un anno con Milano Cortina

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Sembra che i Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 debbano iniziare subito, da tanto ottimismo che si respirava oggi a Milano nelle varie manifestazioni per festeggiare i 365 giorni che separano dalla cerimonia inaugurale di San Siro. Un clima di festa simile a quello della delegazione arrivata a Losanna nel 2019, quando ci fu l’assegnazione, un clima che ha contagiato anche Thomas Bach e che dipende dal rispetto della tabella di marcia per gli impianti, oltre che dalla buona stella dello sport azzurro pensando anche all’inizio dei Mondiali di Saalbach.

Tra Roma e Milano

Il presidente del CIO è arrivato a Milano dopo un mercoledì passato a Roma a stringere mani. Accompagnato dal presidente del CONI, ma anche della fondazione Milano-Cortina, Giovanni Malagò, e dall’amministratore delegato dei Giochi, Andrea Varnier, Bach a Roma ha incontrato fra gli altri i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell’economia Giorgetti, quello dello sport Abodi e quello della pubblica istruzione Valditara. Dopo il presidente della Repubblica, quello del Consiglio: martedì Malagò aveva portato Bach da Mattarella, mercoledì sono stati da Giorgia Meloni per una buona mezz’ora. Al netto del politichese e della retorica olimpica, Bach voleva soltanto capire la possibilità di sorprese su questo fronte: ecco, non ce ne saranno. Lo scenario di elezioni politiche anticipate (la scadenza naturale sarebbe l’autunno 2027) ha possibilità vicine allo zero, e anche una caduta del governo per altre vie non sembra vicina.

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Sia a Roma sia nella giornata milanese di oggi l’unico fastidio per Bach, rilassato anche perché ufficialmente non si ricandiderà (mai dire mai, però), è arrivato da Malagò, alla disperata ricerca di un escamotage giuridico o politico per farsi eleggere capo dello sport italiano per la quarta volta, cosa che sarebbe proibita dalla legge in quanto il CONI è un ente di diritto pubblico con il limite di tre mandati. Non c’è dubbio che Malagò si aspettasse qualche parola di Bach in suo favore, ma il presidente del CIO è stato prudente: «Giovanni Malagò è un leader capace e siamo felici di lavorare con lui, ma lavoriamo bene con tutta la squadra e sarà così fino all’ultimo giorno dei Giochi». Il giovedì a Milano è stato segnato dall’evento «One year to go» al Piccolo Teatro Strehler, con l’inizio ufficiale del countdown verso l’Olimpiade, mentre quello ufficioso era stato di mercoledì con la comparsa del grande orologio Omega in piazza Duomo. Allo Strehler si è visto un Malagò a fare la parte del padrone di casa, accompagnato da campionesse olimpiche come Federica Pellegrini (che da sempre ha un filo diretto con lui) e Deborah Compagnoni, ma a Milano un’icona di Roma come lui è in trasferta e alla fine Bach ha dato molta più retta al sindaco Beppe Sala, al presidente della Lombardia Attilio Fontana, di nuovo a Salvini, più appassionato di Milan che di sci ma venuto anche per marcare il territorio, e Abodi, che da mesi sta combattendo con Malagò una guerra fredda. Non sono problemi del CIO e tanto meno di Bach, che si è limitato a fare la sua parte istituzionale.

Bob, i soldi dal cilindro

Venendo alle cose concrete, il clima positivo è dovuto non soltanto alle emozioni olimpiche ma anche alle buone notizie che arrivano dalla pista che a Cortina ospiterà le gare di bob, slittino e skeleton: 1.650 metri e 16 curve che hanno quasi rischiato di azzoppare i Giochi, fra il piano B del CIO (fondamentalmente St. Moritz), quello italiano (Cesana Torinese, come nel 2006) mai diventato credibile visto lo stato di degrado della pista, autocandidature (Igls-Innsbruck e Königssee) e un’ipotesi oltre il confine della creatività come Lake Placid, con premiazioni a New York, che però aveva davvero trovato attenzione a Losanna. Alla fine l’Italia, pur cosciente dell’inutilità di una nuova pista di bob visto che non si è riusciti a mantenere in vita quella delle Olimpiadi 2006, ha tirato fuori dal cilindro i soldi: 85 milioni di euro per la pista propriamente detta, a cui aggiungere i costi per le infrastrutture, altri 50 a stare bassi. Dal prossimo 15 marzo tutti i collaudi del caso, nella speranza di recuperare parte dell’investimento mettendo l’impianto a disposizione di Francia 2030. Stiamo parlando di tre discipline che in Italia tutte insieme non arrivano a 100 praticanti e che il CIO non vede bene essendo quasi ovunque causa di proteste e di ritardi, al di là dello scarso interesse mediatico.

Il via a San Siro

Si dice Milano Cortina 2026 ma agli occhi del mondo questa è l’Olimpiade di Milano, per la gioia di chi ha ereditato il bilocale della nonna mettendolo poi su Airbnb. Non l’Olimpiade estiva inseguita nel 2000 senza troppa convinzione con la cordata messa insieme da Massimo Moratti e ritiratasi prima della presentazione della candidatura, ma comunque una manifestazione con i cinque cerchi che all’inizio (giugno 2017) per l’Italia e per il CONI vedeva in corsa soltanto la Milano di Sala con la Valtellina. Questo prima che si inserisse la Torino di Chiara Appendino, che per un po’ la politica imponesse la candidatura Milano-Torino-Cortina per avere un equilibrio sinistra-destra, e che Torino si ritirasse perché non voleva apparire in posizione gregaria rispetto a Milano, lasciando il campo libero a un Milano Cortina che al 90% degli italiani fa venire in mente la famosa battuta di Guido Nicheli in Vacanze di Natale. Mai comunque messa in discussione da CONI e CIO la cerimonia di apertura a San Siro il 6 febbraio, semmai i dubbi sono stati creati dai mille cambi di programma di Inter e Milan, che fra l’altro dal 2017 a oggi hanno avuto 6 (2 l’Inter, 4 il Milan) proprietari diversi. L’ultimissimo scenario, dopo improbabili minacce di emigrare in provincia, è quello di un nuovo stadio condiviso dai due club che sorga a pochi metri da quello attuale, che quindi in prospettiva sarà, per usare le parole di Sala, «riconvertito» (traduzione: ne lasceranno un pezzo). Tutto comunque rimandato a dopo le Olimpiadi.

Il prezzo delle Olimpiadi

I Giochi di Milano Cortina non saranno facili da seguire dal vivo, a meno che non interessino soltanto singole gare. Dieci fra città e paesi sedi di gara o cerimonie, tre regioni coinvolte, due villaggi olimpici, distanze enormi lungo strade già trafficate in tempi normali fra mezzi pesanti e automobili. In alternativa treno (stazione di Dobbiaco per Cortina, Tirano per Bormio e Livigno, Ora per Predazzo e Tesero, Valdaora per Anterselva) più un servizio di navette tutto da scoprire e comunque per raggiungere posti abbastanza lontani dalle stazioni.

E per i biglietti? Da oggi i 350.000 che si sono iscritti sul sito di Milano Cortina 2026 prima dello scorso 15 gennaio possono acquistare i biglietti per tutto ciò che di olimpico avverrà fra il 6 e il 22 febbraio 2026. A Milano, San Siro, la cerimonia di apertura. Sempre a Milano (Santa Giulia) e Assago (Forum) l’hockey su ghiaccio. Hockey anche a Rho, dove ci sarà in più il pattinaggio di velocità. Solo ad Assago invece il pattinaggio di figura e lo short track. A Bormio sci alpino maschile e sci alpinismo. A Cortina lo sci alpino femminile, il curling, il bob, lo skeleton e lo slittino. A Livigno freestyle e snowboard. A Predazzo combinata nordica e salto con gli sci. Combinata nordica anche a Tesero, dove troverà casa tutto lo sci di fondo. A Rasun-Anterselva il biathlon. Cerimonia di chiusura all’Arena di Verona il 22.

Conto e carta

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È stato davvero molto pubblicizzato il fatto che quasi il 60% dei biglietti costi meno di 100 euro, cioè meno di un normale concerto a prezzi milanesi o svizzeri. I biglietti per lo sci alpino sono fra i 100 e i 220 euro, quelli del bob sugli 80 euro, quelli del curling in media sui 100. Il top è rappresentato dalla finale maschile dell’hockey, che arriva fino a 1.400 euro come massimo, seguita dal galà del pattinaggio artistico a 1.200. Chi vuole essere a San Siro non ne uscirà con meno di 260 euro (2.000 invece il massimo), mentre ancora più cara è la cerimonia di chiusura: l’Arena di Verona costerà da 950 a 2.900 euro. Finita la fase della prelazione, dall’8 aprile quello che rimarrà sarà messo nella vendita libera.



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