomparso. Chi si reca a Pechino oggi si trover� imbottigliato nel traffico di una delle citt� pi� inquinate al mondo. Rilegati al passato i cinesi vestiti di un’uniforme e in bicicletta. Quelli di oggi, amano gli abiti di lusso e fanno la fila per entrare, a frotte (circa 80mila al giorno), a visitare la Citt� proibita. �Non c’era poi tanto da fare o da vedere e tantomeno da comprare in Cina, nel 1981, durante il mio primo viaggio, da poco laureato in lingue Orientali�, dice Cavazzuti. �Io volevo fare foto, quindi mi sono sempre allenato a mantenere un bassissimo profilo, al punto da risultare quasi invisibile tra la gente�. Una �trasparenza� diventata un punto di forza. �La Cina mi si presentava come uno straordinario bazar di oggetti, scene e comportamenti non omologati tra i nostri clich� culturali. Per me era irresistibile: gli oggetti in vista, la totale mancanza di privacy, le attivit� umane messe in scena su un palcoscenico sempre aperto, il paradiso del fotografo�. Cavazzuti entra nelle case, prima come fotografo, poi nella duplice veste di uomo d’affari. E scatta. Scatta. �In Cina, negli anni ’80, non c’era niente delle icone del consumismo di vent’anni pi� tardi. Al punto che, come metafora di velocit�, al posto della Ferrari bisognava ricorrere all’aereo�. Rimpianti? �Sono convinto di aver vissuto questi trent’anni nel Paese dove pi� valeva la pena di essere. La Cina � l’ultima frontiera di espansione della civilt� globale per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi�. Una visita a Prato � l’occasione per un confronto, tra la danza di un drago con cui convivere in questo nuovo Millennio.
6 febbraio 2025 (modifica il 6 febbraio 2025 | 14:24)
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