Sardegna, passi avanti per la prevenzione degli incendi boschivi

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È stato approvato con anticipo l’aggiornamento al Piano 2023-2025 per la prevenzione e la lotta attiva agli incendi boschivi. Merella, direttore della Protezione Civile sarda: una necessità legata alla crisi climatica, che consentirà la messa a terra di azioni di prevenzione e sensibilizzazione

Un provvedimento “fondamentale per la lotta al fuoco”, un intervento strategico “che punta su azioni tempestive” pubblicato “in tempi consoni”.
L’assessora alla Difesa dell’ambiente della Regione Sardegna Rosanna Laconi ha espresso notevole soddisfazione per l’approvazione, da parte della Giunta, dell’aggiornamento 2025 al Piano 2023-2025 per la prevenzione e lotta agli incendi boschivi.
Laconi, inoltre, ha sottolineato come la flotta aerea anti incendio sia già interamente a disposizione del Corpo Forestale e del sistema regionale antincendi.
Per approfondire, abbiamo posto qualche domanda a Mauro Merella, direttore generale della Protezione Civile sarda.

Direttore, iniziamo con qualche numero: quanti ettari di bosco sono bruciati lo scorso anno in Sardegna?
Nel 2024 ci sono stati 973 incendi che hanno interessato una superficie boscata di 2800 ettari. Il dato medio dei 25 anni precedenti è 1665 incendi per una superficie di 3900 ettari all’anno. Nel 2024 siamo dunque rimasti al di sotto della media, ma bisogna considerare che l’andamento è altalenante. Si verificano dei picchi, come quelli del 2021, del 2009 e del 2007.

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Nel piano 2025 c’è qualcosa in più rispetto agli anni precedenti?
I contenuti sono molto simili a quelli degli altri anni, del resto si tratta dell’ultimo aggiornamento di un piano triennale. La principale novità ha riguardato i tempi di approvazione, che sono stati anticipati il più possibile per poter mettere in atto tutte le misure di prevenzione e di rafforzamento dell’apparato di lotta.

Quali erano le tempistiche di solito?
Solitamente piani e aggiornamenti venivano ratificati tra maggio e metà luglio. L’anno scorso siamo riusciti ad avere l’approvazione dell’aggiornamento entro il 30 aprile, quest’anno abbiamo anticipato a gennaio, rispettando così la richiesta dell’assessora. Insieme all’aggiornamento, sono state sottoscritte anche le prescrizioni di contrasto alle azioni che causano l’innesco di incendi boschivi, cosa mai avvenuta prima. Questo è importante, in quanto permette la messa a terra delle iniziative di sensibilizzazione alla prevenzione nrivolte alla popolazione.

A cosa si deve la necessità di anticipare i tempi?
In questo modo, oltre alle azioni di sensibilizzazione, possiamo organizzare le attività formative per i nostri volontari e preparare il campo al prossimo piano triennale 2026-2028. L’anticipo è legato anche ai cambiamenti climatici, che portano al verificarsi di situazioni estreme sia per quanto riguarda gli incendi boschivi, ma anche per alluvioni, esondazioni e siccità. In un momento storico nel quale stiamo i conti con le conseguenze del riscaldamento globale, queste calamità sono legate le une alle altre.

Ha parlato di prevenzione: sono previste campagne specifiche rivolte ai cittadini?
Sì, stiamo studiando un campagna di sensibilizzazione della cittadinanza a 360° insieme all’assessorato alla Difesa dell’ambiente e a tutte le componenti operative. Inizieremo dagli incendi, ma poi ci allargheremo alle altre tipologie di calamità, in modo da abituare la popolazione ad affrontare situazioni emergenziali differenti, contemporaneamente o quasi. 

Si sono già registrate emergenze diverse nello stesso periodo?
L’anno passato è stato così: abbiamo dovuto fare i conti con la siccità nella zone meridionale della regione negli stessi giorni in cui in altre aree si verificavano precipitazioni intense. Mentre spegnevamo gli incendi con gli elicotteri in una zona, dovevamo fare i conti con le esondazioni in un’altra. Sono circostanze con le quali dobbiamo imparare a fare i conti, sia noi come protezione civile, sia i cittadini, con tutti i relativi comportamenti da mettere in atto. Proprio per questo ci stiamo adoperando per una sensibilizzazione a tutto tondo.

L’assessora ha evidenziato la pronta disponibilità della flotta aerea anti incendio. Gli altri anni non era stato così?
Nel 2024 è stato veramente complesso creare la flotta, non solo in Sardegna. In Italia le aziende che offrono questo servizio non riescono a soddisfare tutte le richieste, la coperta è corta. L’anno scorso è intervenuto anche il Dipartimento della Protezione Civile per affrontare il problema nella sua interezza, a livello nazionale. Quest’anno in Sardegna la situazione è migliore: abbiamo due elicotteri pesanti “Puma”, uno di media portata e sei leggeri. Questa disponibilità ci consente di avere una buona copertura, che contiamo di completare con un ulteriore affidamento di cui si sta occupando il Corpo Forestale. Naturalmente speriamo di averne bisogno il meno possibile, ma dobbiamo preparare la macchina per poter fronteggiare situazioni importanti che si dovessero venire a creare.

Lorenzo Arduini





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