Sanremo 2025, parla la stylist Rebecca Baglini: «Per Cattelan i look made in Italy e per Mattia Stanga la moda in chiave pop e ironica»

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di
Federica Bandirali

La sua filosofia è quella di portare sul palco dell’Ariston outfit che sono progetti culturali e artistici insieme. Molti i volti noti della kermesse che si sono affidati a lei anche per quest’edizione

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Rebecca Baglini, stylist e creative director, anche quest’anno torna al Festival di Sanremo con una serie di progetti culturali e artistici insieme.  All’Ariston, Rebecca Baglini sarà infatti l’interprete stilistica di Shablo in gara sul palco del Festival con Gué, Joshua, Tormento e nelle serata dei duetti con Neffa. Non solo seguirà anche Alessandro Cattelan, co-conduttore della finale, del DopoFestival e già conduttore Sanremo Giovani; Ludovica Sauer, l’attrice Pilar Fogliati, super ospite sul palco sanremese e Mattia Stanga, conduttore del palco Suzuki. Laurea in Lettere e Filosofia, con master in Fashion Styling allo IED e Fashion and Fabric Consultant al Wimbledon College of Art, è stata tra i primi professionisti a capire l’importanza dello styling non solo nel mondo delle riviste di moda ma declinato all’immagine di talent. Dal 2013 lavora con diversi artisti nel mondo della moda, entertainment e musica. Rebecca Baglini lavora per portare in scena un matrimonio tra mondo della moda e interpretazione artistica, tra ricerca visiva delle forme e la qualità estetica al servizio degli artisti come è successo per  il messaggio che Dargen D’Amico ha portato sul palco dell’Ariston  nel 2024 o come I Ricchi e Poveri stravaganti ma che, dopo Sanremo, sono diventate delle icone pop.

Come si sta preparando per questo Sanremo e da quanto sta studiando i look? 
Come accade sempre, insieme al mio team, stiamo lavorando da mesi alle creazioni dei look. Per i cantanti da inizio dicembre, non appena abbiamo avuto la conferma delle loro partecipazioni al Festival. Per Alessandro Cattelan, invece, da ottobre 2024. Dietro allo styling c’è un lavoro molto grande, che comprende la direzione creativa di tutto quello che accadrà sul palco (saranno veramente tantissime cose), i diversi fitting (tanti), i contatti con gli artisti e i numerosi brand coinvolti, la logistica e movimentazione dei capi, e così via. Quest’anno è un vero e proprio kolossal, forse più anche dell’anno scorso. Da dove si parte per creare un look per Sanremo? Si parte dalla musica, dal messaggio che la canzone porta con sé, se si parla di artisti musicali. Altrimenti si parte sempre e comunque dall’artista. Per questo Sanremo, ho avuto l’onore di poter collaborare al fianco di artisti veramente molto diversi tra loro: da Alessandro Cattelan, il presentatore più internazionale che abbiamo in Italia, a Shablo, Guè, Tormento, Joshua e Neffa (per la serata dei duetti), fino a un’attrice che sarà superospite. Collaboriamo anche con Mattia Stanga che condurrà il Suzuki Stage. Quindi un parterre eterogeneo, con personalità e mestieri diversi e una comunicazione, che passa necessariamente dal look, estremamente differente. Quindi il nostro lavoro è partito da ciascun personaggio e da lì abbiamo costruito i diversi percorsi stilistici. Per esempio, con Mattia, che è amato e corteggiato da tanti brand internazionali, abbiamo costruito un progetto estremamente fashion, pura moda, in chiave pop e ironica. Per Alessandro, per accompagnarlo in un progetto così ambizioso come è la co-conduzione della finale, il DopoFestival e Sanremo giovani, abbiamo voluto creare un percorso estremamente sartoriale, tutto made in Italy. Per Shablo, Gué, Joshua e Tormento invece ci siamo ispirati a quella che è la loro carriera, perché sono quattro identità ben definite, ciascuno con sfaccettature differenti, e quello che porteremo sul palco è un vero e proprio colossal. 




















































Quante prove sono necessarie per definire il look? Dove avvengono? 
Tante. Su questo punto sono molto didascalica, precisa, quasi maniacale. Nel senso che servono, per un progetto come Sanremo, almeno 4/5 prove per poter arrivare con un piano A, B e C. Le prove avvengono tutte nel mio studio, nello studio Baglini, che è un hub che abbiamo da poco aperto (nel novembre 2024 ndr), strutturato e organizzato in maniera che al suo interno possano accadere tante cose. Viene frequentato da tantissime persone, artisti, stilisti, team prodotto e marketing delle aziende, si possono per esempio realizzare contenuti, sia foto sia video. È un vero e proprio hub creativo. Quello che posso già svelare è che su questo progetto sanremese abbiamo un totale di circa 40 brand coinvolti, per un totale di 10 artisti che seguiremo. Siamo un team di sette persone che lavora su ogni progetto in modo dettagliato: dalla cura degli accessori arrivando fino al messaggio da comunicare, allo sdifettamento dei capi, per cui ci rechiamo anche nelle aziende, lavorando a quattro mani con gli uffici stile, selezionando i tessuti, scegliendo le vestibilità, è un lavoro veramente molto grande. Credo che spesso non venga percepito tutto quello che c’è dietro, se fatto con la dovuta professionalità, serietà ed esperienza. 

Quanto e che cosa c’è “di suo” in ogni look?
In ogni look c’è qualcosa di mio, sempre e comunque. Perché il mio lavoro non è solo un mestiere ma è anche quasi una missione. Il mio pensiero senz’altro emerge. Non mi fermo al nome del brand e per questo motivo, non mi basta sapere che il brand è conosciuto e ha autorevolezza, ma deve ben sposarsi con il progetto dell’artista, con la sua volontà, con il messaggio che intende evidenziare e comunicare. Non basta questo, perché il look sia perfetto andiamo oltre l’abito in sé, in questo caso saranno tutti custom made: le luci devono corrispondere ed essere coordinate con quanto abbiamo ideato e immaginato, il tessuto deve accompagnare sinuosamente i movimenti sul palco e non intralciarli. Ogni tessuto riceve e riflette la luce in un modo diverso rispetto a un altro, alcuni la enfatizzano, alcuni invece la indeboliscono. Per cui il nostro è un coordinamento generale, è un lavoro di scenografia a tutti gli effetti e di direzione creativa. Quando ci si confronta con questo tipo di palco bisogna avere cura di innumerevoli dettagli affinché il risultato finale sia perfetto. Per questo parlo di colossal, lo dico in modo ironico, ma è la definizione che più rappresenta il progetto Sanremo, specie se si collabora con 10 artisti diversi.

Sanremo 2025, parla la stylist Rebecca Baglini: «Per Cattelan i look Made in Italy e per Mattia Stanga la moda in chiave pop e ironica»

C’è un look del passato che le piace in particolar modo e che esprime un concetto che lei abbraccia? 
Ci sono tanti look che ho amato, per esempio ho apprezzato tanto il lavoro fatto con Sabrina Carpenter. Trovo che sia molto bello quando si riesce a identificare un’artista grazie anche a una divisa che indossa, inoltre è ben emerso il riferimento culturale a una diva del passato. E’ fondamentale, per riuscire in questo obiettivo, avere cultura del passato, della storia, per evitare anche di incorrere nella gaffe di affermare di avere inventato qualcosa. L’interpretazione della storia è un’arte, è importante inoltre credere fortemente nella propria idea, nella propria estetica, nella propria ideologia. Questo è la base di tutto. Io penso che il vero goal sia quando si riguardano look di dieci anni prima apprezzandoli perché ancora attuali, credibili e contemporanei. Questo accade quando la creazione del look non è mossa esclusivamente dal trend del momento ma alla base c’è professionalità, esperienza e creatività. Il buon gusto e il cattivo gusto assoluti sono cose che non esistono, se non in base a quel determinato momento sociale o negli occhi di chi osserva.

Di Alessandro Cattelan che cosa ci può dire?
Seguo e collaboro con Alessandro da otto anni. E’ un uomo che ha un’enorme cultura, brillante, fantastico. Il nostro percorso stilistico parte proprio da qui: da come è lui, da cosa vuole trasmettere. Per i suoi look il gusto è sempre sartoriale, maschile, molto definito. Può permettersi di essere sia super stravagante sia molto elegante, rimanendo sempre credibile e fedele a quello che è lui veramente. Per Sanremo i brand coinvolti sono quattro. Sono maison che lo accompagnano da anni e che continuano ad accompagnarlo nel corso della sua brillante carriera. Abbiamo puntato sulla super artigianalità made in Italy, gli abiti saranno tutti custom made, dalla scarpa, alla giacca, alla camicia, tutto ciò che indossa. Sono sinonimo dell’eleganza senza tempo, passando da un look molto più british a momenti molto più hollywoodiani, dove il fil rouge è il ben vestire all’italiana. E’ stato un viaggio stupendo quello che ci ha portato fino ai look definitivi. Abbiamo, insieme al mio team, seguito passo passo la costruzione del capo: mi sono recata nelle aziende, parlato con i sarti e gli artigiani, abbiamo lavorato con gli uffici stili, scegliendo e selezionando i tessuti, guardando le modellistiche, abbiamo definito la sartorialità e la modellistica delle giacche, comprendendo la merceologia del prodotto. Tutto questo è fondamentale perchè non è corretto che parli solo ed esclusivamente il marketing di un brand, ma si deve dare spazio all’eccellenze artigiana del nostro paese, al vero lavoro che c’è dietro, che spesso non viene ricordata a dovere. 

Sanremo 2025, parla la stylist Rebecca Baglini: «Per Cattelan i look Made in Italy e per Mattia Stanga la moda in chiave pop e ironica»
Sanremo 2025, parla la stylist Rebecca Baglini: «Per Cattelan i look Made in Italy e per Mattia Stanga la moda in chiave pop e ironica»

Che Sanremo sarà il suo?
Per me è la settimana più bella dell’anno, è un palcoscenico sconfinato viene visto da un parterre davvero vasto ed eterogeneo. Quando si lavora per tanti mesi ai progetti e questi risultati raggiungono il palco più famoso d’Italia, non significa solo mettersi in gioco, ma significa dare concretezza alle idee. Il palco di Sanremo è una tela bianca che deve essere dipinta e per una creativa, come me, non c’è situazione più soddisfacente. Si va oltre l’età, oltre la propria comfort zone, non si tratta solo di moda, ma di società, di storia. Per carattere adoro le sfide perché riesco a dare il meglio di me. Non sono per le cose semplici, più le cose sono complicate e più mi sento viva. Quando parto da Sanremo c’è sempre malinconia, perché lasciare l’Ariston, significa lasciare un pezzo di storia, un teatro dove sono passati artisti che stimo e ammiro da sempre. 

Un aggettivo per definire i “suoi ” look che vedremo sul palco?
Non credo di dover essere io a definirli. Sicuramente anche i look di quest’anno serviranno a comprendere la professionalità con cui intraprendo questo percorso e questo lavoro, la serietà e l’attitudine con cui ci attingiamo a creare tutto questo. Vorrei che le persone godano questa esibizione e percepiscano bellezza, non il lavoro che c’è dietro, ma traggano beneficio dalla rappresentazione artistica che c’è sul palco a cui ho contribuito e collaborato. Se alle persone “tutto torna”, la musica sarà l’unico vero collante. Se gli spettatori rimarranno in silenzio, apprezzando l’esibizione o si commuoveranno o rideranno, allora tutto ha funzionato e il nostro obiettivo è raggiunto.

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Sanremo 2025, parla la stylist Rebecca Baglini: «Per Cattelan i look Made in Italy e per Mattia Stanga la moda in chiave pop e ironica»

8 febbraio 2025 ( modifica il 8 febbraio 2025 | 15:04)

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