Abazaj: «Ho paura di finire tra le grinfie di Orbán»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Arrestato in Francia lo scorso novembre, il militante antifascista italo-albanese Rexhino «Gino» Abazaj rischia di essere estradato in Ungheria, dove è ricercato per gli stessi fatti contestati all’euro-parlamentare Ilaria Salis.

Dal carcere di Fresnes, dove è attualmente detenuto in attesa che la giustizia francese si pronunci sulla richiesta ungherese, Abazaj ha detto al manifesto di essere «estremamente preoccupato» di «finire tra le grinfie di Orbán e dei suoi scagnozzi», pur dicendosi fiducioso sugli esiti dell’attuale battaglia legale, la cui prossima puntata si terrà alla Corte d’Appello di Parigi il 12 febbraio.

Come è stato arrestato e quale servizio di polizia è intervenuto per interrogarla?
Sono stato arrestato nella periferia della capitale francese da sei agenti di polizia in borghese. Ho poi appreso che il mio caso è “gestito” dalla SDAT («sous-direction anti-terrorisme», la sezione antiterrorismo della polizia francese, ndr). Secondo il direttore della SDAT, Michel Faury, intervistato da Mediapart, la mia cattura era di loro competenza perché sono loro a occuparsi degli estremismi politici. Durante il trasferimento dal commissariato alla prigione ero accompagnato da un agente della SDAT e da un gruppo di agenti della BRI («Brigade de Recherche d’Intervention», squadra d’élite della polizia francese, ndr).

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

In che condizioni è detenuto?
Il centro penitenziario di Fresnes è uno dei peggiori carceri del paese, secondo avvocati e detenuti. La posta arriva spesso con grande ritardo e questo non perché ci voglia tempo a tradurla e censurarla, ma perché la lasciano sulle scrivanie, vuoi per incompetenza vuoi per punizione. Per il resto sono un detenuto come tutti gli altri, non sono in isolamento né subisco altra condizione speciale.

I giudici francesi le hanno negato la scarcerazione perché si è già sottratto a una misura cautelare in Finlandia nell’ambito dello stesso procedimento. Come mai si è allontanato da quel paese?
Il tribunale francese ha negato la scarcerazione per diversi motivi. Da un lato ha considerato che risiedo nel paese da troppo poco tempo, ignorando il fatto che qui ho un indirizzo di residenza e un contratto di lavoro, dall’altro perché effettivamente sono scappato dalla Finlandia. Vivevo in quel paese dal 2015, dove ho studiato, lavorato e dove ero sposato. Nel febbraio del 2024 sono stato arrestato di fronte casa mia, poi rilasciato con cavigliera elettronica e coprifuoco obbligatorio. In seguito la corte distrettuale di Helsinki ha autorizzato l’estradizione in Ungheria e la Corte suprema finlandese ha rifiutato di prendere in considerazione il mio ricorso. Mi sono così trovato davanti a un dilemma: o spezzare l’anello elettronico e trovare rifugio altrove, o aspettare che la polizia di Orbàn bussasse alla mia porta.

Quali prove sono state prodotte dalle autorità ungheresi contro di lei?
Le prove contro me e gli altri co-accusati sono ridicole. Non ci sono prove che io o llaria Salis abbiamo perpetrato alcun attacco ai nazi-fascisti. Nelle stesse giornate, numerosi militanti di estrema destra di diversi paesi sono stati fermati dalla polizia ungherese per violenze commesse contro delle persone a Budapest. In meno di 24 ore sono stati tutti rilasciati. Mentre noi subiamo una caccia senza fine attraverso tutta l’Europa, nessun mandato d’arresto europeo è stato emesso nei loro confronti.

Secondo lei perché l’Ungheria impiega così tante risorse per dare la caccia a dei militanti antifascisti?
È evidente che questa “caccia” è indirizzata contro gli oppositori politici. Per i media e per i politici ungheresi siamo considerati non solo colpevoli, ma soprattutto, come dei terroristi. Questa etichetta ci colpevolizza non tanto per degli atti che avremmo secondo loro commesso, ma in quanto individui che portano un’ideologia pericolosa per lo status quo. I politici ungheresi e le loro marionette percepiscono l’opposizione ideologica come un pericolo mortale per il loro mondo.

La prospettiva di essere estradato in Ungheria le fa paura?
Per quanto possa fingermi coraggioso, sono estremamente preoccupato di finire tra le grinfie di Orbán e dei suoi scagnozzi, gettato in luride celle per mesi, se non anni, come quelle descritte da Ilaria Salis nelle sue lettere. Sono preoccupato, quando penso alle notizie che mi giungono sulla situazione di Maja T., incarcerata in isolamento a Budapest dopo essere stata illegittimamente estradata dalla Germania.

Ci sono state molte dimostrazioni di solidarietà nei tuoi confronti. Che effetto fa?
Tra manifestazioni, graffiti, murales, consegna di libri, petizioni, raccolta fondi, lettere e cartoline non mi sento mai solo. Tutto ciò mi dà molta forza e fiducia, mi aiuta a credere che vinceremo questa battaglia legale.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link