Esposto dei Servizi contro Lo Voi, “diffuse carte riservate”. Cosa sappiamo

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La pubblicazione di informative d’intelligence sul quotidiano Il Domani sono oggetto di un esposto presentato dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della presidenza del Consiglio alla procura di Perugia. Il governo segnala l’ipotesi di violazione delle legge sui servizi da parte della Procura di Roma che non avrebbe adottato le cautele necessarie per evitare l’indebita diffusione di informative riservate quali quella dell’Aisi sul caso di Gaetano Caputi, capo di Gabinetto della premier Meloni

Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone dovrà valutare se il suo collega di Roma, Francesco Lo Voi, ha violato la legge diffondendo un documento riservato dell’Aisi. Sul tavolo di Cantone è arrivato ieri un esposto presentato dal Dis, il Dipartimento che coordina le agenzie di intelligence. Si tratta di un ulteriore passo nello scontro sempre più acceso tra governo e toghe, mentre nella stessa giornata il consigliere indipendente del Csm, Andrea Mirenda, ha chiesto l’apertura di una pratica a tutela di Lo Voi, che sarebbe stato “irriso” dalla premier Giorgia Meloni.

La vicenda

Il procuratore di Roma è di nuovo nel mirino, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati della presidente del Consiglio, del sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica e quindi responsabile dell’intelligence, e dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, per la vicenda Almasri. Il nuovo caso è quello di Gaetano Caputi, capo di Gabinetto di Meloni, che lo scorso anno presentò una denuncia alla procura della Capitale in seguito ad alcuni articoli che lo riguardavano pubblicati sul quotidiano Il Domani. Si apre un procedimento per rivelazione di segreto – Maurizio Arcuri il pm titolare del fascicolo – e gli inquirenti, nei loro accertamenti, si imbattono in tre accessi sul conto di Caputi operati nel 2023 da agenti dell’Aisi sulla banca dati dell’Agenzia delle entrate Punto fisco. Lo Voi nel giugno scorso scrive all’allora direttore del Dis, Elisabetta Belloni, per chiedere i nomi degli agenti e la ragione degli accessi. La risposta arriva un mese dopo sotto forma di un documento di dieci pagine firmato dal direttore dell’Aisi, Bruno Valensise e classificato con la qualifica “riservato”, che dettaglia l’operato degli 007 nei tre accertamenti disposti sul funzionario. Ma quel documento viene accluso dalla procura nell’incartamento consegnato ai legali dei giornalisti del Domani indagati. L’informativa riservata viene così pubblicata sul quotidiano. Violando, secondo il Dis, l’articolo 42 comma 8 della legge 124 del 2007, che recita: “qualora l’autorità giudiziaria ordini l’esibizione di documenti classificati per i quali non sia opposto il segreto di Stato, gli atti sono consegnati all’autorità giudiziaria richiedente, che ne cura la conservazione con modalità che ne tutelino la riservatezza, garantendo il diritto delle parti nel procedimento a prenderne visione senza estrarne copia”. Mentre il documento integrale è stato pubblicato sul quotidiano, che quindi aveva la copia.

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Esposto del Dis contro la Procura di Roma: “Diffuse carte riservate”

Cosa può succedere

Ora il Dis si è rivolto alla procura di Perugia, competente per le indagini sui magistrati della Capitale, affinché accerti se sia stata violata la legge. La vicenda, a quanto si apprende, avrebbe incrinato la fiducia dell’intelligence nella procura di Roma per il rischio che identità ed attività dei servizi vengano compromesse dalla divulgazione di carte secretate. Di questo si è parlato anche martedì scorso durante l’audizione di Mantovano al Copasir, che entro questo mese sentirà lo stesso Lo Voi. Sul quale potrebbe anche essere avviata un’iniziativa disciplinare da parte di Nordio, con l’invio di ispettori ed una valutazione del Csm.

Le reazioni

Intanto, c’è chi prende le difese del procuratore di Roma. Se i laici del centrodestra del Csm hanno chiesto un provvedimento disciplinare nei suoi confronti, il consigliere indipendente Andrea Mirenda ha sollecitato invece una pratica a tutela del capo della procura di Roma dopo le “inaccettabili” critiche della premier, che aveva additato Lo Voi come “lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona”. La critica è ammessa, ma in questo caso, per Mirenda, è esondata “in una radicale messa in discussione della funzione giudiziaria stessa”. Ma il corpo a corpo giudiziario tra il procuratore e Palazzo Chigi – iniziato con il caso dell’aereo di Stato revocato per i suoi trasferimenti da Roma a Palermo, cui è seguito il ricorso del magistrato – non finisce qui. Sempre a Perugia è arrivato infatti un altro esposto, presentato dell’avvocato Luigi Mele nei confronti di Lo Voi e dell’avvocato Luigi Li Gotti, che ipotizza nei confronti del magistrato i reati di omissione d’atti d’ufficio aggravata ed oltraggio a un corpo politico per la vicenda Almasri.

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